E' una domenica lenta, di quelle che non capitano quasi mai.
Anche nelle giornate di riposo tendo a riempirmi la vita di cose da fare, di gente da vedere, di cibi da provare. Oggi, invece, tutte queste cose le ho fatte prima di pranzo - sotto una pioggia torrenziale ed un ombrello insufficiente per due - ed ora sono sdraiata sul letto ad ascoltare il vento che ulula dannato dietro le imposte, mollemente invischiata in questo relax semi-forzato che un po' mi piace e un po' mi annoia.
Fonte: notizieoggi. it |
Il primo novembre ricorre il compleanno della nonna di Fred.
Ed io, molto stupidamente, ho organizzato una gita sul lago di Bolsena.
Non era premeditato, sia chiaro. Per la prima volta in 13 anni l'ho dimenticato. Ora mi sento schifosamente in colpa ma ho già scomodato mari e monti per un pranzo nell'albergo di una collega di mio fratello e qualora disdicessi creerei un problema a lui, che si è tanto prodigato per farsi trovare un tavolo nonostante il pienone di una giornata di festa. Inutile girarci intorno, disdire è impossibile.
Neanche un regalo le ho comprato. Io che sono solita pensarci venti giorni prima se non un mese, io che ho sempre un pensiero per tutti, io che non mi presento mai a mani vuote. Nei prossimi giorni il tempo per comprarlo non c'è: rimedierò con un mazzo di fiori, pur detestando queste soluzioni da ultimo minuto.
Mi sto rincoglionendo, è ora di accettare la dura realtà.
Solo mi spiace che a farne le spese debba essere una persona che mi ha accolta in casa sua quando ero poco più di un adolescente, offrendomi anche la sua stessa camera per farmi dormire più comoda, preparandomi pasti, facendomi sempre sentire una di famiglia.
Una persona che sto trascurando, pur sapendo bene che all'età di 84 anni non potrò godermela ancora a lungo. A volte mi sembra di vivere in affanno, come se non riuscissi a fare tutto quello che vorrei o che ho in programma, come se il tempo mi sfuggisse di mano pur non essendo riuscita ad utilizzarlo nel modo più proficuo possibile.
Colpa della mia disorganizzazione, del voler accontentare più teste possibili, colpa della mia attenzione sempre più vacua ed incerta.
Ho un libro sul comodino da venti giorni, penso di averne lette appena cento pagine. Io che leggevo sessanta libri in un anno, anche di un certo spessore. Io che adesso cerco solo leggerezza, scappando di fronte a tutto quello che leggerezza non è.
Nella vita si cambia signori miei, non sempre in meglio.