mercoledì 27 novembre 2019

Cielo Nero

Fonte: inchiostroverde. it



Osservo la pioggia abbattersi sull'asfalto scuro.
E' nero come pece, buio nella stessa sfumatura impenetrabile del cielo.
Sfrecciano automobili di cui si distinguono appena i fari e osservo anche loro come se fossero spettacoli attraenti, attori di un palcoscenico per il quale abbia pagato il biglietto.
E invece è solo un modo come un altro di far passare il tempo, di mandare avanti questo pomeriggio lavorativo spento. 
Le stesse facce, le stesse voci grondanti frustrazione o allegria o un mondo intero di cose a cui non presto più ascolto. Forse è questo che succede quando fai questo lavoro per tanto tempo. Smetti di ascoltare. Senti ma non presti attenzione. 
Lasci l'involucro a disposizione delle persone. Accendi un sorriso che conoscono già. E nel mentre è tutto un intreccio di pensieri che nulla hanno a che fare con tutto questo.
Sono completamente presente solo quando sto effettivamente lavorando. Allora lì mi concentro al punto da isolarmi da tutto ciò che non sia l'azione che sto compiendo.
E' il chiacchiericcio infinito il malanno da cui mi escludo, quello che tengo fuori, distante. Da cui rendermi inaccessibile.
Detesto quei discorsi sempre uguali, quelle lamentele sterili e puerili, quei commenti stantii già espressi nello stesso identico modo altri milioni di volte.
E allora rimane la pioggia. L'asfalto nero. Il cielo buio e impenetrabile.

lunedì 18 novembre 2019

L'Uragano



Sono state settimane intense, scandite dal ritmo dalla pioggia.
A volte sottile, fredda, indifferente.
Altre tagliente, gelida, incessante.
Poi il tornado, i tetti scoperchiati, le scuole ridotte a rottami di cemento, gli alberi caduti sui cancelli, le vetrate spaccate dalla furia del vento.
E senti che tutto ti tocca ma non abbastanza, come se ti fossi dichiaratamente tirata fuori, come se fossi una spettatrice esterna che il rumore dell'uragano lo ascolta alla tv.
E invece eri lì, guardavi con un'affilata tachicardia il livello dell'acqua che saliva, pensando solo al fatto che se Fred era al sicuro, allora tutto il resto poteva passare in secondo piano.
Avrebbe smesso di piovere. Le lamiere avrebbero cessato di volare da ogni parte, fermandosi laddove non avrebbero più fatto danni. 

E chissà perché quando ti senti in pericolo pensi soprattutto a chi ami.
Mamma e papà sono al sicuro? Tuo fratello è al riparo?
E dunque il distacco, la voglia di essere altrove. Con la mente, con il corpo, con le emozioni.
Semplicemente altrove.
Ti immagini ai piedi di un ruscello di montagna. Hai un cane lupo accanto, guarda il panorama insieme a te. E' lo stesso pensiero che partorisci nell'ultima sequenza yoga, nel momento tanto atteso dello Shavasana. Quando sei lì ma sei da un'altra parte, quando la tua vera essenza è pronta per volare via. I pensieri scivolano fuori, la tua anima libra per pochi istanti, la senti tremare, vibrare, poi riconnettersi col tuo corpo per intero.

E allora torni con i piedi per terra. 
Piove ancora, ma smetterà. 

sabato 9 novembre 2019

Suggestioni

Fonte: alcolibrianonimi. it


E' una casa come molte altre, forse di quelle chiuse l'inverno ed aperte solo in estate quando è tempo di mare. Credo di esserci passata di fronte infinite volte senza averla mai guardata per davvero.
Oggi il cancello era aperto, ho sbirciato dentro e scattato una foto.
Non so cosa mi abbia attirato tanto. Forse il tavolo in pietra appoggiato alla parete. Forse il portone di legno verde scrostato dal tempo e dalla salsedine. Forse quelle due timide sedie accatastate che potrebbero volar via al primo soffio di vento.
O forse qualche ricordo lontanissimo, una sorta di deja vu.

Mi sono vista lì dentro, ospite di qualcuno che non conosco neppure.
Mi sono vista entrare da quel portone. Ho immaginato un vecchio pavimento fatto di piastrelle  bianche e nere disposte a scacchiera. Ho immaginato divani e mobili coperti, una credenza di legno da cui si intravedono bicchieri impolverati. E di fronte una porta finestra aperta. Un affaccio sul mare. Una giornata di pioggia. Il lampadario che trema e si spegne. Un tuono che spezza il respiro. Il mio corpo che sussulta.