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fonte: chiamamicittà. it |
Sono in una camera d'albergo a guardare la pioggia cadere copiosa al di là della finestra.
Siamo qui da sei giorni, domani si riparte. Due di essi li abbiamo trascorsi un po' arrabbiati con questo tempo balordo che ha falciato via un paio dei nostri programmi, ma siamo grati per gli altri quattro in cui abbiamo potuto annusare, assaporare, esplorare, vagare, immergerci nelle suggestioni di questo luogo che ci resterà nel cuore insieme a numerosi altri.
C'è molta vita qui, a qualunque ora del giorno e della notte.
Solo uscendo all'alba ci si può immergere in un'appagante solitudine. E io abbandonavo la mia stanza ancora prima che il sole sorgesse, così da potermelo poi gustare sulla spiaggia, vederlo uscire dal mare e poi sollevarsi rossiccio in cielo innaffiando il mondo di raggi.
Sono stati momenti speciali, di completa comunione con quello che avevo intorno e con il vero centro di me stessa. Come se per trovare la mia anima dovessi andare a cercarla nella purezza, nel silenzio, nella bellezza di un nuovo giorno che prende vita, da sola. Senza parlare, senza condividere, senza sentire altro se non le mie sensazioni esplodere violente dentro di me.
Mi sono sentita felice in quei momenti. Autenticamente felice.
Poi c'era tutto il resto. Che era comunque bello, forte, potente. Ma mai così, mai come quell'ora e mezza in cui il mio corpo macinava chilometri senza quasi accorgersene.
Qui i locali hanno una marcia in più e la gente vi si riversa già dopo le dieci del mattino, per poi farli letteralmente esplodere alla sera. C'è gente ovunque, un fiume di persone. Gente che viene da ogni parte d'Italia ma anche dal nord Europa e dall'Asia. E' un mondo variegato, affascinante, ma pure turbolento. Non vi si potrebbe vivere in mezzo e riuscire anche a pensare. Ci si può immergere solo per un po', lasciarsi avvolgere da quel fiume, camminargli attraverso, navigare a vista senza perdere d'occhio la riva.
Sto collezionando nuovi ricordi. Cartoline di posti che ho visitato, diari interni di sensazioni che ho provato. Non voglio perdere niente, sento l'esigenza di tenerli qui con me. E allora scatto. Guardo. Annuso. Assaporo. Gioisco. Rido. Scrivo.