A volte è così che succede.
Una persona ti cade dal cuore e nello stesso istante, come il rintocco funereo di una campana di mezzanotte, il braccialetto che ti aveva regalato e che tenevi sempre al polso, si rompe.
Cade a terra senza emettere un solo suono, spezzato senza alcuna ragione apparente, danneggiato irreparabilmente.
E allora, anche se a quella persona avevi voluto bene proprio come a quel bracciale , capisci che è giusto così. Giusto che se ne siano andati insieme, nello stesso istante.
Sai che si è sempre comportato come uno di famiglia, ma ora sai anche quanto dolore abbia arrecato a colei che hai sempre considerato come una sorella. E puoi sopportare che qualcuno faccia male a te, del resto non sei più una bambina. Ma tollerare che tocchino chi ami, proprio no.
Negli anni ho capito che non so riaprire le porte chiuse. Che quando una persona mi esce dal cuore non vi sarà modo di farla rientrare più.
Potrei ridere ancora con quella persona.
Scherzare.
Mangiare persino in uno stesso tavolo.
E da fuori sembrerebbe che nulla sia cambiato, mentre dentro ci sarebbe il vuoto, un campo nero bruciato dal fuoco.
Lì dove prima c'erano spighe di grano e papaveri rossi ora vi è uno sconcertante deserto. E la rottura improvvisa ed inspiegabile di quel bracciale ha sancito il momento, come se ci fosse stato bisogno di un allarme che sottolineasse il propagarsi del fuoco sull'erba.