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Fonte: bioenergetica. it |
E' di fronte a me, mi passa dei biglietti da convalidare. Mi chiama con la stessa voce di sempre, ha gli stessi occhi e lo stesso sorriso di quando lavorava qui con noi. Di fatto si comporta come se non fosse successo alcunché ed io so che in fondo è meglio così, che anche il buio fa meno paura se non chiudi gli occhi.
I primi tempi tremavo. Quando li guardavo oltre il vetro il cuore mi esplodeva in petto e sentivo gocce di sangue sfuggirmi dal cuore e cadere sul pavimento. Poi dal vetro passò alla porta, inizialmente solo lui, ora anche con la moglie e una volta, si, con la bambina.
La bambina.
E' cambiata molto. Mangia schifezze. Non posso fare a meno di pensare che se avessi avuto un ruolo nella sua vita avrei cercato di impedirlo in qualche modo. Con tatto, ma limitarlo.
Però quel ruolo non l'ho avuto e allora la guardo con distacco, cercando di non pensare a quando la tenevo in braccio e l'anima mi si apriva come una porta a soffietto. Con quello stesso rumore tipico.
A questo ragazzo ho voluto bene, gli ero affezionata.
Sapevo che aveva intorno gente che lo rendeva peggiore di come fosse in realtà, ma tuttavia non ci badai abbastanza. E quando fece quel che ha fatto una parte di me si disintegrò in mille pezzi. Pezzi che sfuggirono al mio controllo, che andarono a schiantarsi addosso alle pareti, che sbatterono sulle porte, che ruppero le finestre. D'improvviso mi trovavo con tutti quei pezzi di vetro, di muro e di legno per terra e in mezzo a loro quelle parti di me che erano sfuggite al mio controllo, deflagrando come una bomba.
Cercai di raccogliere quei pezzi come meglio potevo e nel frattempo feci i conti anche con il lockdown, le paure legate al lavoro, la voglia di mangiare che si perdeva del tutto, il cibo che mi nauseava, la nostalgia dei miei cari, quel senso profondo di delusione che mi avvolgeva ad ogni ora del giorno della notte.
Sono parzialmente guarita da tutto questo, non ne soffro più.
Eppure la nuova barista vuole che ceni con lei e sebbene mi faccia tanta simpatia il mio unico pensiero è quello di sfuggirle, di tenerla al di là del muro, di non farla avvicinare.
Tremo al pensiero di nuove delusioni, ora che sono ad un buon punto della mia rieducazione alimentare, che mi sento più forte di un anno fa.
Forse guarire significa soffiare sopra le ferite e scoprire che non fanno più male. Questa invece a volte duole ancora, in certi punti pare che la pelle sia ancora fresca, morbida, rosea.
E mi è passata la voglia, si, mi è proprio passata la voglia di affezionarmi, di far entrare nella mia vita qualcuno che invece dovrebbe solo lavorare dietro quel bancone di marmo verde e non avvicinarsi mai più di così. Perché il lavoro è il lavoro, la vita e gli affetti è giusto che ne restino fuori il più possibile.