lunedì 26 settembre 2016

Forza Bridget!


Ieri pomeriggio sono andata a vedere il terzo capitolo della saga di Bridget Jones al cinema. Dovete sapere che di Bridget io sono una fan sfegatata e l'ho sempre considerata alla stregua di una cara amica. Quella pasticciona a cui ne succedono di tutti i colori ma che tuttavia non puoi non amare, perché è una di quelle rare persone che evita accuratamente di prendersi troppo sul serio, che sa ridere dei suoi guai e che riesce a tirar fuori un pizzico di coraggio quando serve.
Certo, Bridget Jones è stato un personaggio letterario prima e uno cinematografico poi. Ma è anche una di noi.
Una di noi donne che vorremmo essere perfette ma che, con tutta la buona volontà del mondo, non ci riusciamo. Noi donne che non siamo nate fighe come modelle e che magari siamo solo passabili. Noi che ci barcameniamo tra la voglia di perdere qualche chilo e quella di ingozzarci di cioccolato come se non ci fosse un domani. Noi che temiamo il momento di salire sulla bilancia ma che poi non sappiamo dir di no ai manicaretti della mamma. Noi che siamo tentate dall'uomo tenebroso ma che poi amiamo quello che si piega le mutande. Noi che bramiamo l'indipendenza senza per forza di cose voler rinunciare ad avere accanto l'uomo che ci piace. 

In questi anni Bridget mi ha tenuto compagnia. Era a lei che ricorrevo se avevo la febbre. Il suo dvd quello che sceglievo se fuori pioveva e sentivo montarmi dentro la malinconia. Era la sua compagnia quella che ricercavo quando dovevo attaccare i punti del latte e ad un gesto tanto noioso volevo quantomeno associare qualche bonaria risata.
Vedere la conclusione della sua storia è stato emozionante. Che fai, la tua amica del cuore vuole raccontarti come sta andando la sua vita e tu non l'ascolti? 
Ho riso tanto, pianto anche un po'. E l'epilogo, che vorrei tanto raccontarvi ma non posso, mi ha reso felice. Era esattamente il tipo di finale che ho sperato di vedere in questi anni. Nonostante tutte le lotte, la confusione, i guai, le cazzate, l'incontinenza verbale, le frasi sconclusionate...Bridget ce l'ha fatta. E' cresciuta ed ha avuto il suo lieto fine. 

E la sua vita, in fondo, è simile a quella di molti di noi. Non è perfetta, non è tutta in discesa, non è sempre come ce l'aspettavamo. Però c'è una luce in fondo al tunnel ed è bello sperare che ognuno di noi, un giorno, possa aspirare a vederla. 

giovedì 22 settembre 2016

Pensieri d'Autunno

Da che ho memoria, tutti gli anni ho sempre salutato la fine dell'estate con una malinconia inanerrabile. Mi veniva il magone, ero assolutamente certa che di lì a poco la nebbia avrebbe riempito la mia vita, avvolgendola nelle sue spire come un pericoloso serpente. Temevo il buio come si teme un nemico. Il rimpicciolirsi delle ore di luce diventava un pensiero costante, una sorta di catastrofe a cui neanche volendo avrei potuto porre rimedio ma che ugualmente mi ostinavo ad affrontare come si affronta un mostro.

Fonte: sottosservazione.wordpress.com

Quest'anno, per la prima volta, non sento tutto quel senso di oppressione addosso. L'idea del sopraggiungere dell'autunno non mi è più così ostile. Mi ritrovo a cercarlo, ad aspettarlo, a desiderarlo persino. Ho voglia di indossare le mie sciarpe colorate ed avvolgenti. Voglia di accendere le mie candele alla cannella. Desiderio di calore, di protezione, di starmene in casa mentre fuori piove. E lo so che quest'ultima cosa non la farò quasi mai. So anche che se lo facessi proverei malinconia.
Eppure ora, in questo primo giorno d'autunno, mi ritrovo a volere tutte queste cose. I colori caldi, il profumo di dolci appena sfornati, la consistenza granulosa dello zucchero sulle dita. Voglia di intimità, di una coperta adosso.
Forse sto imparando a prendere gli eventi con più filosofia. Non ha senso osteggiare tutto ciò che non può essere cambiato, tanto vale prenderlo per il verso giusto, quello meno doloroso.
Perché pensare che farà buio prima quando si può pensare a come sarà bello indossare di nuovo tutti i miei deliziosi stivaletti con il tacco? 
Perché pensare che avrò freddo ad ogni alito di vento, quando si può pensare che ci sarà il braccio di Fred a proteggermi?
Si, credo che quest'anno farò così. Fatti pure avanti autunno, non ho più paura di te. 

lunedì 19 settembre 2016

Un Mare Feroce

Mentre il temporale andava ad ingrossare le sue onde, il mare era così rabbioso da ululare. Il suo sembrava quasi un ringhio, una furia cieca che si dibatteva sul bagnasciuga con tutta la sua ineluttabile forza. Lo sentivo dal letto, quasi ne avevo paura, eppure allo stesso tempo mi calmava. Non lo vedevo ma sapevo che c'era, che pure lui stava combattendo la sua battaglia.

Fonte: narnionline.com

E nel frattempo, non so neanche come, dormivo così bene sotto la mia trapunta leggera, con le gambe di Fred allacciate alle mie, che non mi sembrava di esser mai stata meglio.
E' stata una notte riposante, nonostante la pioggia battente al di là delle imposte e di tanto in tanto il rumore dei tuoni e il chiarore dei fulmini. Una notte in cui avrei dormito ancora e ancora, quasi a non volermi svegliare se non dopo giorni e giorni. 

Stamattina è tornato il sole, il cielo è di nuovo terso e il rumore del mare non si avverte più. Ci sono i soliti aerei troppo bassi, le automobili, i bambini che non vogliono andare a scuola e che pregano i genitori di riportarli a casa. Mi sento pronta per affrontare una nuova settimana, pronta per scendere in battaglia anche io, come il mare feroce di questa notte. 

mercoledì 14 settembre 2016

Pensieri e Parole

Ho ripreso a lavorare da quattordici giorni. Ho ricominciato bella pimpante ed allegra. Neanche per una volta ho pensato che le ferie dovessero durare di più. Semplicemente l'ho presa con filosofia: c'è il tempo per divertirsi e quello per darsi da fare. 
Il rientro è andato bene ma Fred ha ripreso fin da subito a masticare stress e il risultato sono problemi di salute per i quali si rifiuta persino di curarsi come si deve. Assume dei palliativi, robaccia che ho paura alla lunga possa rendere le cose ancora più complicate. A volte non so come prenderlo, è così tremendamente testardo. Non mi ascolta, si irrita se gli dico di andare dal medico, mi dà l'impressione di non starmi realmente ad ascoltare. 
Il fratello non è un aiuto sul quale si possa contare più di tanto. Prima del lavoro per lui viene tutto il resto: le scopate in giro, le seratine da organizzare, le chat sul cellulare, i concerti del suo cantante preferito, le trasferte per seguire il motogp. Mai una volta che l'abbia sentito chiedere a Fred se avesse bisogno di qualcosa, di spartire una fetta di quello stress, di quel continuo affannarsi per far quadrare tutto. Poi magari gli dà un compito e se ne dimentica o lo fa male, così che poi bisogna pure porgli rimedio.


Fonte: scrivere.info

A volte avrei solo una gran voglia di urlargli contro, metterlo di fronte alla sua fetta di responsabilità, fargli capire che a quasi quarant'anni è ora che si svegli, che cresca, che si dia una mossa. Scrollargli le spalle, indurlo a vedere con i miei occhi i macigni di stress che Fred ha da digerire ogni giorno. Vorrei metterlo di fronte a tutto questo e indurlo a comprendere, almeno per una volta.

lunedì 5 settembre 2016

Io Prima di Te

Settembre, tra le altre cose, è anche il mese in cui riprendo a vedere film. E così, ieri pomeriggio, Fred ed io siamo andati a vedere "Io Prima di Te" al cinema.
So che è tratto da un libro molto amato, divenuto in breve tempo un bestseller. So che recentemente è uscito anche un seguito. Io non ho letto nulla, sinora, volevo semplicemente immergermi in questa storia tramite le immagini che è un po' la mia scelta opposta rispetto al solito. 


Il film non è di quelli pieni d'azione. Non è neppure di quelli che ti fanno ridere a crepapelle. E' l'esatto contrario, ad essere onesti.
E' un pugno allo stomaco, un calcio negli stinchi, un contorcersi di viscere. E' anche coraggio, umiltà, dolcezza, sorrisi ammalianti. E' una cosa che ti fa male e bene al tempo stesso.
Male perché ti porta fuori un dolore sincero, quasi atavico, che ti si aggrappa addosso nei giorni a venire. Bene perché ti mette di fronte agli occhi la fortuna che hai, semmai te ne fossi dimenticato. La fortuna di poter contare sulle tue gambe, sulla tua libertà, sulla tua salute. Tutte cose che il protagonista maschile ha perso e che non può riottenere. 

Ho trovato di una dolcezza disarmante l'attrice protagonista. Di una bellezza inossidabile i suoi occhi, il suo sorriso, il senso di speranza che è riuscita a far trapelare dalle sue meravigliose espressioni.
Ho trovato lui perfettamente calato nella parte, quasi che tutte quelle brutte cose stessero realmente accadendogli.

Nella seconda parte del film ho dovuto trattenermi più volte dal piangere, dal gridare, dal portare fuori tutte quelle violente emozioni che il film mi stava scatenando dentro.
Forse prima o poi lo rivedrò nell'intimità della mia casa, senza vicini di posto sconosciuti. E allora piangerò ed urlerò come non ho potuto fare ieri, sfogando tutta la mia frustrazione senza remore.