Sola nella stanza sono sul mio tappetino.
Ho già fatto il saluto al sole e ritrovato un po' di concentrazione.
Appoggio il cuscino, mi metto in Malasana per aprire le articolazioni. Poi alzo le gambe, distendo le mani a terra. Il pensiero di fallire per la centesima volta non mi sfiora neppure.
Ora sono in Chaturanga, fletto le ginocchia e le appoggio all'interno delle braccia. Il mio sguardo è sul cuscino a terra, non mi preoccupo di dove siano i piedi.
E come per magia questi si alzano.
Entrambi, per la prima volta.
Li sento sollevarsi. Di poco ma sono su.
Sento una gioia incontenibile arrivarmi agli occhi, cadere in gocce calde che forse sono lacrime oppure è sollievo. Odo un grido uscirmi dalla gola, esplodere in un "ce l'ho fatta".
E provo ancora, provo di nuovo, lo faccio dieci-venti volte. Riuscendo sempre.
Era il mio obiettivo. Era lì che mi guardava da mesi. Le cadute, i lividi, le braccia peste, le ginocchia bluastre. Ho finalmente costruito la posizione. Il terrore di cadere, che secondo la mia insegnante mi impediva di far sollevare i piedi sulle braccia, sta finalmente scemando.
Ci vorrà tempo per giungere alla perfezione perché una posizione complicata si raggiunge in mesi di prove, a volte in anni. Ma questo passo, il più importante, è stato compiuto.
Volevo finire l'anno facendo il Corvo ed ho fatto il Corvo.
E lo so che avrei potuto o dovuto scrivere un post di bilancio, perché è così che si fa.
Ma non esiste bilancio che non mi faccia pensare al fatto che i limiti esistano soprattutto per essere superati. E che la nostra volontà, per quanto piccolo o grande sia un obiettivo, sia il motore per vincere ciascuna sfida.
Sono stata male per mesi, ho seriamente pensato di non poter più tornare la stessa di sempre.
Però stamattina su quel tappetino non ero la me di marzo, aprile, maggio o giugno. Ero una nuova me. Una me più forte.
E allora che importanza può avere ripercorrere ciascun evento di questo 2019 se quello che realmente mi interessa è vivere il presente e preparare un nuovo anno all'insegna di ciò che mi ha fatto stare bene in quello vecchio? Questo è l'anno in cui una nuova passione si è affacciata alla mia porta e anziché sprangargliela per timore gliel'ho spalancata con convinzione. L'ho accolta, l'ho fatta crescere dentro di me, l'ho sentita mia anche se da me era sempre stata lontanissima, anche se non mi era mai appartenuta.
Ho 34 anni, potrei essere una donna centomila volte migliore di quello che sono, però tutto sommato mi piace quello che sento e quello che vedo. Mi piace quello che scopro di me, mi piace sentire che il percorso non finisce mai e che c'è sempre una zona inesplorata di cui meravigliarsi.
Dunque il mio augurio per voi che mi leggete è quello di scoprire un pezzo di voi stessi che forse c'è sempre stato ma che vi stupisca all'improvviso. Che vi faccia sorridere, vi faccia sentire vivi, che impegni le vostre giornate in modo pieno.
Ma soprattutto vi auguro di essere felici, di cogliere i frutti migliori che la vita abbia da offrirvi e che questi vi nutrano e vi soddisfino nel profondo.
Buon 2020, con tutto il cuore.