lunedì 27 marzo 2017

Marzo Pazzo

Era iniziata come una bella giornata. C'era il sole, gli uccellini che cinguettavano, la prospettiva di un'ora di luce in più di cui poter godere nel pomeriggio. Tutto sommato, le prospettive per un lunedì meno sgradevole del solito c'erano tutte.

Fonte: scrivere. info
Poi sono arrivati i tuoni, i lampi, le prime gocce di una pioggia divenuta presto scrosciante.
E l'umore è andato a finire sotto le scarpe, come sempre in questi casi. Mi sono ricordata improvvisamente che è lunedì, che ho una settimana intera e piena zeppa di cose da fare dinanzi a me, sei giorni di lavoro e di momenti pregni ed intrisi di rotture di scatole.
Poi il portone condominiale che sbatte pesantemente...di nuovo. La voglia di uscire fuori, sbraitare addosso a queste persone che se ne fregano di un bene comune ma che poi stanno tanto attenti ai propri, a quegli spazi non condivisi che hanno acquistato da soli. Come se si trattasse di due mondi differenti, di due dimensioni lontanissime seppur così vicine. 
Credo davvero che una persona la si possa giudicare anche da queste piccole cose. Dal modo in cui tratta le cose che appartengono anche ad altri. Dal tono di voce che usa in casa propria pur sapendo che al di là di queste sottili mura ci sono altre persone. In altre parole: dal modo in cui sta al mondo sapendo di non essere i soli.

venerdì 17 marzo 2017

Camminando

Oggi camminando ho raggiunto i sei chilometri e superato gli ottomila passi.
Che per il mio allenatissimo amico Francesco saranno ben poca cosa, ma per me che ho iniziato da zero un mese e mezzo fa, poca cosa non sono.
Mi sento felice, soddisfatta, in un certo qual senso orgogliosa di me stessa. 
Non sono mai stata una sportiva e ho sempre dato la priorità ad altri aspetti della mia vita. Tuttavia ho saputo ribaltare le mie abitudini e in qualche modo inserire, con non poco sforzo, un'attività nuova che mi sta stimolando molto e che ormai pratico quasi ogni giorno, intervallandola a sedute di step qui in casa. 

Fonte: starbene.it

Le alzatacce, il sudore e la fatica serviranno a qualcosa? ora come ora non lo so. Ma di sicuro son servite a farmi sentire un poco più forte. 
E domani...bé, domani ci sarà un altro traguardo da tagliare. Chi si ferma è perduto. 

martedì 14 marzo 2017

A Fuoco

Attaccamento al lavoro, questo sconosciuto.
Quale stranezza della natura, quale anomalia.

Vorrei davvero poter gridare fino a non avere più fiato in gola, fino a perderlo del tutto e non poter parlare per giorni. 

Fonte: lamenteemeravigliosa. it

Io odio.
Ma che dico "odio". Detesto.
Io detesto certi atteggiamenti di noncuranza e di menefreghismo sul posto di lavoro. Più mi impegno e più mi sembra di veder vanificati i miei sforzi per colpa di quel pezzo di merda (si, stasera chi vuol leggere si becca anche il francesismo), a cui sembra non importare niente. A cui tutto scivola addosso, che fa quelle sue ore come un condannato a morte e che tratta i clienti con strafottenza.
Io non ce la faccio, ve lo assicuro.
E ho una paura così grande di scoppiare un giorno di questi che non avete idea.
Perché tutto quello che vedo e che sento non mi piace, mi dà il prurito, mi fa venire il mal di stomaco. 

Penso di non aver mai avuto sotto gli occhi una persona tanto sbagliata per questo tipo di lavoro quanto lui. E' palesemente fuori posto, messo lì da qualcun altro perché da solo non avrebbe saputo concludere alcunché ma che poi, puntualmente, non è neanche in grado di starci nel modo consono. Se facessi un elenco di tutte le manchevolezze che ho osservato solo nella giornata di oggi non finirei più. E se fosse un dipendente, ve lo assicuro, lo avrei mandato via a pedate. 

Mi sembra di dovermi sforzare il doppio, di dover sorridere di più, di dover essere ancora più efficiente. Il tutto per sopperire alle sue mancanze. A quello che non fa, che non dice. E anche all'esatto contrario: a quello che fa e a quello che dice.
Ma per quanto possa fare, per quanto impegno io possa impiegare...talvolta mi sembra tutto vano. E vano lo è davvero perché per quanto possa far bene il mio lavoro non potrò mai cancellare certi atteggiamenti, certe frecciatine stupide, certi sguardi da coglione. 
Certa gente purtroppo cade sempre in piedi, ha sempre le spalle coperte. E una parte di me ce l'ha con i suoi genitori che non gli hanno mai dato il calcio in culo che merita. 

venerdì 10 marzo 2017

Foto

In quest'era digitale in cui si fotografa tutto, dal cibo che si mangia alla merce che si è appena acquistata, mi sono resa conto di avere pochissime foto di me. Di noi. Anche dei miei familiari, di mio fratello, dei miei genitori. Pochissime con il mio compagno. Nessuna con la mia amica del cuore.


Fotografo fiori ed oggetti ma è così raro che decida di fotografare ciò a cui tengo davvero, che nel mio telefono praticamente non ce ne sono. 
Se uno sconosciuto si mettesse a sbirciare nella mia galleria penserebbe che sono quelle le cose di cui davvero mi importa, le cose a cui tengo. E avrebbe ragione nel definirle cose.
Ma le persone, gli affetti, quella sensazione di calore che ti pervade quando sei con qualcuno a cui vuoi bene...Ecco, quella cosa meravigliosa lì non la fotografo mai.
E allora si perdono i sorrisi, le lacrime, la gioia, i bei momenti. Finiscono tra i ricordi che non possono essere trasmessi, di cui non si conserverà una traccia materiale. 

E chissà perché mi ritrovo sempre a sentirmi gelosa di quella porzione di vita, la più autentica. Più desiderosa di viverla che di mostrarla. 

venerdì 3 marzo 2017

Sogno Uccelli Neri

Il mese scorso ho sognato di essere in un negozio, forse il nostro anche se non gli assomigliava. Sentivo però di avere una qualche responsabilità che lì mi tratteneva. All'entrata sostava un uccello di enormi dimensioni, nero, una razza che probabilmente non esiste nella realtà. Così mastodontico che se avesse aperto le ali sarebbe stato lungo due metri. Per una qualche sconosciuta ragione dovevo stare accanto a questo uccello, anche se ne avevo paura. Sentivo provenire da lui una sorta di aggressività, sebbene non mi abbia fatto alcun male. Lo temevo e gli stavo accanto comunque, gli parlavo persino e credo che lui mi abbia anche risposto. 

Fonte: In Vita Veritas

Stamattina ho sognato di essere all'esterno, in una sorta di riserva naturale immersa nel verde e in una specie di foschia. Era pomeriggio o forse quasi sera, non c'era alcuna luce diretta a rischiararci. Ero con altre persone che non conosco. Intorno a noi c'erano tanti uccelli e da loro ero affascinata. Alcuni grandi e solitari, altri più piccoli e con un bel piumaggio. Anche loro erano sempre neri. Li fotografavo, non ne avevo alcun timore. Anch'essi erano fermi. Uno di essi mi guardava, sembrava un grosso gufo. Non si muovevano mai, non volavano, non sbattevano neppure le ali. 

Mi piacerebbe tanto capire che significato possano avere questi sogni.