martedì 31 ottobre 2017

Mare Torbido

Questa mattina il mare era torbido, come torbide erano le nuvole che gli si specchiavano addosso. Si faceva fatica a distinguere dove finisse la distesa d'acqua e dove iniziasse il cielo. Sembravano un tutt'uno di azzurro plumbeo, che pian piano è andato a schiarirsi col sopraggiungere del sole. Quando era ormai venuta l'ora, per me, di tornare a casa.

Fonte: ilgiunco. net
Con la musica alle orecchie ho pensato che del mare io godo tutto fuorché il suo rumore. Mi sono chiesta se questo sia un modo per vivere un'esperienza a metà, non colma nella sua interezza. 
Sovrasto lo scalpiccio delle onde con note, ritmi e parole che ripercorro canticchiando mentalmente senza emettere il minimo rumore. E' il mio modo di affrontare la camminata senza lasciare che sopraggiunga la noia ma anche un sistema di isolamento dal mondo. Dai cani con i loro padroni, dai pescatori presso le loro barche, dai rumori delle auto poco oltre. Un modo per essere sola con me stessa, riempirmi gli occhi di queste bellezze naturali e al contempo fingermi assente, lontana, distante persino dalla terra che calpesto con le mie scarpette. 

Sabato mattina c'è mancato poco che mi investissero. E' stata questione di secondi. Forse il mio amico Cristiano lassù mi ha preso per mano e gettato oltre le strisce, lì dove stava sfrecciando un'auto che non avevo visto. Avevo scorto la prima, mi ero fermata ed ero ripartita. Ma eccola lì, la seconda, così vicina al mio corpo da poterla quasi toccare. Ho ringraziato il mio passo svelto e i riflessi pronti di quell'uomo che si è poi fermato, spaventato anche lui, per redarguirmi. Per un attimo ho pensato che volesse scendere e rincorrermi, farmi del male. Aveva già una gamba fuori dall'abitacolo. Gli ho chiesto scusa, ormai non potevo fare altrimenti. Per tutta la giornata non ho pensato altro che a quei secondi che mi hanno salvata dall'impatto.

domenica 22 ottobre 2017

Domenica d'Ottobre

Fonte: eventiatmilano. it

Il grigiore, il vento, poi la pioggia. Ora un timido sole che si affaccia.
Eccola qui la mia domenica, riassunta in questi sbalzi climatici con una sola costante, quella di rendermi irrequieta ed annoiata come non capitava da mesi. 
Sono ancora in quel mood di ostilità sciocca ed irresponsabile verso l'autunno, che mi costringe a gioire solo dei giorni belli, quelli in cui il sole entri a far capolino già dalle prime ore del mattino e non mi abbandoni fino al tramonto. Quelli in cui sembri ancora estate, con queste ottobrate romane che hanno rotto le scatole a tanta gente ma che a me hanno garantito una sorta di estatico benessere. 

Complice la prima influenza stagionale di Fred, oggi ce ne siamo rimasti in casa. Ho anche dormito un po' nel pomeriggio, mi sono dedicata a quello che si potrebbe definire relax.
Ma il fatto è che avrei voluto uscire, camminare, vedere di nuovo il mare, prenderlo per mano e ridere insieme a lui delle questioni più disparate, senza un motivo apparente se non la voglia di stare insieme in allegria. 

A volte alla sera rimpiango l'estate. Quando ci vestivamo in fretta dopo la doccia ed il lavoro, con la pelle ancora umida. La gente che si riversava per le vie del centro, la musica ovunque, i gelati da consumare al posto della cena, quella sensazione di gioia che si inalava come si fa con l'aria. I fuochi d'artificio sull'acqua, il cane-pecora che prendevamo sempre in giro per il suo goffo stare al mondo, lo street-food, i festival rock, la musica latina. 

E non so perché ma ora tutto questo mi fa pensare alla cicatrice in mezzo agli occhi di quella ragazza aggredita una sera non troppo lontana da qui. C'era ancora gente per la strada, era ancora quasi estate, non era ancora notte. E' stata picchiata, ferita, derubata. E adesso non esce più da sola.
Lei così bella, lei con quegli occhi azzurri che feriscono il mondo.
Avrei potuto essere io. 

martedì 17 ottobre 2017

Tra La Nebbia

Sono questi i momenti in cui è più complicato scendere dal letto e decidere di andare a camminare. I momenti in cui fuori inizia a far freddo ed il letto ricomincia ad essere il rifugio ideale nel quale rintanarsi. A volte sarebbe centomila volte più semplice girarsi dall'altra parte e riprendere il sonno. Stamattina avrei dovuto far così. 
Mi sono alzata, ho fatto colazione, mi sono vestita. E quando ho aperto la finestra pensando di ritrovare il sole, c'era invece una fitta nebbia che ricopriva ogni cosa. Una roba mai vista, qui. Così fitta che non riuscivo a distinguere bene la casa davanti né i contorni del cielo. 

Fonte: art-spire. com

"Ormai sono vestita", mi sono detta. "E ho anche già rifatto il letto".
Per cui ho messo la musica alle orecchie e sono uscita lo stesso. Fuori l'ambiente aveva un qualcosa di surreale. Vedevo i fanali delle auto venirmi incontro ma non le auto stesse. Sotto i piedi era tutto bagnato, umido, scivoloso. Ogni passo mi dicevo che avrei potuto cadere e farmi male. 
Ho raggiunto comunque il mare, mentre il cappuccio della felpa e le maniche diventavano via via più umide e i capelli iniziavano ad essere bagnati ed informi. 

Sapevo dov'era il mare ma non lo vedevo. C'era una coltre di nebbia anche lì, a ricoprire quella distesa d'acqua che tante volte avevo guardato placida e serena e che adesso si nascondeva ai miei occhi. Sul lungomare solo un altro camminatore di mezza età, questa volta senza la moglie. 
Ci siamo guardati per un istante, come a dire "Siamo due cretini". E alla fine me ne sono tornata a casa, con la coda tra le gambe, ed ho continuato il mio blando allenamento facendo step. In quella stanzetta arancione che a paragonarla al solito tragitto pieno di alberi e di natura sembrava quasi una prigione. 

lunedì 9 ottobre 2017

Nutrire l'Amore

Fonte: favim. com


Nato sotto auspici non molto confortanti, questo weekend è stato invece il migliore da un sacco di tempo a questa parte.
E oggi, nonostante il tempo sia grigio e mesto, vado a lavorare serena, con un sorriso sulla bocca e  uno sul cuore. 

Avevo bisogno di lui, del mio uomo. 
Avevo bisogno che ci rinchiudessimo in una bolla e ci dedicassimo completamente a noi due, alle nostre sensazioni, al nostro benessere di coppia. 
Ne aveva bisogno anche lui, che mi ha preso per mano e mi ha portato ad assaggiare nuovi sapori, nuove delizie, nuovi desideri ed emozioni. 
Mi sono sentita sopraffatta da tanta bellezza ed ho capito cosa voglia dire coltivarsi. 

Non c'è pianta che possa crescere e generare fiori colorati che non sia stata prima doverosamente innaffiata. Bisogna essere giardinieri di noi stessi e della nostra storia. Pronti ad intervenire alle prime avvisaglie di siccità o di maltempo. Pronti a dedicarci tutte le energie che meritiamo.


“L’amore è come una pianta preziosa. Non puoi solo accettare di riceverla e lasciarla appoggiata sulla credenza o fare finta che sopravvivrà da sola. Dovrai continuare ad innaffiarla. Dovrai davvero prendertene cura e nutrirla”
 (John Lennon)

giovedì 5 ottobre 2017

A Ottobre Si Rinasce

Fonte: Wine Dharma

Ottobre ci sta regalando ancora delle belle giornate.
Il cielo è terso, fa caldo, sembra un po' una di quelle code d'estate che rivelano la presenza dell'autunno solo per la presenza di foglie cadute ai bordi delle vie. 
E ottobre, che pure non è uno dei mesi che preferisco, voglio sia un mese di rinascita e di rinnovamento. Come quando i serpenti cambiano pelle e lasciano la precedente lungo la strada. Quella pelle che li aveva accompagnati a lungo diventa materia morta e perisce sotto il sole come se non fosse mai esistita. 

La mia intenzione ora è quella di concentrarmi sulle cose e sulle persone davvero importanti. La famiglia, il mio compagno, il mio lavoro, la mia casa, le camminate. 
Questi sono i capisaldi della mia vita ed è a loro che io devo tutto, a loro che devo e voglio ridonare tutte le mie energie. 

Tra settembre e ottobre quando ero bambina ci preparavamo alla vendemmia. Erano giornate speciali, tra le mie preferite dell'anno. La cantina si riempiva di un profumo intenso e penetrante. La lunga tavolata accoglieva le risate e le battute di noi tutti. Lungo i filari le mani diventavano appiccicose e gli insetti ci danzavano intorno richiamati da quegli aromi zuccherini.
Si può anche amare l'autunno, in fondo. Basta trovarvi qualcosa di speciale.