lunedì 25 luglio 2016

Domenica in Famiglia

Era una vita che non trascorrevo una giornata con la mia famiglia per intero. 
I miei genitori non li vedevo da un mese ed i miei cugini ed i miei zii da un tempo ancora più lungo. Gli zii probabilmente da prima di Natale.
Una grande tavolata, risate, roba buona da mangiare, quel calore intorno così piacevole. Frutta, dolci, una pastasciutta con i pistacchi e lo speck.

Fonte: associazionepiuinforma.org


Questi trentuno anni non li volevo festeggiare. Fred me lo ha chiesto più volte ed ho sempre declinato. Ieri non è il mio compleanno che abbiamo festeggiato, anche se non sono mancati regali ed auguri, eppure penso che non potesse esserci dono più bello di questo. Quello starsene tutti insieme, appassionatamente. Come quando ero una bambina e correvo da una casa all'altra, talvolta rovinando sulla breccia del giardino per poi rialzarmi e ripartire.

Il biglietto che mio fratello ha accompagnato al suo regalo mi ha commosso. E' proprio vero che talvolta la lontananza acuisce i sentimenti e l'attaccamento. La scorsa domenica siamo corsi a Roma pur di rivederci. Ci siamo fatti una foto in fretta che ora lui pensa di incorniciare. Ha detto che gli mancavo troppo.
E capita spesso anche a me. Una fitta che mi staziona quasi permanentemente in mezzo al cuore. 

giovedì 21 luglio 2016

Contare le Pecore

Ho passato buona parte della mia prima notte da trentunenne da insonne.
Mi ero addormentata bene, al solito orario, quando ad un certo punto un vicino pazzo si è messo ad urlare sul suo balcone. Lo fa spesso, non è più una novità. E' rientrato solo quando qualcuno l'ha portato via.
E quando mi sveglio così, all'improvviso, poi faccio sempre un gran fatica a riprendere il sonno laddove lo avevo interrotto.

Fonte: psicologo-cinziadellavedova.it

Avrei voluto chiamare i Carabinieri, come le volte precedenti.
E come le volte precedenti non l'ho fatto per rispetto verso sua madre, una donna perbene che ha avuto questa immeritata spada di Damocle di due figli ultraquarantenni nullafacenti, viscidi e approfittatori.
Una notte riuscii persino ad ascoltare il suo intero discorso, rivolto a se stesso o a chissà quale fantasma che gli aleggiava intorno. Ripeteva come un mantra di essere un drogato, di dover dare dei soldi a chissà chi, di non essere spaventato. Lo ripeteva ossessivamente, con violenza. Quasi mi pareva di vederlo con quella sua brutta faccia fissa nel vuoto ad urlare alle tre di notte svegliando tutta la via.
Eppure nessuno chiamò i Carabinieri, proprio come me. Forse per le stesse ragioni, per non voler dare un'ulteriore motivo di vergogna a quella donna non più giovane che ha sempre un sorriso per tutti. 

Questi due figli invece non mi piacciono per nulla.
Il primo un viscido borioso che entra in negozio e ci resta per ore solo per godere del fresco dell'aria condizionata.
Il secondo, lo strillone, un guardone della peggior specie. Preferisco non sapere quali siano i suoi pensieri quando dopo l'ora di pranzo mi vede passare sotto casa sua per andare a lavoro. Con quello sguardo lurido che avverto sulla schiena, sul volto, ovunque. 

E poi, sono dieci giorni, o forse qualcosa in più, che ho una strana fame.
Mi prende una sorta di pesantezza allo stomaco, che ho classificato come fame, ma che potrebbe anche essere qualcosa che non conosco.
Ce l'avevo anche stanotte, quando mi sono svegliata. Ed è una sensazione strana, perché in realtà non mi viene realmente voglia di mangiare e per nulla al mondo mi sarei alzata per saziarla. 
Al mattino faccio una colazione abbondante e quando mi alzo dal tavolo ho ancora fame. Ho fame poi nel pomeriggio, alla sera, pure dopo cena. 
Spero finisca al più presto, che di diventare una balena non c'ho proprio voglia.

domenica 10 luglio 2016

Undici

Fonte: aforisticamente.com


Oggi Fred ed io festeggiamo il nostro undicesimo anniversario. A volte lo chiamo "compleanno" e se le prime volte Fred pensava si trattasse di un lapsus, ora credo abbia compreso anche lui che per me si tratta d'altro. Io sono nata a luglio. Il 20. Eppure mi pare di essere nata una seconda volta quasi 20 anni dopo, il 10, perché quel giorno di 11 anni fa ho iniziato un percorso che per tanti versi mi ha cambiata e che finora non ho mai rimpianto.

E non è poi cosa semplice, per me, non pentirmi delle cose.
Vi basti pensare che se devo anche solo andare a mangiare una pizza penso per ore a quale scegliere. E quando poi la scelgo mi chiedo sempre come sarebbe stato mangiarne un'altra. Assaporare il pomodoro se ho scelto solo la mozzarella. Come sarebbero stati quei funghi quando invece, magari, ho scelto le zucchine.
E i vestiti poi? Ne scelgo uno nero e magari rimpiango di non averlo preso anche in rosso. Compro le scarpe bianche e rimpiango quelle blu.
Indecisa? eternamente.

Eppure, se c'è una scelta che non abbia mai messo in discussione, che non abbia mai sentito stretta, sbagliata o anche solo limitante...è quella che vivo ogni giorno. Ogni giorno, da undici anni, io scelgo di restare con Fred. Non solo perché sia un compagno dalle qualità invidiabili né perché mi piace saltargli addosso. E neanche perché quando mi sorride intorno a me scompare il mondo e mi si scioglie il cuore.
Voglio restare con lui perché lo amo, perché è una parte di me come potrebbe esserlo un occhio o un polmone. Mica puoi decidere da un giorno all'altro di amputarti una gamba, non è neppure un'opzione da voler mettere in conto. Quando non sono con lui mi manca, di una nostalgia che a tratti mi spezza il fiato. E dire che sono una di quelle persone che stanno tanto bene anche da sole, che piuttosto di stare in mezzo alla gente preferiscono rintanarsi in un angolo con un libro tra le ginocchia.

E in quest'ottica, undici anni non mi sembrano poi molti. Mi sembrano solo una tappa di un percorso che io spero duri in eterno, almeno fin quando morirò. Perché io non mi sento più semplicemente Sara da quel giorno in cui Fred è entrato nella mia vita e l'ha travolta, stravolta, cambiata, migliorata. Non si tratta di annullarsi...ma di fondersi. Di entrare in una sorta di universo parallelo in cui le altre voci smetti persino di ascoltarle. Resto un individuo a se stante ma mi sento soprattutto parte di questa coppia, la metà di noi due.

Oggi abbiamo trascorso la giornata sul Lago di Bracciano. Faceva un caldo terribile, i refoli di vento li abbiamo contati sulle dita di una mano. Abbiamo mangiato in un ristorante a ridosso dell'acqua, praticamente sopra di essa. C'era tanta gente eppure si respirava aria di tranquillità, di relax. Ognuno si faceva i fatti suoi, eravamo solo due persone in mezzo a tante altre. Sarei rimasta lì fino ad agosto, confinata in quell'ambiente dolce ed ovattato, con lui. 

venerdì 1 luglio 2016

Random

Questo è un post random, di quelli in cui riassumo tante cose senza un filo logico se non quello dell'insensatezza della scrivente.

Fonte: filmtv.it

E' morto Bud Spencer, ormai lo sanno anche i muri. E fondamentalmente non è che mi sia strappata i capelli perché so che ad 86 anni lui aveva vissuto una vita piena ed appagante, colma di cose meravigliose. Io lo adoravo Bud, nel vero senso della parola. Come si può adorare uno zio che ti prende sulle ginocchia e ti canta le canzoncine sceme quando sei soltanto una bambina. Lo adoravo perché è entrato in casa mia che ero piccolissima e ci è rimasto negli anni a venire. E in tutto questo tempo il mio pensiero per lui non è mai cambiato. Mi piacevano le sue facce, i suoi film che guardavo ridendo a crepapelle per tutto il tempo con mio fratello e mio padre. Mi piaceva quel suo modo di far ridere anche semplicemente socchiudendo gli occhi, mangiando fagioli o picchiando la gente. Mi piacevano e mi piacciono ancora quei film privi di volgarità, belli belli in modo assurdo. 
Per cui Bud, anche se te ne sei andato, sappi che resterai sempre qui con noi. Pronto a farci sorridere, a strapparci un momento di ilarità sincera ed appagente. Grazie per questo lascito, ancor più prezioso considerando quanto bisogno ci sia di ridere al giorno d'oggi.

Col nuovo dipendente per il momento sembra andare tutto bene. E' un tipo educatissimo e pulito, il che va già molto bene. Per ora ha un contratto stagionale, poi vedremo se confermarlo o meno per settembre e i mesi successivi.

Fa caldo. Un caldo atroce ed asfissiante. Io amo l'estate ma l'amerei di più se fossi su un'isola deserta insieme a Fred, un costume succinto addosso ed un cocktail fresco alla frutta stretto nella mano. Invece sono qui in divisa d'ordinanza, ho appena finito di lavare le scale, il balcone ed i bagni. E fra due ore si va a lavoro.

Ho saputo che la mia ex migliore amica è incinta di cinque mesi, di una bambina. L'ho saputo da mia madre ma mi sarebbe piaciuto molto averlo saputo da lei. E niente, a volte pensi che certi rapporti puoi cercare di ricucirli da sola quanto ti pare ma che non può funzionare dal momento che si dovrebbe essere è in due.