domenica 29 marzo 2015

Ombrelli Fucsia

Fonte: inmeteo.net


Facevo bene ad attendere la primavera.
E' stata una domenica intensa ed appagante, ricca di cose da fare, di allegria, di gioia piena e senza nubi. Il sole alto nel cielo, il calore sulla pelle dopo tanto freddo e tanta pioggia, l'odore salmastre del mare, il vento pregno di iodio.

Persino il cambio dell'ora è passato in secondo piano. Mi sono alzata già piena di energie, coinvolgendo senza esitazione sia Fred che mio fratello, che ieri è venuto a trovarci.
Così bello avere la casa piena delle loro voci, di quelle risate complici che li fanno sembrare fratelli e non più solo amici. Siamo usciti, ci siamo immersi tra la gente; avevamo gli ombrelli fucsia sulla testa e tutt'intorno c'era una luce rosa che mi sembrava di stare in una bomboniera.
Poi, solo poche ore dopo, la spiaggia che si affollava, la gente accorsa a vedere il primo mare della stagione, i bambini urlanti, le corse dei cani, il rifrangersi violento delle onde. Nulla era fuori posto, tutto mi è apparso preciso e perfetto come avrei potuto desiderarlo.

Se si potesse premere un tasto per rivivere da capo una giornata, con questa lo farei.

giovedì 26 marzo 2015

Fichi Maturi

Fonte: cibando.com


Ho sognato di essere in spiaggia, pur senza aver visto il mare.
Lo spazio era poco e gremito, in quella piccola distesa di sabbia c'erano tante famiglie una attaccata all'altra. Steso il mio asciugamano mi sono resa conto di stare troppo vicina agli altri e pur spostandomi non riuscivo a trovare un posto che mi fosse congeniale, libero da quella promiscuità che mi stava stretta.
Con queste persone oltretutto parlavo tranquillamente, pur desiderando un po' di solitudine.
Ad un certo punto mi sono alzata e a pochi metri mi sono messa in ombra, sotto una radura costituita da vecchie scale di legno ed una bella pianta di fichi maturi.
Mi raggiunge anche Fred che senza tante cerimonie si siede in mezzo agli altri, proprio lui che in genere non ama la confusione. 
Mi sveglio così, divisa tra la spiaggia nella quale non riuscivo a trovare un posto per me e la radura silente, ombrosa, dove invece di spazio ce n'era a sufficienza.

Ho cercato di dare un'interpretazione a questo strano sogno e non l'ho trovata. Su Internet si parla bene delle piante di fichi maturi, pare indichino felicità e prosperità. Spero che abbiano ragione.

mercoledì 25 marzo 2015

Giorni Sterili

Fonte: climatemonitor.it


Uff, che giornataccia.
Siamo al 25 marzo, piove a dirotto, c'è un vento che ti si porta via e fa anche freddo. Oltretutto ho dolori mestruali intensissimi e l'umore sotto le scarpe.

Lo scorso mercoledì sono andata finalmente a fare le analisi immunologiche. Ho dovuto attendere di rimettermi dai vari malesseri di stagione e tra una cosa e l'altra sono passati un paio di mesi. Pagate profumatamente, avrei dovuto ritirarle oggi e invece sono stata informata di non poterlo fare prima di venerdì pomeriggio. Il laboratorio si scusa per il ritardo e via dicendo. Il pensiero che qualcosa sia andato storto è stato il primo a raggiungere la mia mente ma cerco di evitare di tornarci su, mantenendo una quieta positività che in realtà è un timore represso e ricacciato indietro.

Ho un forte desiderio di primavera, di godermi i fiori, di trascorrere più tempo all'aria aperta, di qualche passeggiata sul mare a respirare lo iodio. Voglia di spensieratezza, di colori pastello, di accessori floreali, di profumi leggeri e soavi. Voglia di scuotermi di dosso il grigiore degli ultimi mesi, quella patina di buio invernale. Voglia di veder fuggire via anche i geloni, di veder tornare le mie mani ad un aspetto normale, scacciando il dolore, i rossori e persino la malinconia.

giovedì 19 marzo 2015

Vi Voglio Bene

Fonte: tuttogratis.it

Oggi è la festa del papà ed un po' mi spiace di non poter essere insieme al mio.
La scorsa domenica gli ho portato un vassoio di dolci con l'intento di festeggiarlo con qualche giorno di anticipo. Vederlo felice di addentare i suoi bignè alla crema mi ha invaso il cuore di gioia. 

Mi fa tenerezza il mio papà e forse succede a tutti i figli quando crescono, o alla maggior parte di essi. Un tempo eravamo bambini e i nostri genitori erano forti e sicuri, il nostro appiglio, la spalla su cui piangere, il nostro punto di forza, il filtro attraverso il quale guardare il mondo.
Poi cresciamo, prendiamo le redini della nostra esistenza, iniziamo a guidarla da soli. E loro sono lì, timorosi di vederci cadere ma allo stesso tempo orgogliosi di vederci spiccare il volo.
E quando poi sono loro ad invecchiare e tornare bambini, sta a noi doverci prendere cura di loro. A noi capire in che modo aiutarli e stargli vicini. Fa male vederli deperire, in quella parabola discendente che in poche parole è la vita.

Per loro vorrei essere l'appiglio che sono stati per me. Nonostante la lontananza, nonostante i miei aspetti ancora infantili ed immaturi, nonostante la sensazione di non potermi realmente prendere cura di qualcuno in modo continuativo e giornaliero.
Però voglio esserci, continuare ad affrontare insieme i problemi, a condividere insieme le gioie.

Mia madre fra poco meno di due mesi compierà 60 anni ed iniziare a pensare al modo in cui renderle speciale quel giorno mi rende già felice. Lei che così timida ha sempre cercato di restarsene defilata, che non ha mai voluto sentire l'attenzione su di sé. Lei che ha avuto una vita difficile ed impervia, un'infanzia ed una giovinezza complicati. Lei che per me si sarebbe tolta un braccio, e che pure è stata motivo di scontro per così tanti anni che ritrovarla è stato come una benedizione.

Tutti facciamo degli errori ed è inevitabile che in questo percorso ne abbiano compiuti anche loro. Però li amo e non ne vorrei di diversi.
Auguri Papà, questo è il tuo giorno, ma anche quello di Mamma, che con te ha formato una famiglia della quale sono felice di far parte. Grazie di avermi reso la persona che sono, con pregi e difetti e tutto quello che c'è.


sabato 14 marzo 2015

Fiori in Boccio #2

Fonte: Silvia Colombo

Quasi dieci giorni senza aggiornare queste pagine, un buon record in negativo.
Solo che non avevo molto da scrivere, sono stata assorbita dal mio piccolo progetto, quello in cui se potessi mi getterei anima e corpo, lasciando fuori tutto il resto. 
Ha un che di terapeutico, di utile. Non so se vedrà mai la luce ma questa fase di gestazione è così piacevole che mi ci getterei a capofitto.
Vorrei dirvi di più, raccontarvi quello che faccio e che sensazioni mi suscita farlo. Solo che ho paura di tradire l'importanza di tutto questo e allora rimando ad altri momenti, quando magari le cose avranno un senso anche per altri e non solo per me. Ho paura che parlandone tutta la magia sparirebbe, lasciandomi stordita. In fondo un pensiero stupido no? però ha un senso, almeno per me.

venerdì 6 marzo 2015

Mimose

Fonte: maltainsideout.com

L'otto marzo si avvicina e mai come quest'anno ho sentito nostalgia di un albero di mimosa.
Sarà che nel giardino in cui sono cresciuta ce n'è sempre stato almeno uno. Sarà che tra le campagne del mio paese ero solita vederne molte. In questo periodo era tutto un gran fiorire e bastava passeggiargli accanto per venire accarezzati dal loro docile profumo.

Da bambina mia zia mi insegnò a posizionarne un ramoscello nel diario di scuola, schiacciandolo tra le pagine bianche. Nei mesi successivi ero solita cercarlo, accarezzarlo, portarlo al naso e poi rimetterlo a posto. Mi piacevano quei pallini gialli, mi mettevano allegria.
Qui di mimose non ce ne sono, eppure il verde non manca di certo. Perché a nessuno è venuto in mente di piantarne? Sono così belle, così frizzanti. Se avessi un giardino credo che lo farei. La zia ne sarebbe contenta.

domenica 1 marzo 2015

Riunioni di Famiglia

Fonte: campania.evolutiontravel.it

Ho titubato a lungo se andarci o meno. O forse dovrei dire che è stato il mio corpo, piuttosto malandato, a farlo. Ma poi mi sono buttata, perché 50 anni di Matrimonio non si festeggiano tutti i giorni e i miei zii meritavano la mia piena partecipazione a questo giorno di felicità.
Fred ed io non conoscevamo la strada per arrivarci da qui, ma un po' grazie al navigatore, un po' grazie alle precisissime indicazioni stradali dello zio, siamo arrivati puntualissimi.

Non vi racconto la faccia preoccupata di mia madre alla vista della mia, bianca e sbattuta nonostante il trucco. Non vi racconto neppure le ramanzine che ho dovuto sorbirmi, neanche fosse colpa mia questa influenza intestinale che mi si sta portando via.

Preferisco raccontarvi della Cerimonia in Chiesa, solenne ma non troppo lunga, con un tenerissimo bacio finale che ci ha fatti esplodere in un applauso commosso. Che mica si vedono tutti i giorni due simpatici vecchietti di quasi 80 anni baciarsi con tanto trasporto!
E poi gli abbracci, la rimpatriata con la parte più intima e bella della mia famiglia.

Per il pranzo ci siamo spostati in un Agriturismo che definire sperduto è fargli un complimento. Dopo un andirivieni di stradine strette e sassose eccoci arrivare. Io ero preoccupatissima per il mio stomaco che da giorni non vedeva cibo e con il quale ancora faccio i conti. Ma ho mangiato signori miei, perché a uno sgarro della domenica non dico mai di no. Son stata cauta, ma poi mi sono concessa persino il dolce. Fatto in casa dalla proprietaria del posto, con le nocciole locali viterbesi che coltivano a due passi dalla sala. E così buono e soffice e voluttuoso che non avrei potuto fare altro.

Ovviamente dopo sono stata male e sto male ancora adesso. Ma chissene frega. Tanto male ci stavo anche prima ed arrivare a questa sera con un rimorso in più non mi avrebbe giovato poi molto.
Ho abbracciato i miei zii, accarezzato i nipotini, provato un po' di quella sonnolenza da farmaci che ad un certo orario stava per farmi collassare. Ma poi mi sono ripresa, ho fatto quel che dovevo, e soprattutto sono stata bene. Finalmente eravamo tutti riuniti, tutti felici e contenti. E per una volta gli zii non litigavano.