giovedì 12 maggio 2016

No.

Fonte: harrr.org


Tachicardia.
Respira Sara, respira.
Tachicardia, ancora.
Sto esplodendo. O implodendo, e mi sa che è peggio.

Se potessi in questi giorni me ne andrei. Senza salutare nessuno, scomparire per un po'. Per andare chissà dove, forse solo per prendere aria per qualche ora. Aria pulita, aria sana, aria di campagna. Quella pura, fresca, che ti entra nei polmoni e poi ti senti meglio. Come depurato, come rinnovato.

Voglia di una sana ed autentica solitudine, dove non mi giungano neppure le voci più ovattate. Voglia di verde, di fiori, di alberi ombrosi sotto i quali sostare. E poi di sole, di montagna, di ruderi nascosti tra la vegetazione. Sola per poter pensare un po', per poter versare qualche lacrima in santa pace, per non dover pensare a tutti loro. 

Li sto vivendo troppo male questi giorni, li sto vivendo come una corsa ad ostacoli dove non ci si possa fermare mai, dove si rischi troppo spesso d'inciampare e rovinare a terra. Poi rialzarsi con il mento insanguinato, con le ginocchia sbucciate. E le lacrime appena dentro gli occhi, pronte a riversarsi fuori. 

martedì 10 maggio 2016

Urli Sotterranei

Fonte: lareginadelveleno.blogspot.com


Alcuni giorni mi piacerebbe davvero non dovermi trascinare a casa le inquietudini del lavoro.
Quelle richieste inconcepibili della gente, l'arroganza, le ipocrisie, quella falsità di fondo. Le cattiverie che ti sputano addosso quando gli fai capire quanto assurde siano certe pretese. 
Vorrei potermi isolare in una bolla di sapone e non farla scoppiare prima di essere completamente al sicuro. Lontana da certi meccanismi, dai sorrisi forzati, dai bocconi amari che tocca mandare giù. Lontana dagli sguardi insistenti, da certi complimenti che non capisci mai quanto siano sinceri e quanto dettati dalla speranza di ottenere dei trattamenti di favore. Lontana dai tossici che ti chiamano "cara" o "tesoro" mentre speri soltanto che escano in fretta.

A volte capisco Fred. Lo capisco quando dice che il suo sogno sarebbe quello di rinchiudersi in un archivio sotterraneo e non incontrare nessuno fino alla fine del suo turno. Questo è un mestiere che ti inaridisce, che ti rende sospettoso, che ti fa diventare asociale. Un mestiere dove bisogna rispettare tante norme e dove troppo spesso trovi chi non ti rispetta affatto. Un mestiere dove si cammina costantemente a passi leggeri in mezzo ad oggetti delicati come cristalli che in qualunque momento possono infrangersi al suolo e fare un rumore del diavolo. Un mestiere dove in pochi secondi devi controllare numeri, soldi, resto e chi ti sta di fronte e sperare sempre che ti vada bene.

Abbozzi, tiri il fiato, respiri. E ti rigetti in una nuova giornata sperando che gli scossoni del giorno precedente non ti condizionino troppo. Mentre sai che è già successo.

mercoledì 4 maggio 2016

Cieli Immensi

Fonte: iodonna.it
A noi bastava solo l’amore
Il resto ci poteva mancare 
E ridere scherzare poi...svenire
Ma oggi che mi sembri migliore 
Di quello che poteva sembrare allora
Da "Cieli Immensi", Patty Pravo.

Fonte: flickr.com



Lo sento cosa dicono di Patty Pravo. 
Che ha una faccia nuova, che è diventata una donna di plastica, che somiglia ad un alieno.
E ogni volta che li ascolto mi viene rabbia. Perché ancora una volta si antepone alla carriera, al talento e alla storia di una donna il suo aspetto fisico. Si preferisce soffermarsi sui ritocchini anziché sul carisma, sulla verve, sulla delicatezza dei suoi gesti.

E' inutile girarci intorno, sebbene Patty Pravo appartenga ad un'altra epoca a me piace molto, da sempre. Ero una bambina e ascoltavo "Pazza Idea" e mi piaceva da morire. Poi "La Bambola", "Pensiero Stupendo", "E dimmi che non vuoi morire"  e tanti altri successi.
E mi piaceva allora e mi piace tanto anche adesso che sono adulta.
Mi è piaciuta molto anche al Festival di Sanremo, che non ho guardato, ma di cui poi ho ascoltato in radio tutte le canzoni. E l'unica, l'unica che mi sia rimasta impressa, che ho voglia di cantare, che non mi stanca mai...è ovviamente la sua.

A me proprio non interessa che Patty Pravo abbia deciso di affidare il suo viso al bisturi. Non mi interessa perché quello che vedo di lei va al di là del suo viso, al di là dell'anagrafe, dell'epoca, del momento. A volte mi sembra talmente attuale, ancora oggi, che o erano troppo noiosi gli altri o troppo all'avanguardia lei. 
E niente, Cieli Immensi mi è entrata nel cuore. E credo proprio che ci rimarrà.
Grazie Patty per volerti mettere ancora in gioco.