giovedì 30 marzo 2023

Spiaggia Di Sangue



Piccoli granchi bianchi capovolti.
Conchiglie spezzate dalle linee aguzze.
Sogliole e triglie dalle pose improbabili.
Occhi sbarrati che non vedono più.
Teste divelte.
Pezzi di pesci sanguinolenti e di viscere scomposte abbandonati sulla spiaggia.
Uno spettacolo violento, rude, brutale.
Daemon si dibatte accanto alla grossa barca, legato con una catena.
Pallino invece è libero di scorazzare lungo il bagnosciugna, docile ed allegro.
E poi ci sono io.
Forse un altro elemento lacerato in mezzo agli altri.

Il mare non è sempre e solo un fotogramma conciliante che rasserena.
Il mare è anche la ferocia della pesca, la solitudine della morte silenziosa di esseri muti.
La rabbia dei gabbiani che si dividono il bottino. 
Un vento appuntito che schiaffeggia i volti.
Onde crudeli che spaccano legno, assi, mattoni e qualunque altro materiale incontrino sul loro cammino. 
E ci sono giorni, santo cielo, nei quali vorresti farti abbattere anche tu. 
In cui senti che quei pezzi di carne bianca maleodorante non sono poi così diversi da quello che sei, dalle sensazioni di smarrimento che provi, dal sangue che ti fluisce dentro e ti sbatte sulle tempie fino a strozzarle. 

Solo che poi fortunatamente torna il sole.
Ti allontani da quell'orrore che altro non è che la vita stessa.
Torni a guardare solo la bellezza, tutte quelle meraviglie che ti coccolano il cuore e le zone d'ombra.
Riprendi la tua vista selettiva, perché così hai imparato.

domenica 26 marzo 2023

Nuvole Rapide

 
Fonte: dizy. com

Giornata di sole velato e vento aguzzo.
Marzo si riconferma imprevedibile e un po' folle come ogni anno.
Però quanto mi piace questo lento ma inesorabile risveglio della natura.
I colori più vivi, il cielo più azzurro, le piante traboccanti di limoni, i balconi fioriti, le nuvole ballerine, l'erba che cresce ai bordi delle strade, persino qualche primo timido papavero.
Il tempo cambia di continuo anche nell'arco di una sola giornata, ma percepire che il grigiore invernale si appresta a diventare ricordo mi fa alzare con il sorriso sulle labbra ogni mattina.

Sulla spiaggia le folate alzavano la sabbia eppure io camminavo tranquilla con le cuffie alle orecchie ed il cappuccio del kway ben calato sulla fronte. I ricci sventolano comunque come arzille bandierine, ma non me ne curavo. Stavo bene. 
Alcuni stabilimenti balneari hanno iniziato i lavori per la riapertura già da un po' e come ogni anno li si vede mutare da un giorno all'altro. Carcasse arrugginite e sporche che pian piano riprendono vita. Le ferraglie sostituite, il legno marcio buttato via, la sabbia spianata, i cancelli riverniciati di fresco, le staccionate rimesse su. Attività che riprendono il lavoro accanto ad altre completamente abbandonate.

Un po' in disparte, a ridosso di una casupoletta in pietra, se ne stava un pescatore con la barba sale e pepe a riparare le reti. Un forte odore di pesce impregnava l'aria e sebbene mi disgustasse, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella scena, dalle sue mani operose, dal suo viso concentrato. Accanto a lui una donna bionda, seduta su una seggiola quasi del tutto priva di gambe. Lui lavorava, lei guardava il mare. Mi sono sembrati così belli che avrei voluto scattargli una foto. 
E invece me ne sono andata, incalzata da quel vento che via via si faceva più fastidioso.
Per un pelo ho perso un tramonto di cui avrei potuto raccontare meraviglie. 

sabato 18 marzo 2023

Il Serpente

 


Venerdì 3 Febbraio 2023, ore 18:15.
Un giorno rileggerò queste righe e ripenserò al momento in cui questa decisione è stata finalmente presa. Ci ho pensato per anni. L'ho sognato, desiderato, fortemente voluto. L'ho sentito addosso, aggrappato alla mia pelle sottile, anche quando non c'era.
Di lui avevo già scritto, perché nella mia mente c'era anche quando era solo un sogno, un'idea, una diabolica tentazione che mi strisciava addosso. Lo accarezzavo con dita febbrili aspettando che arrivasse, quasi che si palesasse da sé. Ho rimandato per un tempo che mi è sembrato infinito, quasi titubante, ma in realtà spaventata che quello potesse essere solo l'inizio di qualcosa.
E alla fine, in un pomeriggio qualunque, chiudendo gli occhi ho contattato la tatuatrice. Ci siamo messe d'accordo per la metà di marzo, un sabato in cui mi auguro splenda il sole. Perché quando quel serpente si approprierà della mia pelle dovrà esserci un cielo incantevole.

Lunedì 13 marzo, ore 12:52.
Mancano pochi giorni, inizio a sentire la presenza di una leggera ansia. Ma di quelle convulse, adrenaliniche. Vorrei che fosse già qui sulla mia pelle. Vorrei poterlo accarezzare, guardarlo come si fa con quelle cose che ci destano meraviglia.
Mi pesa non poterne parlare con Fred, dovergli tenere nascosto un passo che per me è così importante. Glielo direi, se sapessi di poter avere da lui un appoggio. Ma tutte le volte che ne ho accennato, negli anni passati, mi ha fatto capire di non essere d'accordo. E ora come ora io non posso permettermi titubanze, discordie, frasi che metterebbero in crisi la mia decisione. Dunque taccio, tengo questo pensiero per me sola, lo cullo in una stanza vuota ma piena di sole. 

Sabato 18 marzo, ore 21:48.
Quante emozioni in queste ore.
Il grande giorno è arrivato e stamattina ero distesa sul lettino di Noemi per il tatuaggio. 
C'era il sole, c'erano nuvole bellissime a cui il vento ha cambiato forma più volte. C'era la paura di provare dolore, di ottenere un risultato distante da quello voluto.
E invece poi tutto è andato così bene che da quello studio sono uscita con il cuore di gonfio di gioia. 
Ora il mio piccolo serpente nero è qui con me, presenza che avvertivo anche quando era solo una bozza nella mia mente, una creatura da dare alla luce. Ed ora che è vivo, pulsante, reale, sento di aver chiuso un cerchio.
Fred non l'ha presa bene, chiaramente. Forse più per il fatto che ho voluto vivere tutto questo da sola che non per il tatuaggio stesso. Quella sua forma di delusione è l'unica macchia di questa felicità che oggi mi riempie tutta, si appoggia ad ogni cellula e la espande.

lunedì 13 marzo 2023

Lettera a Sofia

C'è tanta letteratura in giro, fortunatamente. Ed io in passato ne ho incontrata molta perché già da piccolissima ero sui libri ad imbottirmi di classici. Di parole, sentimenti, sensazioni, viaggi temporali, vite che non mi appartenevano.
Si, c'è tanta letteratura in giro. Vecchia, nuova, antica, giovanissima.
Poi però c'è quella che ti sventra, quella che ti scardina l'anima e le viscere, quella che ti fa piangere in un modo che non credevi possibile.
E questo pezzo di Bukowski è quel tipo di letteratura, per me. Mi fa esattamente questo effetto.
E io non so se essergli grata per sapermi tirar via emozioni di questo genere o se il dolore che mi trascina fuori vorrei farglielo ingoiare.


“Cara Sofia,
Sto amando un’altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l’amore è questo, mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte. Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest’incantesimo non è mai riuscito. Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato. Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole. Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile. Non ti amo più e non mi ami più ma io ti scrivo perché quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma tu resti l’amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi lo abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l’amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell’attimo c’è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell’attimo c’è sempre perché tu sei l’amore della mia vita, l’incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare. Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre l’amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso di amarti molto tempo fa."
(Charles Bukowski).

venerdì 10 marzo 2023

La Gara




C'è vento forte e il sole si è nascosto chissà dove. Non si fa vedere, si vergogna d'essersi messo in luce i giorni scorsi e poi dileguato subito dopo.
Io mi godo qualche istante di pace e di silenzio prima di rientrare in negozio.
In sottofondo gli aerei che decollano o atterrano nel vicino aeroporto e la lavastoviglie che lavora solitaria a meno di tre metri da qui.
Eppure è come silenzio, per me. Come se non ci fosse altro suono di queste dita che ticchettano sulla tastiera. Mi piace questo momento in cui vedo la casa pulita e profumata, in cui tiro anche un sospiro di sollievo per esser riuscita a fare tutto quello che mi ero prefissata.

Son stata un po' giù di corda nei giorni scorsi.
Stanca.
Mi rendo conto di portarmi al limite, a volte, come se conducessi giornalmente una gara con me stessa. Una gara da vincere a tutti i costi.
Poi Fred mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere "io ti voglio vedere serena, non ridotta ad uno straccio". Me lo ha detto dopo che, combattendo col senso di colpa, gli paventavo l'intenzione di cancellare un impegno per questa domenica. Era impossibile che non si rendesse conto di quanto fossi stremata. Fintanto che sono a lavoro reggo, poi esco e mi scivolano ai piedi tutti i pesi che mi ostino a portarmi sulle spalle. 
Li ha osservati, accarezzati con gli occhi. Mi ha fatto trovare un pensiero bellissimo sul tavolo la sera della festa della donna. E mi ha fatto capire che non c'è bisogno di prendere sempre qualche impegno anche per la domenica. Che ho il sacrosanto diritto di riposarmi un po' al mattino quando sento di non farcela più. E accolto questo pensiero, interiorizzato, ho ripreso a sentirmi meglio. 
Ho tirato un po' il fiato.
Ed è strano, no?
Che debba essere qualcun altro ad assolverci, a dirci che non stiamo facendo niente di male se per una volta desideriamo solo starcene sdraiati sotto le coperte o con gli occhi spalancati a guardare il soffitto.
E non l'ho fatto, non ancora. 
Mi alzo sempre presto, mi adopero come una trottola dal primo all'ultimo istante delle mie giornate.
Però osservo quel proposito di una domenica mattina a dormire un po' di più e già questo, solo questo, mi rasserena. 

domenica 5 marzo 2023

Buio Pesto




Due giorni di sole pieno che il cielo inizia a far scontare fin da ora. 
Nuvole scure si addensano veloci ad annerire il buio. 
Ho scattato una foto al tramonto mentre passavo davanti alla finestra.
Un solo scatto veloce, come sempre. 
Come viene, viene, mi sono detta. Ed è venuto bene. 
Ho catturato l'essenza del giorno che muore e lascia posto alla malinconia struggente della domenica sera.
Quella nostalgia di momenti liberi e già morti, trapassati, finiti dietro la schiena.
Quando il week end dura solo un giorno fa prima a finire che ad iniziare.
Ti svegli e poco dopo sei già lì che ti chiedi dove sia andato, come sia potuto finir così in fretta, che fine abbiano fatto quelle ore di cui non ti sei nemmeno accorta.
E il vuoto che lasciano tra le ossa, dietro la gabbia toracica, a volte è così straziante da fare male.
Dolori intercostali. Pelle che brucia. Sangue morto che illividisce. 

Fred è qui accanto che sonnecchia.
Chissà se ci pensa anche lui a questo buio pesto che tra poche ore sarà già un giorno nuovo.
Un lunedì di un'altra intera settimana di doveri, di corse, di responsabilità, di ansia latente che si annida tra i capelli come se fossero un nido.

Mi capita ogni tanto di pensare che mi piacerebbe scappare.
Scappare via e basta, senza dire niente a nessuno.
Sparire e resettarmi.