mercoledì 30 gennaio 2019

Anestesia

Pioveva col sole, trasversalmente.
Spilli di acqua sottile che si riversavano al suolo mentre il cielo ruggiva di luce. 
Non riuscivo a distogliere lo sguardo, ipnotizzata. 
Era solo pioggia, era solo il sole.
Eppure mi sembrava uno spettacolo affascinante, che valesse la pena restare a guardare.
Poi quei discorsi intorno, la mia attenzione deviata, portata altrove. 
Il lavoro, le persone, il caos. Risate sguaiate e prive di grazia.
E quella pace che fuggiva via, cambiava, si dileguava.
E quando sono tornata a guardare non c'era più.

Fonte: tempostretto. it

Piove anche adesso, ma senza poesia.
In cielo non si vedono nuvole, è un tessuto uniforme, grigio, che ricopre ed ammanta tutto quello che c'è sotto. 
Il vento sembra spezzare gli alberi, un nemico invisibile che falcia visi, corpi e poi oggetti che volano via. 
Ho sempre un po' di malinconia quando il giorno lascia il posto alla sera e la pioggia cade giù fitta. Penso ai miei genitori, a mio fratello, a qualcosa che non so bene neanche io. 
Allora volgo lo sguardo, mi ricordo che non è necessario guardare fuori dalle vetrate, che dentro è sempre lo stesso ambiente anche quando fuori imperversa il cattivo tempo.
Non è dolore, è solo un mite stordimento, una leggera anestesia.

domenica 27 gennaio 2019

Adesso

Fonte: sienanews. it


Tutto sommato, penso che vivere mi piaccia.
E' un bel viaggio, questo qui. A volte penoso, altre intrigante. A tratti incomprensibile, talvolta cristallino. E in questo tentare di capirci qualcosa, mi rendo conto che tutte le mie interrogazioni, in fondo, sono solo delle miti espressioni del mio essere. Così docili che non me ne accorgo nemmeno, eteree come farfalle dalla vita breve, delicate come la pelle bianca di una piccola creatura. 
Vivo ogni attimo ben consapevole che non tornerà. Che magari ce ne saranno di migliori, di peggiori, di infinitamente diversi. Ma questo attimo, persino quello in cui odo solo il ticchettare delle mie dita su questa tastiera, non lo rivivrò di nuovo.
E allora penso che dedicare più di qualche secondo al programmare il domani non sia cosa per me. Forse mi pentirò di tanta sbadataggine, di tanto cicaleccio. Di questa incapacità di soffermarmi su un piano, su una costruzione, su un progetto.
Perché l'unico, vero e solo, che io sappia vivere è il tempo presente.
Qui, ora, adesso e mai più. 

Li invidio, quelli che sanno programmare. Organizzare. Comprendere. Distribuire i pensieri e le energie verso qualcosa di giusto, di concreto, di reale.
Li invidio ma non so essergli simile, neanche lontanamente. Io non sono una formica, io sono una cicala. E quando ci sarà da chiedere il conto di questa vita non potrò dire altro che di aver sprecato tempo a cantare.

"Siamo in un soffio di vento che già se ne va". (Neffa)

martedì 22 gennaio 2019

Tiepido

Manco da qualche giorno su queste pagine, forse perché non è successo nulla che valesse la pena di essere raccontato.
Ho ripreso a leggere, però. Non capitoli interi come facevo fino a qualche tempo fa, ma poche pagine al giorno, facendomi prendere appena e senza riuscire a lasciarmi davvero assorbire. E' stato un po' come tornare a casa dopo tanto tempo. Tocchi con lo sguardo tutto quello che hai intorno, ti emozioni, ma un po' ti senti anche estraneo, come se troppe cose fossero cambiate dall'ultima volta che vi hai messo piede. 
Forse crescendo succede proprio questo. La vita, quella vera, prende possesso di ogni cosa e alla sera, quando finalmente avresti un po' di tempo da dedicare a ciò che ti piace, magari sei stanco e hai solo bisogno di rilassarti un poco e poi dormire. 

Fonte: biomorus. com

Il tempo non è bello, forse nevicherà anche nelle zone limitrofe. Qui piove, il cielo alterna momenti di apertura ad altri in cui tutto si oscura ed ogni cosa, intorno, diventa cupa e triste.
Il mio umore ne sta risentendo a fasi alterne, cerco di non lasciarmi contagiare più del dovuto da tutto questo grigiore.
Non sono andata a camminare, questa mattina. L'acqua scendeva scrosciante ed io la sentivo cadere giù a secchiate, allora mi sono voltata dall'altra parte, sul cuscino, e ho continuato a dormire come se avessi avuto tutto il tempo del mondo.
Poi mi sono alzata, ho fatto colazione, pulito casa, ascoltato un po' di musica, cucinato.
Ho pensato al mare che forse in quei momenti si stava dibattendo feroce sul bagnasciuga, oppure era abbastanza calmo da potermi infondere tranquillità, se solo ci fossimo visti. 
Mi dico "forse domani". E se non domani almeno giovedì. Ho anche un completo sportivo nuovo, blu, regalo di Fred, che desidero mettere alla prova. 

giovedì 17 gennaio 2019

Un Libro di Poesie

Ho scoperto che mi piace la poesia.
Tanto. 
Più di quanto avessi mai potuto immaginare.
Mi piace leggere i versi, penetrarli, giungere fin dentro il loro criptico mistero.
Emozionarmi, sentirli dentro come un eco. 
Un frastuono, uno scoppio interiore.
Oppure un languore, una carezza, un abbraccio. 

Un mese fa ho comprato un libro di poesie. 
Il mio primo libro di poesie, tra migliaia di romanzi e di manuali.
Ne leggo un po' ogni sera, sempre le stesse, che ormai conosco quasi a memoria. 
Sono la mia buonanotte, il mio dolce addormentarmi. 
A volte ci capiamo alla perfezione, altre viviamo su pianeti distanti.
Eppure restiamo affini, anime che si compenetrano. 
E ad oggi, se avessi un po' di spazio in questa casa mignon, comprerei altri libri di poesie di cui nutrirmi. Perché ho capito che il mio e-reader va bene per tutto, ma non per i versi.
Quelli li voglio anche toccare. 

Michele Mari, Cento Poesie d'Amore a LadyHawke.

domenica 13 gennaio 2019

Così Piccola

Ha il viso tondo, pochi capelli chiari sulla testa.
Gli occhi grigi e vispi, la pelle delicata come un bocciolo di rosa.
E quando sorride mi prende la voglia di contemplarla all'infinito, come un'opera d'arte. 

Fonte: quotidianopiemontese. it

Forse alla neonata del nostro barista mi sto affezionando troppo.
Alla sensazione del suo corpicino caldo quando la tengo in braccio.
A quella manina perfetta che si stringe intorno al mio dito.
Al suo odore docile di bebè.
Alle prime percezioni di un carattere mite e solare.
A quei sorrisi sempre pronti, quando inizio a guardarla e poi le parlo.

Le voglio bene come se fosse nata all'interno della mia famiglia, come se ne facesse parte.
E quando passano a farmela vedere mi sciolgo come non facevo da tempo, preda di una tenerezza ed un'euforia che ho vissuto ben poche altre volte in tutta la mia esistenza.

La mamma se ne è accorta, forse anche il papà.
E' possibile che se ne siano accorti tutti quelli che ci hanno viste insieme.
Però non mi importa, non voglio sprecare questi attimi di pura meraviglia adoperando un pudore inutile. Voglio amare questa bambina senza censure, senza pensare che forse, se il padre cambierà lavoro, non la vedrò più così spesso. Non la vedrò crescere, non potrò adorarla tanto apertamente e spudoratamente come faccio ora.
Sono rischi che si corrono, in fondo.
Quegli azzardi che vale la pena di accollarsi sulle spalle. Amare qualcuno e sapere che può smettere di far parte della tua vita da un momento all'altro.

Fonte: ioeilmiobambino. it

PS= Il primo che mi consiglierà di fare figli verrà impiccato su pubblica piazza, senza diritto di processo. 

sabato 12 gennaio 2019

Stamattina

Fuori c'è il sole ma le temperature sono scese in picchiata.
Non era previsto che questa mattina andassi a camminare: sono malata da giorni pur andando regolarmente a lavoro e sarebbe stato più logico restare al caldo che uscire al gelo.
Però era tale la voglia di rivedere il mare e di sentire le mie gambe fremere, che in un quarto d'ora mi sono alzata, ho mangiato due biscotti e sono corsa via. Forse se Fred fosse stato in casa mi avrebbe dissuasa, ma lui non c'era e pure la mia ragionevolezza non si era ancora svegliata.

Fonte: viaggiamo. it

Bianca in viso, come un fantasma, vestita di nero come un'ombra, ho attraversato dapprima il mio quartiere, poi la cittadina, infine sono arrivata in spiaggia.
E non mi bastava il lungomare, volevo sentire la sabbia sotto le scarpe. E allora sono arrivata lì, tra le conchiglie, i gabbiani, le onde delicate, il sole che si ergeva meraviglioso in cielo. Due barche vicino la riva a raccogliere telline. Lontano vedevo le sagome di due cani che si rincorrevano. E le cabine chiuse, il legno di travi andate in pezzi. 
Ho catturato tutto con gli occhi, felice, anche se il freddo mi paralizzava le mani e dovevo fermarmi ogni pochi minuti a soffiare il naso. 
Poca gente in giro, il sabato c'è una pace che gli altri giorni ci si sogna. 

E adesso manca poco più di un'ora all'inizio del mio turno. Non mi sento in forma, ma neanche così male da dover restare a casa. 
Tuttavia la sera esco dal negozio che sembro uno straccio vecchio ed usato, con i bordi sfilacciati e macchie ovunque da ripulire. Il tempo di cenare, fare una doccia bollente in cui restare anche oltre il necessario, poi via sotto le coperte, con gli occhi che si chiudono su un libro qualunque e una notte intera da passare in un completo oblio. 
Guarirò completamente, ma forse non oggi. 

mercoledì 9 gennaio 2019

Ritratti Astratti

Costruiamo tutti un'immagine di noi stessi. 
Anno dopo anno la tingiamo, ne disegniamo i contorni, cerchiamo di renderla sempre più vicina al reale. I chiaroscuri, la prospettiva, le ombre, i colori. 
Nella nostra mente creiamo un ritratto il quanto più possibile fedele, con una miriade di piccoli dettagli che aggiungiamo a poco a poco, giorno dopo giorno. Un neo qui, una ruga lì.

Fonte: ClipArt


Poi succede che la vita ci porta fuori direzione, ci mette di fronte prove che non ci saremmo aspettati, ci fa comprendere quanto quell'immagine sia in realtà distante dal vero.
D'improvviso quella foto così ricca di particolari di noi stessi diviene estranea, contorta, mal disegnata. Sono nostri quegli occhi? E' davvero quella la linea della nostra bocca? E il nostro mento ha sul serio quella forma o l'abbiamo solo immaginata?
In un giorno iniziato come qualunque altro l'immagine di noi stessi sembra cadere giù come un castello di carte. Tutti quei dettagli che avevamo faticosamente aggiunto, pezzo dopo pezzo, ci sembrano irreali, passati, il frutto di ragionamenti distorti o anche solo ciechi. 
Il velo cade ai nostri piedi, le nebbie si diradano, il quadro diventa incompleto, astratto, solo un susseguirsi di linee contorte che non ci rispecchiano più.

Forse per questo è inutile pensare di essersi compresi.
Di aver realmente capito chi siamo. I nostri gusti, le attitudini, i talenti, le inclinazioni, i desideri, i sogni, i limiti. 
Siamo in continuo divenire, una trasformazione millimetrica ma quotidiana che ci rende ogni giorno un pochino diversi dal precedente. 
E' un viaggio questo qui. Un viaggio nel quale possiamo incontrare pezzi di noi stessi dietro ogni vicolo. Pezzi che possiamo amare, accogliere, cui volere bene. E pezzi che ci spaventano, ci irritano, ci fanno sentire sull'orlo di un precipizio. 
Ci sentivamo ineccepibili, e invece siamo carne, spesso marcia, facile preda di avvoltoi. 

domenica 6 gennaio 2019

Di Albe e Tramonti

Sono amica dell'alba, dei suoi colori delicati; cultrice delle mattinate fuori casa, spettatrice quasi solitaria di una manifestazione che si rinnova ogni giorno ma che è sempre diversa e sempre nuova. 
Complici le feste, negli ultimi giorni ho potuto godere di qualche tramonto e mi è sembrato che i suoi colori intensi e folli e variopinti fossero lì proprio per me, che mi stessero aspettando, che mi dicessero guardaci. Ed io l'ho fatto, sapete. L'ho fatto con una tale abnegazione che avrei potuto perdermi e non ritrovarmi più. Andare fuori di testa, seguire quelle sensazioni e non trovare la strada di casa, la famosa via del ritorno. 
Guardavo e guardavo e guardavo. E poi mi emozionavo, quasi piangevo, a tratti perdevo il contatto con la realtà. 

Fonte: hotelhaiti. com


Non so perché la natura mi emozioni a tal punto e non so perché, spesso, riesca a farlo più degli esseri umani. La trovo più bella di un film alla tv, di un cucchiaio di nutella, di una mangiata epica, di una giornata di shopping sfrenato, di un idromassaggio, di un giro su un'auto di lusso.
Forse non più di una carezza, di un abbraccio nel momento giusto, di una parola carina o della musica. Forse in questi casi potrei pensare ad un pari merito.
La verità è che ci affanniamo tanto nel cercare qualcosa che ci riempia l'esistenza, la mente ed il cuore. E che a volte, questo qualcosa, potrebbe essere già davanti ai nostri occhi.
Occhi a volte ciechi o poco attenti, occhi che si voltano a cercare qualcosa di più sofisticato. Non so se è davvero l'ultimo modello di cellulare a poterci rendere felici; non so neppure se possano farlo un bel vestito o una pettinatura alla moda.
Mi sono specchiata come il sole nell'acqua, in quei riflessi arancio che lasciavano socchiuse tante altre bocche oltre la mia. E in quello specchiarmi ho intravisto una sensazione di vuoto e poi di pienezza, di amore ed attaccamento alla vita. 
C'erano anche la paura di non saperla catturare appieno e poi la voglia di imparare a farlo. 

"Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole,
La vita,
L'amore?"
(Domenico Modugno)

venerdì 4 gennaio 2019

Reazione a Catena

Forse un po' in ritardo, ma il freddo è arrivato anche qui. Me lo sento nelle ossa, sulle mani, in quel brivido dietro la schiena. 
C'è un sole bellissimo che mi fa venir voglia di uscire di casa, di vivere l'esterno, la natura, il mondo, a discapito di quel gelo che si insinua ovunque. 

Mi sono alzata tardi questa mattina. Con Fred abbiamo trascorso quasi una settimana di notti insonni a causa del suo malessere, e oggi il fisico ha preferito prendersi la sua rivincita. Mi sono svegliata di soprassalto ed erano le 9:30, orario stranissimo per me che sono solita aprire gli occhi già tre ore prima. Ne avevo bisogno, dev'essere così. 

Fonte: frasimania. it


Il lavoro è ripreso bene. Certo non è mancato qualche intoppo, però mi sento solare, allegra, volenterosa. Una cliente mi ha portato una bella calamita da Napoli che ho appeso al frigo. Quando al telefono l'ho raccontato a mia madre, ha sorriso dicendo che so farmi volere bene da tutti. Che anche lì c'è tanta gente che ancora la ferma per chiederle di me. 
E' una bella sensazione sapere di avere lasciato qualcosa nelle persone che ho servito, con cui sono venuta in contatto, a cui ho regalato un po' di umanità oltre il semplice dovere. Una bella sensazione avere la netta percezione di non essere un operatore qualunque dietro uno sportello qualsiasi, ma una donna a cui la gente si affeziona, di cui si ricorda.
In negozio è entrato un signore di Milano, ieri. Gli ho sorriso, aveva una bella faccia e dei bei capelli bianchissimi pur non essendo così maturo con l'età. 
Mi ha ringraziato dicendo che è proprio bello entrare in un posto e trovare un sorriso così aperto. Ha sorriso anche lui, meravigliato. E questa è forse la ragione principale per cui dovremmo essere tutti più sorridenti: un sorriso inaspettato ne crea sempre uno di rimando. Come in una reazione a catena, in cui un gesto gentile ne provochi un altro e poi via così. 
Basta comportarsi come macchine. Asettici, col muso lungo, incapaci di guardare un altro essere umano negli occhi. Tutti presi dai nostri cellulari e così poco da ciò che abbiamo intorno. Torniamo a guardarci, a sentirci, a ridere insieme. 

martedì 1 gennaio 2019

Questi Giorni

Tra una manciata di ore tornerò alla mia solita vita.
Fatta di continui andirivieni, di persone, di mare la mattina presto, di musica a tutte le ore, di cose da fare che a volte sembrano non finire mai.
E' la mia vita e mi piace; vanno benissimo le ferie ma sono contenta anche di tornare a lavoro, a quelle ore scandite con sistematica imprevedibilità.

Fonte: lasoffittadellestreghe. it

Questa settimana di vacanza è andata bene, ma come spesso mi succede l'ho vissuta in apnea.
Senza rendermene conto completamente, come preda di un sogno o di una nebbia. Sento che i giorni sono passati in fretta senza che li abbia realmente compresi o guardati da vicino, come se li avessi a malapena intravisti in una di quelle macchinette giocattolo in cui spingendo un bottoncino, da bambini, si potevano vedere cartoline formato mignon.
Guardi l'insieme ma non scorgi il particolare.
Esistono ancora? le vendono tuttora in quei chioschi bellissimi che popolano i centri turistici?

Ed ero fuori, anche se ero dentro. Vedevo tutto ma sentivo a malapena. 
Ero in un mondo ovattato, protetta. Le premure di mia madre, il sonno perfetto della notte, le battute fuori posto di mio padre, le braccia di mio fratello che mi stringevano.
Avevo chi mi preparava da mangiare, come quando ero piccola. E poi la mia amica Veronica, il nostro pomeriggio insieme. Le confidenze, il sapore di quel latte macchiato e di quei dolcetti al burro. La natura intorno, così prodiga, il sole alto nel cielo senza neanche una nuvola che minacciasse pioggia.
Si, questa settimana è andata bene. Ma adesso, caricate le batterie, è ora di riprendere gli ormeggi.