Quando è entrata in negozio stavamo per chiudere. Avevo già sbrigato la maggior parte delle solite noiose e petulanti pratiche e già pregustavo il momento in cui sarei rientrata a casa e avrei abbandonato i miei abiti scuri in favore di una doccia rigenerante.
La divisa è pratica e confortevole ma talvolta diventa pesante come quella seconda pelle che non vuoi.
Non aveva un viso allegro, tutt'altro. Occhiaie scure le cerchiavano lo sguardo ed il viso era più tirato e prostrato del solito. Ha chiesto un aperitivo e abbiamo pagato una bolletta. Senza che glielo chiedessimo ha raccontato di avere avuto una giornata infernale, ai limiti del sopportabile. Di aver commesso anche degli errori sul lavoro, sbagli che di solito si guarda bene dal compiere. L'ho vista a terra e anche se non mi è particolarmente simpatica per tante ragioni che non ha senso descrivere in questa sede, ho provato dispiacere per lei.
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Fonte: bitmat. it |
E allora, dal momento che a quell'ora il negozio si era svuotato, ho deciso di fare una cosa che raramente faccio. Ho detto la mia, anche se non mi era stato chiesto.
Le ho detto che qualunque cosa fosse accaduto, era ormai passato. Messo dietro le spalle, finito, andato. E che domani, ovvero oggi, sarebbe stato un giorno diverso. Migliore, se lo avesse voluto. Che non ha senso definirsi per una giornata storta e che la vita non va mai valutata in un momento no.
Ha troppi carichi: un lavoro che in pochi mesi è diventato di responsabilità, un figlio da crescere da sola, una casa da mandare avanti, due genitori anziani a cui dedicarsi un po'. Mi ha detto che vorrebbe una vita senza nulla da fare. Le ho risposto che deve sperare in una vita in cui poter fare meno, non in una vita vuota.
Le ho fatto un discorso sulla positività, su un'esistenza da vivere con entusiasmo ed ottimismo nonostante i fardelli da portarsi dietro la schiena. Una vita in cui ogni giorno andato male sia uno in meno da superare. Che le cose non possono essere risolte con un sorriso ma che un sorriso, spesso, disarma anche il più temibile dei nemici.
Se non vogliamo che la marea ci travolga, la marea dobbiamo essere noi. Sicuri di noi stessi anche quando ci sembra di stare per crollare.
Non siamo rimaste molto a parlare, forse solo una decina di minuti.
Però quando è andata via mi ha ringraziato, dicendo che le mie parole le avevano fatto bene e che sarebbe tornata a casa dal figlio molto meno scura in viso, pensando al giorno dopo in modo diverso, finalmente possibilista.
Forse questo è uno degli aspetti che più amo del mio lavoro: non sai mai chi entrerà dalla porta. Potrebbe essere un rapinatore che la vita te la strappa via con un solo proiettile, come è successo anni fa ad uno zio del mio compagno. Ma in molti casi è contatto umano, scambio, empatia, a volte persino emozione. Vedere quella donna uscire con la schiena dritta dopo essere entrata con la schiena curva è stata una piccola grande vittoria, di quelle che un po' scaldano il cuore e rendono felici di essere al mondo.
Chissà se il cuore lo ha scaldato più a te o a lei.
RispondiEliminaPresumo ad entrambe.
Lunga vita ad i contatti umani. E alle antipatie rivalutate.
Chissà, magari tornerà. E ti sembrerà quasi dolce.
E' una cliente fissa, la vedo spesso. Non è una sconosciuta, insomma. Tornerà sicuramente.
EliminaNon so quale cuore si sia scaldato di più, credo comunque che questa chiacchierata abbia fatto bene ad entrambe.
Oggi avrei bisogno anche io di entrare nel tuo negozio allora :)
RispondiEliminaDare conforto a una persona che magari si era anche comportata non benissimo (visto che appunto dici che non ti era molto simpatica) è un gesto di grande gentilezza.
Pensa che di questa persona avevo già scritto perché effettivamente non si è sempre comportata benissimo con me.
EliminaMa non importa, la vita va avanti ed io non mi fossilizzo.
Se vuoi entrare in negozio, sei il benvenuto :)
Fa piacere riuscire a dire le parole giuste che servono a togliere il magone al nostro prossimo.
RispondiEliminaSi, fa piacere.
EliminaChe bello! Incontrare persone come te nel momento giusto può essere una svolta per migliorare la giornata o anche cominciare a cambiare prospettiva :)
RispondiEliminaCe ne fossero di più...
Mille grazie :)
EliminaVero che è difficile, me ne sono resa conto tante volte sulla mia pelle.
Io ammetto di usare il personale per creare empatia in ambito lavorativo
RispondiEliminaQuesto perché bene o male capisco il mio interlocutore
Però ieri mi hanno detto che sono paraculo 😁
Tu sei probabilmente paraculo :D ma secondo me fai benissimo, soprattutto sul lavoro.
EliminaE' la prima volta che leggo di un negozio che vende empatia, anzi no, non la vende, la regala :-)
RispondiEliminaComplimenti, bellissimo gesto.
Per me è stato del tutto normale, quindi non lo percepisco come "bellissimo", ma ti ringrazio :)
EliminaDi norma, se vedo una persona stare male, cerco di alleviarle la pena.
Una vita in cui ogni giorno andato male sia uno in meno da superare.
RispondiEliminaBellissimo questo punto di vista... :)
Che le cose non possono essere risolte con un sorriso ma che un sorriso, spesso, disarma anche il più temibile dei nemici.
Mi è capitato di ricevere un sorriso gratuito più di una volta, in modo inaspettato, che mi ha fatto sorridere a mia volta e, in giornate particolarmente difficili, mi ha aiutato a superarle, sentendomi un attimo rincuorata.
È bello, questo potere del sorriso, del bene dato e ricevuto gratuitamente.
Che bella che sei, hai fatto davvero bene...
Un abbraccio,
Nuvola
Grazie Nuvola :)
EliminaIn questo caso non mi riferivo al sorriso altrui, offerto gratuitamente, quanto al nostro. A quei sorrisi che tiriamo fuori anche quando stiamo male, perché è sempre meglio usarne uno in più che uno in meno. La vita non merita di toglierci il sorriso, anche se tante volte è proprio quello che cerca di fare.
Un abbraccio.
Te l'ho detto già che hai un gran cuore: non ti giri dall'altra parte!
RispondiEliminaTu con me sei troppo generosa.
EliminaGrazie Kitty :)
È bello incontrare persone disposte ad ascoltare e tu lo hai fatto. Oggi è sempre più raro trovare qualcuno che sappia ascoltare non solo con gli orecchi ma soprattutto col cuore.
RispondiEliminasinforosa
A me piace ascoltare, purché il discorso non diventi troppo prolisso o noioso. In quel caso tendo a sfuggire perché la mia attenzione vacilla.
EliminaPerò di norma sono una persona che ascolta e a cui ci si può appoggiare.
È che la gente non è abituata all'ascolto attivo...stenta a credere che qualcuno possa davvero trovare parole.
RispondiEliminaA volte basta così poco...
Sono A. ��
Elimina...Lei stessa non è un tipo che ascolta. Più che altro parla...
EliminaE' uno dei piaceri innegabili di chi ha a che fare con il pubblico. Io ho clienti assolutamente impenetrabili, ed altri che ti raccontano tutta la vita, e con i quali entri in splendida empatia. Sono quelli che ti generano il sorriso quando li vedi all'entrata. Dio li benedica.
RispondiEliminaEcco, alcuni parlano pure troppo :D
EliminaCon altri riesco persino a divertirmi. Qualche sera fa abbiamo fatto una cena, è stato bello.
Sei una bella persona, entrare nel tuo negozio significa uscirne arricchiti anche nell'animo.
RispondiEliminaGrazie Daniele, che belle parole :)
Eliminahai raddrizzato di un milionesimo di grado l'asse terrestre, che detto così sembra poca cosa, invece è impresa epica.
RispondiEliminamassimolegnani
Il giorno dopo è tornata in negozio, aveva il sorriso sulle labbra. Mi ha fatto l'occhiolino ed ho capito... :)
EliminaHai fatto benissimo a fare un cambio alla "regola" di non da intrometterti perché a volte avere una parola di conforto da qualcuno che non ci conosce (e quindi anche se limitatamente) può darci una immagine più nitida delle cose. Sarei curioso di sapere se avrete altri confronti anche se mi sento un po' impiccione :D
RispondiEliminaMacché impiccione ;)
EliminaE' tornata il giorno dopo, indossava un bel sorriso. Quando le ho chiesto come andava, ha detto meglio col pollice in su. E ha ringraziato ancora per il giorno prima.