Fonte: harrr.org |
Tachicardia.
Respira Sara, respira.
Tachicardia, ancora.
Sto esplodendo. O implodendo, e mi sa che è peggio.
Se potessi in questi giorni me ne andrei. Senza salutare nessuno, scomparire per un po'. Per andare chissà dove, forse solo per prendere aria per qualche ora. Aria pulita, aria sana, aria di campagna. Quella pura, fresca, che ti entra nei polmoni e poi ti senti meglio. Come depurato, come rinnovato.
Voglia di una sana ed autentica solitudine, dove non mi giungano neppure le voci più ovattate. Voglia di verde, di fiori, di alberi ombrosi sotto i quali sostare. E poi di sole, di montagna, di ruderi nascosti tra la vegetazione. Sola per poter pensare un po', per poter versare qualche lacrima in santa pace, per non dover pensare a tutti loro.
Li sto vivendo troppo male questi giorni, li sto vivendo come una corsa ad ostacoli dove non ci si possa fermare mai, dove si rischi troppo spesso d'inciampare e rovinare a terra. Poi rialzarsi con il mento insanguinato, con le ginocchia sbucciate. E le lacrime appena dentro gli occhi, pronte a riversarsi fuori.