Era iniziata come una bella giornata. C'era il sole, gli uccellini che cinguettavano, la prospettiva di un'ora di luce in più di cui poter godere nel pomeriggio. Tutto sommato, le prospettive per un lunedì meno sgradevole del solito c'erano tutte.
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Poi sono arrivati i tuoni, i lampi, le prime gocce di una pioggia divenuta presto scrosciante.
E l'umore è andato a finire sotto le scarpe, come sempre in questi casi. Mi sono ricordata improvvisamente che è lunedì, che ho una settimana intera e piena zeppa di cose da fare dinanzi a me, sei giorni di lavoro e di momenti pregni ed intrisi di rotture di scatole.
Poi il portone condominiale che sbatte pesantemente...di nuovo. La voglia di uscire fuori, sbraitare addosso a queste persone che se ne fregano di un bene comune ma che poi stanno tanto attenti ai propri, a quegli spazi non condivisi che hanno acquistato da soli. Come se si trattasse di due mondi differenti, di due dimensioni lontanissime seppur così vicine.
Credo davvero che una persona la si possa giudicare anche da queste piccole cose. Dal modo in cui tratta le cose che appartengono anche ad altri. Dal tono di voce che usa in casa propria pur sapendo che al di là di queste sottili mura ci sono altre persone. In altre parole: dal modo in cui sta al mondo sapendo di non essere i soli.