martedì 28 aprile 2015

Il Diario Rosso

Fonte: pagina Facebook di Recensioni Cosmetiche

Ai Giardini della Landriana la scorsa domenica ho acquistato un diario. Uno di quelli con immagini bucoliche, stralci di poesie tra le pagine, fiorellini stilizzati. Non un diario da bambina, ma forse neanche troppo da persona adulta. Senza lucchetto, che tanto di veri e propri segreti non ne ho e seppure Fred dovesse combattere la sua reticenza ad impicciarsi, non ci troverebbe nulla di compromettente. 

E insomma, credevo di averlo preso solo perché esteticamente aveva catturato il mio lato romantico, ma poi mi è tornata una gran voglia di scrivere cretinate come quando affidavo ai fogli bianchi di altri quaderni i miei sogni di adolescente. Non so quanto e se sarò costante, non so neppure se smetterò domani...però al momento, questa novità che in fondo è solo una vecchia abitudine lasciata da parte per qualche tempo, mi fa bene. Mi riconcilia con me stessa, con quella parte di me che spesso cerca di non pensare per non interrogarsi, per non farsi domande. Quella parte che cerca distrazioni ovunque pur di non mettersi a riflettere su quei sogni andati a male, su quelle cose che non riesco a fare e che stazionano ancora lì. Su quei timori vecchi e radicati, su quelle paure che dovrei prendere di petto una volta per tutte. Ci sono tanti pensieri che aleggiano sulla mia testa, che a volte prendono l'ascensore e raggiungono il cuore. Un po' fanno male, un po' vorrei buttarli a terra e calpestarli per non doverli più sentir gridare. So che alcune di queste cose finiranno anche tra quelle belle pagine, su quelle righe disegnate con cura. E so che non le rileggerò mai, perché è così che io faccio. Scrivo per poi dimenticare, per gettare fuori qualcosa che mi ingombra dentro.

domenica 26 aprile 2015

Tra i Fiori

Fonte: boorp.com

Le due settimane appena trascorse sono state infernali, stancanti, una corsa al massacro.
Ma poi è giunto il 25 aprile che stavolta ha liberato anche me. Fred sta meglio, se non completamente guarito, comunque sulla buona strada.

Ieri sono venuti a trovarci mamma e papà e rivederli dopo 3 settimane, 2 delle quali trascorse in modo così difficile, mi ha fatto un certo effetto. Abbiamo lasciato Fred a casa e insieme siamo andati a far la spesa. Mi sono ricordata di quando ero bambina, di quando giravamo gli scaffali ed io già trovavo bellissimi quei momenti, mi sembrava di fare chissà cosa. 
Sono ripartiti presto ma quelle manciate di ore insieme sono state preziose, ne avevo un gran bisogno.
La sera siamo andati fuori con altre persone. Poco più di un paio d'ore ma credo che ci servissero per distrarci un po', per vedere finalmente gente in un contesto diverso da quello lavorativo.

Stamattina sono tornata ai Giardini della Landriana per la 20° Edizione di Primavera alla Landriana. E' una mostra/mercato di florovivaismo di cui ho parlato spesso perché è uno dei giorni cardine del mio anno, uno di quegli eventi che io aspetto con un'ansia pari solo a quella che vivo per il Natale ed il mio compleanno. Questa volta sono andata con la mamma di Fred, che non c'era mai stata. Ho avuto timore che non le piacesse, che potesse provare noia. E invece vederla meravigliata da tutto quel bendidio di fiori, di piante e di colori mi ha fatto un gran piacere. Non faceva che esprimere il suo incanto, il suo stupore di fronte alle bouganville, ai rododendri, alle camelie, alle rose, alle composizioni floreali che albergavano ovunque, agli stand provenzali, a quel tripudio di profumi che ho sempre giudicato irresistibile. 
Ogni anno questi Giardini fanno bene al mio spirito, alla mia interiorità. Credo che non potrei amarli di più, sono un pezzo del mio cuore. 
Per gli interessati, qui ci sono alcune foto scattate da me durante questa deliziosa passeggiata floreale.

Dopo la visita sono passata nel mio negozio di abbigliamento preferito per guardare un po' di novità e presa una maglia, mi sono poi innamorata di un pezzo Roccobarocco dello scorso anno. La figlia della proprietaria li stava mettendo fuori proprio in quel momento, così da poterli scontare del 50%. Mi fanno indossare questo top incrociato, bianco sul seno e nero con pois bianchi sul corpetto. Mi sono sentita come una principessa al ballo, quel morbido tessuto avvolgeva il mio corpo fasciandolo alla perfezione, come se lo stilista lo avesse creato pensando a me. La signora mi ha detto di averne presi solo due lo scorso anno, perché piuttosto cari. Venduto il primo dovette fargli un sacco di modifiche per renderlo perfetto ma su di me lo è stato subito, come una sorta di seconda pelle. La signora è stata così carina da venirmi incontro con il prezzo e ho dovuto prenderlo. Più che un peccato comprarlo mi sembrava un peccato lasciarlo lì, in balìa di altri corpi. 

giovedì 23 aprile 2015

Giorni Strani

Fonte: iovalgo.com


In questi giorni avrei voluto prendere in mano questa paginetta tante volte ma non ci sono riuscita. Due settimane in cui non ho fatto altro che lavorare, coprire i turni di Fred con mio cognato, preoccuparmi per la sua salute, stancarmi.
E si, mi sono stancata davvero molto. Proprio fisicamente intendo. Per giorni ho avuto un dolore all'osso sacro che è poi passato grazie ai generosi massaggi di Fred con il Voltaren. Ho fatto tutto di corsa, dalle alzatacce la mattina, alle pulizie di casa, poi corri a lavoro fino a sera. 
Non ne posso più. Vorrei che tutto rientrasse nella normalità, tornare a fare quelle piccole cose che mi gratificano e mi distraggono dalla quotidianità.

Fred non si è ancora ripreso. Sta facendo una cura un po' pesante che lo butta molto giù e oltre a tutto il resto si aggiunge anche questa eterna debolezza fisica. Mi fa male vederlo così, vorrei abbracciarlo forte e accollarmi parte dei suoi problemi. 
Ieri è tornato a lavoro per qualche ora, vederlo così bianco e sciupato dietro il bancone mi ha fatto tenerezza, lo avrei riportato a casa per mano se avessi potuto. 
E poi c'è la gente, che pensa di avere la cura per tutto. Sono tutti dottori, tutti medici, tutti sapientoni. A sentirli parlare hanno sempre la soluzione per qualunque cosa.

mercoledì 15 aprile 2015

Settimana Difficile

Fonte: designmag.it

La scorsa domenica doveva essere un bellissimo tuffo nella primavera, invece Fred si è svegliato con 38 di febbre ed ha passato la giornata a letto. Ed io a fargli da balia, cercando comunque di non avvicinarmi troppo, memore di tutte le volte in cui quest'anno ho preso l'influenza grazie ai suoi potenti bacilli.
Ora siamo a mercoledì, lui ha ancora la febbre, una cura medica iniziata solo ieri ed io non l'ho mai visto così provato. In questi giorni suo fratello ed io ci siamo accollati anche i suoi turni ed ora pure mio cognato ha la febbre alta. Il risultato è che oggi lavoreranno entrambi, un po' di ore per ciascuno, seppur febbricitanti. Purtroppo la nostra non è un'attività da cui prendersi una pausa dall'oggi al domani in libertà.

Le notti sono ancor peggiori del giorno. Sei stanca dopo tante ore sul posto di lavoro e vorresti dormire, ma poi entrambi non chiudiamo occhio. Lui passeggia, tossisce, sbraita, spegne e accende la luce in continuazione, si misura la febbre, si alza per bere, si sposta sul divano, ritorna a letto. E quando finalmente il sonno ti coglie è ora di alzarsi, più stanca di quando ti eri sdraiata. 
In tutto questo, ho anche la schiena a pezzi. 

sabato 11 aprile 2015

D'Amore e D'Amicizia

Fonte: crossshapedstuff.files.wordpress.com

Ieri in negozio si parlava d'amore. Tutto è cominciato prendendo in giro mio cognato, playboy impenitente che a 35 anni suonati non è ancora riuscito a trovare la donna che riesca a tenerlo buono. Una cliente abituale diceva che non ci sono più ragazze e ragazzi con la voglia di prendersi un impegno duraturo, costruendo il rapporto giorno dopo giorno e tenendosi lontani da altre tentazioni. Poiché indaffarata ho preferito non intervenire per dire la mia, eppure sono stata chiamata in causa ugualmente da uno degli avventori. Il quale, per confutare la tesi della signora, ha messo in mezzo proprio me, dicendo che giovani donne capace di rinunciare a qualcosa per amore ci sono. 
Ha iniziato dicendo:" Eppure Sara lo ha fatto. Ha preso armi e bagagli e si è trasferita qui, lasciando genitori, lavoro ed amicizie per il suo uomo."
E la signora rispondeva " Si, ma sono casi rari".
Poi non si sa come né perché, entrambi hanno iniziato a chiedermi cosa mi mancasse della mia vecchia vita, cosa rivorrei indietro.
La domanda mi ha lasciato interdetta perché non c'è nulla che io rimpianga, nulla per il quale tornerei indietro. Qui sto bene, ho trovato un angolo di pianeta che mi aggrada e che, nonostante i problemi di tanti altri Comuni d'Italia, mi rende felice. 
La risposta non dev'essergli piaciuta perché hanno continuato chiedendo di più, volendo aggirare le mie sicurezze.
"Ma non c'è nulla che ti manchi, nulla che ti saresti portata dietro?"
Cambiando prospettiva è cambiato anche il mio pensiero. Non tornerei a casa definitivamente, ma porterei volentieri un pezzo di casa qui. Mi piacerebbe avere i miei genitori vicini, poterli vedere più spesso, renderli parte di questa mia nuova vita. A fare figli non penso mai, ma qualora capitasse, vorrei davvero che mi stessero accanto.
E lo stesso dicasi per la mia amica Veronica, che sento spesso ma che vedo solo poche volte l'anno ormai. Mi mancano le nostre cene, i nostri discorsi strampalati su uomini e cosmetici, le nostre frivolezze, i succhi di frutta comodamente sedute sui divanetti del nostro bar. Mi mancano quelle uscite tipicamente femminili che non faccio più se non due o tre volte in dodici mesi.
Avrei voluto che smettessero lì, che si accontentassero di quanto era stato detto. E invece no, eccoli a pungolarmi ancora, a chiedermi per quale ragione non cerco altre amicizie qui.

Qui ho conosciuto diverse coetanee ed alcune di esse le vedo anche ogni giorno. Parliamo, scherziamo, ci raccontiamo frammenti di vita. Però non ho mai sentito la voglia e l'esigenza di includerle maggiormente nella mia vita, di fargli vedere quello che c'è dietro il solo aspetto esteriore. Non gli parlo di quello che mi piace fare, di che persona io sia. E anche con loro raramente vado al di là di quelle che possono essere considerate semplici chiacchiere del più e del meno. Quando esco lo faccio con mio cognato e con gli amici di Fred, sono sempre da sola in mezzo ad altri uomini. Nessuno di loro mi fa mai sentire di troppo e quando voglio che escano soli cercano sempre di convincermi a seguirli. Però non è la stessa cosa. Per quanto possa considerarli divertenti o simpatici, non è come uscire con altre donne, non è come avere un'amica a cui confidare gioie e dolori tipicamente femminili.
A questi clienti non ho raccontato tutto questo, perché in fondo si tratta di cose mie ed è bastato che entrasse altra gente per far finire quel discorso che iniziava a mettermi a disagio. Però insomma, mi hanno fatto riflettere, comprendere che qualcosa effettivamente manca, ma che non sono neppure così disposta a cercarla.

mercoledì 8 aprile 2015

Dopo Pasqua

Fonte: kataweb.it


La tregua pasquale è volata via con la solita velocità.
Domenica il tempo era orribile, freddo, umido e piovoso. Siamo stati comunque bene, in casa dei genitori di Fred. Il pranzo era abbondante ma sono riuscita a schivare carne e dolciumi e il digiuno serale ha fatto il resto. Dopo il pasto qualche ora di sane chiacchiere femminili con la suocera che ben si discosta dall'immaginario collettivo legato a questa figura. E' una donna discreta, che non ha mai voluto intromettersi né influenzare le scelte del figlio...e di riflesso, neppure le mie. Ha sempre dei pensieri gentili per me e negli anni il nostro rapporto si è consolidato. Mia madre ha avuto un'esperienza così terribile e devastante con la nonna, che la paura di incappare negli stessi problemi ha influenzato inizialmente le mie sensazioni, ma qualcuno lassù deve averci messo lo zampino perché tutto sembra filare liscio. Me ne sono andata dopo ore, felice.

Lunedì di Pasquetta il tempo è stato più clemente. Ci siamo svegliati con il sole, seppur accompagnato da una fredda tramontana. Arrivati nel mio paesello natio ho iniziato con la mia attività preferita della stagione, annusare e fotografare fiori. C'erano i cugini, la nipote appena laureata con gli amici, mamma e papà, il fratello. Siamo stati bene, in allegria. Seppur ben vestita mi sono goduta quel primo sole di stagione insieme alla mamma. Anche in questo caso non è mancato il buon cibo e lei per tentarmi si è persino cimentata in un'ottima pastiera napoletana, uno tra i dolci che più amo. Voleva farmi portare a casa uova di cioccolato e pizze di Pasqua ma ho gentilmente declinato, preferendo tornare al mio solito regime alimentare.

Ieri ho ripreso anche con lo sport mattutino. Addominali, cyclette, step braccia e gambe. Non sarò mai una sportiva nel vero senso della parola ma mi piace tentare quantomeno di tenermi in forma. Domenica spero di poter raggiungere Decathlon per rinnovare un po' il mio abbigliamento dedicato a queste attività. Un po' di colore è quello che ci vuole.

giovedì 2 aprile 2015

Isteria

Fonte: 055firenze.it


Questa mattina siamo stati in una Banca della zona per cercare di spostare il nostro mutuo ed ottenere una rata inferiore. Ci ha accolto una donna molto graziosa, ma talmente stizzita e così poco incline a fornirci quelle informazioni che le stavamo chiedendo da farmi venire il mal di stomaco. Odio la burocrazia, odio l'idea di dover rifare tutto da capo. Indagano la tua vita, leggono tutto quello che ti riguarda, entrano in casa tua per una nuova perizia, a porte aperte ti chiedono quanto guadagni e quanto hai guadagnato negli ultimi anni. Vorrei che avessimo già superato questa fase così antipatica, questo scrutare ogni piccolo aspetto delle nostre vite.

Uscita di lì ed analisi immunologiche alla mano mi sono diretta dal dottore. C'era una donna di mezza età. Mi ha vista da lontano ed ha iniziato a gridare "che bella signorina, che capelli, che bei ricci, me ne dai un po'?". Io le ho risposto che non era il caso, che ne avevo già persi tanti. E lei ha continuato a guardarmi, ad urlare che ero bella, che avevo dei bei ricci. Ho pensato che fosse pazza, che avesse qualche rotella fuori posto. C'era un bell'uomo alto con gli occhi azzurri che un po' mi guardava e un po' rideva di quel dare in escandescenze davanti a tutti. La signora ha continuato così per tutto il tempo, anche quando è uscita dalla stanza del medico, come ipnotizzata. Ho mantenuto una certa distanza che non mi sarei aspettata, in altri casi mi sarei intimidita e forse avrei chiesto di smetterla. Ho preferito far finta di niente, anche il marito non diceva nulla, come se fosse abituato alle sue bizze. 

Il dottore ha visionato le mie analisi. Le avevo viste anche da sola e mi erano sembrate buone. Lui è stato meno positivo, ha detto che sono al limite, che non si capisce bene. Ora c'è da aspettare luglio, nel frattempo spero di non doverci pensare più. Voglio chiudere il capitolo, mettere in stand by la questione per questi 3 mesi...e poi si vedrà.