sabato 17 marzo 2018

Tra il Dire e il Fare

Qualche settimana fa mi è stato chiesto di candidarmi come consigliere comunale. 
Ci ho pensato a lungo, ci penso ancora oggi che pure ho rifiutato da almeno due settimane.
Ci penso perché una parte di me avrebbe accettato, avrebbe provato, avrebbe voluto dare il proprio contributo per questa città. 
Ma poi la mia vita si sarebbe ingarbugliata, avrei perso quella tranquillità a cui tanto ambisco. Se la mattina mi alzo presto per andare a camminare, lontana da tutto e tutti, con la sola compagnia delle mie gambe e della mia musica, la ragione principale è che voglio godere appieno della solitudine. Voglio scacciare via lo stress di lavorare a stretto contatto con la gente, le loro continue paturnie, i discorsi che sono costretta ad ascoltare, lo sforzo di dover sorridere a chiunque entri dalla porta. 
Se avessi dovuto anche affrontare delle riunioni comunali, lavorare a stretto contatto con altra gente, ascoltare altre urla e altri discorsi spesso inconcludenti, quanto avrei potuto reggere?

Se non fossi stata quel gattaccio selvatico che sono, forse avrei potuto farlo. Avrei retto la vita di negozio e quella del comune senza colpo ferire. Avrei elargito falsi sorrisi a tutti senza sentirmi in difetto. Sarei stata perfettamente in grado di collaborare con questa città a cui ormai voglio bene e al tempo stesso continuare con il mio lavoro.
Alla sera avrei bevuto una camomilla e mi sarei gettata indietro tutto quanto, almeno fino al giorno dopo.

Fonte: diaspora

E invece sono una di quelle persone che ha bisogno di sentirsi addosso il minor numero possibile di morse. Ho bisogno di aria, di coltivare i miei spazi, di tenere la casa in ordine quasi quanto i miei pensieri. Sono molto socievole ma non al punto di fare entrare qualcuno o qualcosa di nuovo nella mia vita senza prima aver messo tutto sulla bilancia. Perché questo equilibrio, confezionato su di me e sulle mie esigenze, mi piace e mi gratifica. 
Il caos mi rende irrequieta, distratta, inconcludente. E tutte le volte in cui ho ascoltato il solo istinto, a conti fatti mi sono data la zappa sui piedi.
Perché si, se questa volta avessi seguito l'istinto, quel posto da consigliere sarei andata a prendermelo. Non ci avevo mai pensato prima che mi venisse proposto, ma poi è stato piacevole accarezzare quell'idea, pensare che avrei potuto contribuire a qualcosa d'importante. Perseguire uno scopo, far parte di un progetto in cui credo. 

Si, se non fossi quel gattaccio selvatico che sono. Se fossi capace di lavorare in gruppo. Se non mi sentissi rinchiusa nella buia cella di una galera tutte le volte in cui devo rendere conto ad altri di quello che faccio. 
Ho bisogno di aria. E all'interno di una sala comunale avrei potuto solo annaspare. Peccato, però. 

24 commenti:

  1. Ti hanno proposto il ruolo di Consigliere Comunale? Che figata! Però sì, dopo quelle sono esperienze che portano via tempo e provocano stress. Da quello che scrivi un po' di rammarico per aver detto no c'è, ma anche la consapevolezza che il no sia stata la scelta migliore.

    In questo sono come te, ho bisogno di spazi, aria e anche di mettere il freno a volte e di 'pollegiare'.

    Comunque sì, indubbiamente ti dava la possibilità di imparare a lavorare in gruppo!

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    1. Si, una figata in effetti. Solo che bisogna pensarci anche in concreto, a tutti gli impegni ed il nervosismo che avrebbe comportato un ruolo di questo genere. Un po' di rammarico c'è ma che sia la scelta giusta non ho dubbi :)

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  2. Effettivamente se senti il posto in cui vivi come tuo e hai anche un'attività lì avresti potuto far delle cose buone
    Ma lo stress ci sarebbe stato, fidati


    Abbraccio

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    1. L'attività non è mia, ma del mio compagno e di suo fratello. Io sono dipendente, anche se chiaramente non mi comporto come una semplice operaia che entra, fa le sue ore e amen.
      Quel che mi ha frenato, principalmente, è stata proprio la paura di aggiungermi altri carichi di stress.
      Baci.

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  3. Lo so. Le persone migliori, quelle sensibili e intelligenti, non perdono tempo con la politica lasciando campo aperto ai peggiori, agli affaristi.
    Ciao Sara.

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    1. Grazie di considerarmi sensibile ed intelligente :) ma non mi piace pensare che tra chi fa politica ci siano solo persone che queste qualità non le possiedono.
      Baci.

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    2. Conosco infatti delle gran belle persone, che si impegnano e ci mettono il cuore...
      Ma il carico di impegni e stress, è garantito.

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    3. Anche io ne conosco Gioia, per questo penso che sia possibile anche fare politica senza inaridirsi.
      Possibile, ma certamente non facile. Baci.

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  4. Sarà ma io non ti ci vedo proprio a politicheggiare... un mondo gretto, calcolatore, arido e profittatore... ti avrebbero spazzato via, o rovinato l'anima...

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    1. Forse mi ritieni troppo fragile :)
      Sono tante le donne in politica, perché la mia anima sarebbe stata a rischio?
      Mi preoccupavo più dello stress che non del cinismo che avrei ottenuto.

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  5. Hai fatto bene a rifiutare perché le situazioni politiche, specie attualmente portano solo stress, ansia e frustrazione. Penso si possa imparare a lasciarsi scorrere le cose addosso, ma che senso ha? Penso che la politica e i temi sociali, specie del posto in cui vivi, ti prendano particolarmente.

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    1. Ciao Pier,
      sono le principali ragioni per le quali ho rifiutato. Non me la sento di caricarmi di nuovi fonti di stress ed ansia.

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  6. Beh, comunque la politica a livello comunale, non nelle grandi città, è una cosa meno da magheggio. Poi chiaro che è più facile conoscere i propri elettori ed è più facile deluderli se le cose non vanno benissimo :D.

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    1. Questa è una città a tutti gli effetti. Non un capoluogo di provincia, ma comunque conta quasi 63mila abitanti. Quando sono arrivata la situazione era disastrosa, con ammanchi gravissimi ed ex sindaci che avevano pensato solo al proprio tornaconto, totalmente incapaci di amministrare.
      Le cose sono nettamente migliorate negli ultimi 5 anni, proprio grazie ad un'amministrazione virtuosa.
      Buona domenica.

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  7. Nella vita la priorità la deve avere, secondo me, la propria serenità e felicità...Hai fatto ciò che ritenevi meglio per te stessa e su questo non si può assolutamente sindacare! Un bacione

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    1. Esatto. La serenità credo di dovermela conquistare giornalmente con le unghie e con i denti. Non sarà aggiungere un altro carico che mi aiuterà a farlo.

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  8. thanks for sharing this lovely post dear,keep posting..

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  9. Cara Sara, anche io penso tu abbia fatto la scelta giusta, dato il grande stress che ti provoca già ul tuo lavoro a contatto con il pubblico. Brava...Il segreto per stare sereni il più possibile è quello di conoscersi e di evitare altre fonti di stress. Almeno quelli che si possono evitare. Un abbraccio fortissimo.

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    1. Grazie Irene.
      Credo che la mia vita anziché arricchirsi a livello umano, si sarebbe impoverita e non è questo a cui ambisco.
      Baci.

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  10. Certi impegni bisogna prenderli seriamente ed impegnarcisi a fondo e per chi è responsabile come tu sei, è un impegno faticoso. La propria natura poi fa il resto, il voler essere spiriti liberi e senza costrizioni e morse porta a prendere la decisione che hai preso tu.

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    1. Non potevo prendere altra decisione che questa, per come sono fatta.

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