giovedì 24 dicembre 2015

Buon Natale!

Fonte: gingerandtomato.com

Nel momento in cui questo post sarà online, io starò ancora lavorando. E senza neanche avere il bisogno di pensarci posso affermare che non mi dispiace neanche un po'.
Voglio salutare tutti i miei clienti, fargli gli auguri, far sentire loro che gli voglio bene e che gli sono grata per il tempo che trascorriamo insieme.

E i miei sinceri auguri voglio che raggiungano anche voi, amici che mi leggete, che con me condividete gioie e dolori di una vita qualunque. 
Anche a voi voglio bene. Sento la vostra vicinanza, la vostra presenza. Sento che al di là dello schermo ci siete davvero, che siete persone reali, in grado di bacchettarmi quando le sparo grosse o di gioire con me quando mi succede qualcosa di bello.
Grazie di tutto amici cari.
E auguri, auguri, auguri per uno splendido Natale.

lunedì 21 dicembre 2015

Uomini

Ieri ero con Fred e mio fratello davanti al ristorante cinese. C'era un sole meraviglioso ed abbiamo atteso per oltre un quarto d'ora davanti al cancello d'ingresso che arrivasse anche quel ritardatario cronico nonché migliore amico del mio compagno. Ad un certo punto ho smesso di contare il numero di uomini che in auto, il più delle volte con mogli e figli a carico, mi guardavano passando. Alcuni così sfacciatamente da aver preferito voltarmi di schiena per non doverli guardare a mia volta.
Deve essersene accorto accorto anche Fred perché, senza dire una parola, mi ha cinto i fianchi con le braccia bloccandogli la visuale. L'ho visto così poche volte comportarsi come uno che voglia marcare il territorio da aver sorriso di lui. Che ad un certo punto, non essendo riuscito a scoraggiare abbastanza i guardoni, ha detto "forse è meglio se lo aspettiamo dentro, seduti". E così è stato.
La vicenda mi è servita per capire, a trent'anni e meglio tardi che mai, che gli uomini diventano possessivi quando si sentono minacciati. In un certo senso si scuotono, comprendono di dover proteggere ciò che ritengono loro. E si, forse la cosa potrà tornare a mio vantaggio quando il signorino mi farà arrabbiare.

Fonte: claudiopace.it

Dopo pranzo abbiamo passeggiato sul mare. C'era un sole splendido e la distesa d'acqua era una tavola blu, priva di increspature. Non un alito di vento a disturbare quella quiete ed abbiamo riso ricordando la ventosa passeggiata del primo maggio, così diversa da quella ben più primaverile del venti dicembre. Loro hanno preso un gelato, io ho preferito perdermi a fotografare quell'incanto che avevo davanti, ad annusare l'aria salmastre, ad osservare i bambini giocare sul lungomare. 
Quando siamo rientrati in casa mio fratello ha fatto armi e bagagli ed è ripartito. Il resto della domenica è stato puro relax.

giovedì 17 dicembre 2015

Riavvicinarsi

Il Natale comincia a prendere forma.
Il giorno della Vigilia dovrei lavorare fino alle diciannove, se tutto andrà come da programma. Per cena saremo dai genitori di Fred e lo stesso dicasi per il pranzo del 25. Al momento non dico nulla a nessuno, ma ho intenzione di preparare la mia famosa torta di nocciole, quella che piace a tutti e non faccio da più da almeno un anno. Spero solo che dopo tanto tempo mi venga buona come un tempo. Le nocciole saranno quelle viterbesi che ogni anno mia zia ha la gentilezza di regalarmi, che poi son le stesse che acquista in dosi massicce anche la Ferrero. Mica robetta. Buonissime, le migliori.

Fonte: meteoweb.eu

Dai miei dovrei arrivare intorno al 27 e fermarmi direttamente fino al 31. Sempre che le cose riescano ad andare come vorrei che andassero.
Ho già diversi incontri fissati in agenda con un paio di amiche, con le quali dovrò concordare solo l'orario. Ho ansia di rivederle, di quei sani e goderecci discorsi tra donne davanti ad una tazza fumante di qualcosa, qualsiasi cosa. Una di loro è la mia ex migliore amica, quella dell'infanzia, quella con cui sono cresciuta. Quella che ha perso la mamma da poco e di cui ho parlato anche qui. L'altro giorno le ho mandato gli auguri per il compleanno e lei mi ha chiesto di farle sapere quando sarò lì, così da potersi incontrare. Le ho detto di si, perché effettivamente è quello che voglio. Non so che effetto ci farà passare ancora del tempo insieme. Le nostre vite si sono separate ma è come se un filo ci tenesse ancora unite, un filo che non ha pertinenze solo con l'infanzia e l'adolescenza, ma anche con le donne che siamo diventate. Ho la netta percezione che ci saremo sempre l'una per l'altra perché insieme ne abbiamo passate davvero troppe e certi momenti non si dimenticano, neanche se si cresce e si fanno scelte differenti.
E poi Veronica, la mia amica da dieci anni, che non vedo dalla fine di agosto. In alcuni momenti mi manca moltissimo e so che per lei è lo stesso. Spero di riuscire a vederci almeno un paio di volte in quei pochi giorni che sarò lì, compatibilmente con i suoi impegni lavorativi che al contrario dei miei non si fermeranno. Ho voglia di passeggiare insieme, di respirare quell'aria gelida che odio tanto ma che in fondo fa parte di casa nostra, di rivedere le luci calde che accarezzano la piazza, di ascoltare le musiche natalizie in filodiffusione. E rivedere gli amici del mio paese. I fruttivendoli, i librai, le ragazze della gioielleria e quelle del negozio per bambini. Franco, Gianky, Vasco, Fabrizio, Rita, Masha, il signor Felice, Adelio e Gianna, Maurizio. E tutti, davvero tutti coloro ai quali ho voluto e voglio ancora bene. Mi mancano le loro facce, i loro sorrisi, le battute che ci scambiavamo ogni giorno. Mi manca persino la voce urlante di Enza ed ho detto tutto.

mercoledì 16 dicembre 2015

Barriere

Fonte: garymorland.com


Nel tempo mi sono indurita, forse troppo.
Sono stata una ragazzina timidissima, ai limiti del patologico. Sono stata un'adolescente chiusa, poco propensa ad aprirmi agli altri. Eppure quando succedeva ho preso delle batoste che non mi sarei aspettata. Ho aperto il mio cuore a persone che l'hanno calpestato, che se ne sono fatte beffe. E in seguito, tutte le volte in cui mi sono aperta, in cui ho ammesso qualcuno nelle zone più esposte di me...l'ho fatto solo quando ho pensato che ne potesse valere davvero la pena.
Ora mi sento molto diversa sia dalla bambina che sono stata che dall'adolescente che non vorrei mai tornare ad essere. Una parte di me pensa che tornando indietro cambierebbe tutto, che farei scelte differenti, che sarei io stessa diversa. L'altra parte di me pensa che sia inutile indulgere in certi meccanismi, inutile rimuginarci su. A che serve?
Forse serve a capire meglio la persona che sono. Mi sono indurita, dicevo. Ed è vero, sacrosanto, infinitamente reale. 
Mi apro ancor meno di quanto facessi un tempo e quando qualcuno si avvicina sono sempre la prima a volersi ritrarre, la prima a porre una pesante barriera, a non lasciar entrare nessuno.
A volte mi dico che morirò da sola e che quando succederà farò la fine di Scrooge nel "Canto di Natale". Solo che per lo meno io non sono avara. Io spendo, pure troppo.

mercoledì 9 dicembre 2015

Quasi Natale

Siamo ad un tiro di schioppo dal Natale, ormai basterà fare un salto per trovarci nuovamente lì.

Fonte: pourfemme.it

Diversamente dagli altri anni, questa volta fatico ad entrare in pieno mood natalizio. Con Fred ho preparato l'albero di casa nostra, appeso dei cuori rossi di feltro nelle credenze, decorato il negozio, ho quasi finito di acquistare tutti i miei regali.
Eppure non mi sembra reale. E' come se quell'attesa spasmodica che mi catturava da bambina avesse infine ceduto il passo ad una tiepida rassegnazione. 
Il Natale mi piace ancora moltissimo ma questa volta non riesco ad entrare in quella splendida atmosfera che mi ha sempre scaldato il cuore. Mi sento completamente al di fuori, come se fosse arrivato troppo in fretta o non sapessi ancora in che modo affrontarlo.
Non so ancora come e con chi lo trascorreremo, non so se saremo a casa dei genitori di Fred o dai miei. E la verità è che non me ne importa. Mi sento trascinare in questa festa senza un reale coinvolgimento, per la prima volta nella mia vita. 
Vedo i giorni passare senza che riesca realmente a rendermene conto, come se tutti questi preparativi non fossero stati sufficienti a preparare anche me stessa. E più mi avvicino più sento salirmi dentro un filo d'ansia, non so neanche per cosa.

La scorsa domenica era il compleanno di mio zio. Eravamo in diciassette e l'abbiamo trascorso in un'allegria meravigliosa. Ad un certo punto ho smesso di contare le volte in cui ho riso con gusto, come se autentici stilli di gioia mi balzassero fuori dal petto. Per contro, il viaggio di ritorno è stato triste, silenzioso, pesante. Fred alla sera mi ha abbracciato a lungo senza capire come fosse stato possibile passare da quelle contagiose risate argentine ad una silenziosa prostrazione. Mi chiedeva di dirgli cos'avessi, cosa doveva fare per farmi stare meglio. Sentivo già la mancanza dei miei nel sapere che non li avrei visti per 3 settimane? Volevo passare il Natale da loro e non trovavo il coraggio di dirglielo? Più domandava e meno capivo, perché nessuna di quelle cose mi sembrava realmente avere importanza. 

lunedì 30 novembre 2015

Le Vie Buie

Fonte: digiland.libero.it

Con il montacarichi innalzano la bara. L'uomo la tira, la scuote, si lascia aiutare dal giovanotto dell'agenzia fin quando non è entrata totalmente nel loculo buio. Il tempo di spazzolarla dai residui di calce, poi prende il piccone ed intacca il cemento ai lati. E'ora di sigillare la prima barriera, ma solo dopo averla bloccata con due grossi chiodi ai lati. Prende la canna del silicone e lo spara tutto intorno, affinché non ci sia un solo buco d'aria. I rumori sono forti, cadenzati, a tratti li percepisco all'interno del cuore, come se stesse battendo proprio lì. Prende la lapide di marmo, sigilla anche quella, poi la fissa con dei grossi bulloni dorati. Dopo avervi appoggiato su la foto il suo lavoro è finito e facendo un rapido saluto se ne va. 
E in tutto questo non posso fare a meno di pensare a come dev'essere brutto entrare lì dentro, al senso di claustrofobia che sento e che mi manda in apnea. Il freddo pungente mi pugnala le tempie, i lamenti della nonna risuonano in quel percorso di morte. 
Attraverso di nuovo tutti quei corridoi bui con le immagini di gente giovane e meno giovane che mi osservano andar via. Nell'aria un profumo intenso di fiori, intramezzato solo da un odore stantio di acqua che ristagna. Tutto intorno risuona solo il rumore dei miei tacchi mentre mi stringo ancor più nel cappotto e mi chiedo che senso abbia tutto questo, che senso abbia vivere se poi si fa tutti questa triste fine. 

lunedì 23 novembre 2015

Avere Trent'Anni

Prima di giungere ai trent'anni mi ritrovavo spesso a pensare quanto strana mi sarei sentita quando quel traguardo fosse arrivato, quando non avrei potuto più dire di avere vent'anni o poco più, quando avrei dovuto sentirmi adulta a tutti gli effetti.
Pensavo che l'avrei presa malissimo, che questi trent'anni sarebbero stati peggio di una zappata sui piedi nudi. Nella mia mente avevo dipinto un quadro a tinte fosche, di quelli che ti fanno spavento al sol guardarli.

Fonte: faccecaso.com


E invece no. Non è accaduto nulla di così tragico ed irrimediabile nella mia testa. Non ho pianto, non ho urlato, non ho finto con tutti di essere ancora una giovincella spensierata. Il cielo non si è oscurato, gli Angeli dell'Apocalisse non sono scesi, il tornado non si è mai realmente abbattuto su di me. Il cupo quadretto al quale avevo pensato mille volte non si è mai davvero reso manifesto.

Dal 20 luglio mi è capitato così tante volte di rivendicare fiera la mia età che mi sono spesso trovata a chiedermi cosa mi stesse succedendo. Non ero io quella che fino ai ventotto anni scherzando diceva a tutti di averne solo ventuno? E non ero sempre io quella che a venticinque si sarebbe buttata da un ponte perché si sentiva strana?

Ora tutte le volte in cui le persone mi dicono che sono una bambina, una "pupetta", io li correggo dicendo che no, che ho trent'anni e che sono adulta da un pezzo. Strano no? Fino al giorno prima io ero quella che non poteva credere di avere già quell'età lì e il giorno dopo ero sempre io, ma completamente diversa. Una donna che non aveva più paura di crescere, di essere davvero adulta. Una donna che non temeva più quella totale assenza di attenuanti dovute alla giovane età. Una donna che riesce a prendersi la responsabilità dei propri errori con un'alzata di spalle, senza più desiderare di essere ciò che non è.

A ben pensarci credo che questi trent'anni mi abbiano fatto un gran bene. Sono quella di sempre ma mi sento e mi vedo più consapevole, più matura, più incisiva nelle mie scelte, nei miei discorsi e in tutte quelle volte in cui devo far valere le mie opinioni. 

Ho trent'anni Dio Santo. E non è cascato il mondo.

mercoledì 18 novembre 2015

Piccoli Lussi

Fonte: domtotal.com

E' capitato di dover cambiare turno per due giorni, trovandomi all'improvviso con due pomeriggi quasi interi davanti, dopo troppo tempo.
Ho letto molto, ho scritto tanto, ho cucinato un po'.
Nel più totale silenzio della mia casa sono stata da Dio. Ho provato un senso di relax così completo che ho visto il tempo dilatarsi, affacciarsi inerte davanti a me. Ed è stato bello quando i clienti mi hanno reclamata, quando mi hanno detto di non farlo più, che non posso destabilizzarli così con la mia assenza. Questi sono i momenti che più amo del mio lavoro. Quando riesco a distaccarmene e quando prepotente si riaffaccia la voglia di tornarci.

lunedì 16 novembre 2015

Valentina Cardellini - Il Mistero del Sogno nel Tempo



Sempre più di rado mi capita di parlarvi delle mie letture, eppure non c'è mai stato un tempo nel quale io non abbia avuto un libro con me, non fossi stata impegnata nella conoscenza di personaggi sempre nuovi, mondi ogni volta diversi.
Guardo pochi film ma per contro leggo tanti libri e ognuno di essi mi arricchisce con qualcosa di nuovo e di unico.

Nei giorni scorsi sono entrata in punta di piedi nel mondo di un nuovo libro, appena pubblicato in versione e-book, anche su Amazon. Si chiama "Il Mistero del Sogno nel Tempo" e la sua autrice, Valentina Cardellini, è una ragazza che ho conosciuto virtualmente già diversi anni fa. La facilità con cui intreccia le parole per esporre i suoi pensieri mi ha sempre catturato e non c'è stata volta in cui non abbia provato un senso di pace e di compiutezza nel leggerle.
Tutto questo per dirvi che no, non mi sarei persa il suo primo libro per nulla al mondo. Ed Il Mistero del Sogno nel Tempo è proprio come lei: fulgido, etereo, delicato.

Il Mistero del Sogno nel Tempo è un libro che si dipana tra differenti spazi temporali, percorrendoli come si percorre un sogno. Non c'è tempo per fermarsi a comprendere, a capire, a conoscere davvero i personaggi. Tutto avviene come se si venisse accolti, più che avvolti, da una pesante coltre di nebbia. Il mistero di fondo si snocciola tra spazi e luoghi diversi, accompagnati da descrizioni vivide e suggestive che un po' ci consentono di entrarvi. 
L'Amore, quel sentimento che tutto crea e nulla distrugge, è il vero attore principale della scena. L'Amore che non conosce null'altro se non il fragore delle emozioni, il canto dei venti, l'intrecciarsi di fili invisibili che legano indissolubilmente due anime.

Questo non è un libro che possa far affezionare ai protagonisti. Non è uno di quei libri finito il quale se ne resta orfani. Semmai, è un libro in grado di trascinare verso un viaggio onirico che sembra infinito, ma che giunge poi all'unica conclusione possibile. Soluzione di cui non posso anticipare nulla, per ovvie ragioni, ma che difficilmente non sentirete anche un po' vostra.
Due anime possono ricongiungersi al di là del tempo, della materialità, di eventi e di situazioni incontrollate ed incontrollabili?
Se anche solo una volta nella vita avete sentito la presenza di un sentimento che già c'era e che era sempre lì, anche quando non lo cercavate, allora forse dovreste dare una possibilità a "Il Mistero del Sogno nel Tempo" di Valentina Cardellini.

giovedì 12 novembre 2015

Scrivere

Se vi dicessi cos'è scrivere per me, voi non ci credereste. E la colpa sarebbe mia, perché non saprei raccontarvelo con i dovuti crismi così come lo sento.
Vi direi che scrivere per me significa vivere, vivere veramente. Dalla prima volta in cui ho impugnato la penna io ho saputo che sarebbe stato il mio strumento, il prolungamento di me stessa. Credo di aver scritto il mio primo racconto a sette anni. Non riuscii mai a finirlo però fu un bel gioco, un bel vagare con la fantasia. E poi in adolescenza, quando ricevetti il primo computer e scrivere sembrava ancora più facile. Quel fluire di pensieri, quelle idee, quei personaggi che venivano fuori da soli, che si scrivevano da sé.
Ma prima di qualche mese fa io non sono mai riuscita a concludere nulla. Scrivevo e mi interrompevo, non ero mai contenta, la sfiducia prendeva possesso di me e mi faceva bloccare sul nascere quelle storie, quei racconti che non hanno mai visto la luce.

Fonte: repubblica.it
Poi tutto è cambiato. Ho iniziato a farlo davvero, con ordine, con metodo. Tutto è stato possibile grazie a dei sogni notturni, a quelle storie che sembravano implorarmi di uscire fuori, di essere messe nero su bianco. E chi ero io per negare a qualcuno che vedevo in modo così vivido dentro di me di esprimersi in pieno? Gli ho dato ascolto, ho sviscerato tutto quello che avevo visto nel mio pellegrinaggio al buio. E ne è uscito fuori qualcosa di buono, di bello, qualcosa che mi emoziona quando lo rileggo. 
Non si tratta solo di una storia, a dire il vero sono diverse. E anche tuttora sono presa da una di esse. Stamattina mi sono svegliata alle cinque e mezza con dei dialoghi perfettamente tracciati. Mi sono alzata, ho dovuto scriverli prima di dimenticarli. 
E quando la sessione era terminata mi sono sentita felice. Felice in un modo autentico, pulito, soddisfatto.

Io non ho idea di quello che succederà a questi miei scritti. Forse saranno sempre solo miei. Forse avrò il coraggio di proporli a qualcuno, di venderli ad altri.
Ma ora so che quel che è iniziato a febbraio di quest'anno non è irreale. So che fa parte di me quanto e più di tutto il resto. So che non è solo evasione, so che quei fiori in boccio sono una cosa importante.
So che non era un caso portare sempre dei fogli ed una penna con me. So che quell'urgenza di scrivere provata in tutta la mia vita non era casuale, non era dettata dal nulla né da una semplice mania. Tutte le volte in cui mi sono fermata da qualche parte a scrivere io mi stavo preparando a questo. E se un giorno finirà, se un giorno smetterò di farlo, allora potrò dirmi morta sul serio. 

domenica 8 novembre 2015

Braccio di Ferro

Odio sentir la gente litigare. Mi spiace nel profondo quando le voci si alzano, le vene si gonfiano, i visi si deformano, l'ira prende il sopravvento e volano parole pesanti. Odio il rumore degli oggetti che si spostano, la rabbia che esce dai muri e arriva fin qui.

Fonte: theblog.it

Gli appartamenti attaccati ai nostri, quelli non ristrutturati, ne hanno ascoltate di liti. Di gente che urla di notte o di giorno, che incurante dei vicini si parla addosso con arroganza. Affittuari che vanno e vengono, gente che spesso non ho mai neppure visto in faccia. Donne contro uomini, mariti contro mogli, coppie straziate da una difficoltà comunicativa evidente, che parla solo per mezzo di litigi a voce alta. 

E ogni volta mi scoppia il cuore, vorrei tapparmi le orecchie pur di non dover ascoltare. Pur di non dover entrare a forza nel loro menage, pur di allontanarmi da tutta questa violenza verbale che non mi appartiene e che vorrei non dover mai affrontare. 

Oggi c'è un bel sole caldo, sembra primavera. Non è il giorno giusto per litigare, forse non lo è mai. 

lunedì 2 novembre 2015

Week End d'Autunno

Quello appena trascorso è stato davvero un buon week end. Sabato sera dopo il lavoro cena tra donne in pizzeria. Mi son fatta tante di quelle risate che sono andata a letto con un cuore leggero come una piuma. Un po' meno la pancia, che quell'atmosfera di rilassatezza ci ha fatto prendere anche il dolce e non vi dico quanto me ne sia pentita, dopo.

Fonte: palazzomeninni.it

Poi ieri, domenica, abbiamo festeggiato il compleanno della nonna di Fred.
Ha compiuto 82 anni e poverina l'abbiamo fatta attendere fin quasi alle due mentre in casa le preparavamo una bella sorpresa per il suo rientro. A pranzo mi sono seduta accanto a lei, ci siamo fatte qualche selfie in pieno stile "ragazze moderne" e non sono mancati neanche lì attimi di piacevole ilarità. Tornati a casa ha trovato la sua sorpresa e mi è sembrata felice, emozionata, anche se non faceva altro che schernirsi, dire che non avremmo dovuto spendere soldi per lei.
E invece è stato bello vederla così, attorniata da nipoti che per lei farebbero qualunque cosa. Se ne lamentano, ne dicono di cotte e di crude...ma poi le si stringono intorno come bambini. Questi ragazzi li ha cresciuti lei con il suo polso d'acciaio e se son venuti su bene è anche merito suo. Sono felice di far parte di questa allegra combriccola, anche se sono arrivata dopo, anche se fino a dieci anni fa non sapevamo nulla gli uni degli altri. 

venerdì 23 ottobre 2015

Le Mani di Mia Madre

Fonte: blogmamma.it

Le mani di mia madre non sono mai state soffici. Forse solo quando era ancora una bambina, ma prima dei dieci anni, perché poi andò in Germania a fabbricare guanti.
Le mani di mia madre sono mani che hanno lavorato, che hanno conosciuto la fatica, il freddo, il caldo, la cattiveria, i veri problemi di una vita non troppo felice. Mani che hanno raccolto pomodori sotto il sole cocente e lavato ortaggi per ore dentro l'acqua gelida. Mani piene di calli, di vesciche, di striature dolenti, di verruche. Mani che grattano la pelle, mani dalle quali scappavo perché troppo dure. 
Eppure ora, proprio in questo esatto momento, non so che darei per una sua carezza con quelle mani lì. In certi momenti mi sale una nostalgia fitta al centro del petto che poi non so colmare quando siamo finalmente una davanti all'altra.
Forse perché ho trascorso un'infanzia fatta di pochi baci e di ancor meno abbracci. Forse perché ho perso la capacità di rendere fisico un sentimento. E così anche quando siamo insieme non siamo capaci di spiegare quello che realmente sentiamo. Il dolore della lontananza, la voglia di passare più tempo insieme, di fare maggiormente parte della vita l'una dell'altra.
Quelle mani mi fanno tenerezza. Sono mani sconvolte da dolori, mani che non appariranno mai fini ed eleganti. Mani sofferenti, che mostrano il segno del suo vissuto. Mani che alla sera meriterebbero un po' di considerazione in più. Mi pento io stessa di non averlo fatto quando ancora abitavamo sotto lo stesso tetto. 

mercoledì 14 ottobre 2015

Il Mare Di Notte

Nelle notti tempestose, o quando il silenzio regna sovrano, il rumore del mare arriva fin qui. Bussa alla nostra finestra, entra indisturbato, si posa sulle nostre coscienze.
I primi tempi che abitavo qui non capivo da dove provenisse questo incessante sciabordio e alla risposta di Fred "è il mare" strabuzzai gli occhi. Quasi non ci volevo credere. Era un po' come quando in casa mia in certe serate particolarmente silenziose si sentiva lo sferragliare del treno in lontananza. 

Fonte: viaoberdan.it

Stanotte ero sveglia ed ho sentito il mare. Ho immaginato le onde infrangersi impetuose sulla spiaggia, bagnare la sabbia in quella danza eterna che non smette mai di affascinarmi. Mi sono girata dall'altra parte ed ho continuato a dormire, serena.

Ora piove. Il diluvio tanto annunciato è giunto davvero. Le auto sfrecciano su e giù e il mare non si sente più. Solo la notte torna a farci compagnia, un passeggero silenzio del nostro riposare. 

venerdì 9 ottobre 2015

Inaffidabili

Fonte: puramentecasuale.com

Forse perché sono nata e cresciuta all'interno di una famiglia che del senso di responsabilità ha fatto una regola imprescindibile.
Oppure perché l'esempio dei miei genitori è stato così forte e permeante da avermi condizionato più di quanto sia disposta ad ammettere.

Ma sul serio, ogni qualvolta che devo scontrarmi con qualcuno il cui livello di affidabilità si avvicina allo zero il mio senso di indignazione cresce a dismisura. 
Il mondo è pieno di ragazzini mancati che alla soglia di trenta, quaranta o cinquant'anni non sono ancora cresciuti. E che forse non lo faranno mai, perché è più comodo stare sulle spalle degli altri, meno impegnativo che darsi da fare per rispettarli.

E così ti ritrovi giorno dopo giorno a doverti barcamenare con quello che non è stato fatto, quello che non ti hanno detto, le comunicazioni che non sono arrivate, le note che non ti hanno lasciato. O a dover aspettare una mattina intera che qualcuno si presenti ad un appuntamento stabilito da tempo ma che non ti avvisa neppure quando poi decide di non passare.
Siete una piaga, sappiatelo. E prima o poi un bel calcio in culo aspettatevelo. 

martedì 6 ottobre 2015

La Leggerezza delle Anime Semplici

Fonte: windoweb.it

Franca era una donna mite, semplice, di poche parole.
Aveva due soli vizi: il fumo e i dolci. 
Veniva da una famiglia modesta, particolarmente strampalata. La madre è una di quelle donne che puliscono poco, ridono tanto e si ingioiellano più che possono. Lo zio un uomo un po' folle che, rimasto single, anche in veneranda età andava dietro alle donne come un ragazzino.
Nata con un ritardo mentale, Franca viveva in un mondo tutto suo, fatto di impulsi naturali e di un sorriso coinvolgente e dolce sempre stampato sul viso.
Quando ebbe sua figlia non seppe occuparsene e fu la figlia ad occuparsi di lei, non appena fu abbastanza grande per farlo. 
Per Franca ho sempre provato un'infinita tenerezza. Era come una bambina un po' cresciuta e l'unica cosa che sembrava darle un infinito senso di piacere era fumare le sue sigarette.
Sua figlia è stata la mia migliore amica per buona parte della mia vita, fino a poco meno di dieci anni fa. Vivevamo a cinquanta metri l'una dall'altra e questo significa, per me, aver incontrato Franca un gran numero di volte, fin dalla più tenera età. So che per certi versi sua figlia si vergognava di questa sua famiglia un po' fuori dalle righe, eppure non è mai venuta meno ai suoi doveri e ad un certo punto mi ammise in questo cerchio, me li fece conoscere meglio.
Questa mattina Franca è spirata, dopo due mesi d'ospedale. La brutta notizia mi è giunta appena un'ora fa e non posso fare a meno di pensarci, di pensare che le persone buone sono davvero le prime ad andarsene. In lei non ho mai visto un filo di rabbia, un pensiero sporco o negativo. La sua dolcezza traspariva da ogni gesto, da quel sorriso fedelmente dipinto sul suo volto.

Questa sera, dopo il lavoro, chiamerò la mia amica. Tutto questo mi agita molto perché l'ultima volta in cui ha avuto una perdita io le ero vicina, avevamo affrontato insieme la burocrazia, il viaggio alle pompe funebri e quelli più snervanti degli ospedali. Mi auguro che ora, nella sua vita, ci sia qualcuno che la possa appoggiare in questi momenti così bui in cui, ancora una volta, dovrà allargare le spalle e fingere di averle forti e grosse. 

giovedì 1 ottobre 2015

La Lunga Notte

Fonte: meteoweb.eu


E' stata una lunga notte.
Insonne, tormentata, agitata. Mi infastidivano le coperte od il lenzuolo. Non trovavo una posizione giusta che mi accogliesse per dormire. Mi mancava persino l'aria ma quando poi sono andata ad aprire uno spiraglio di finestra ho avuto freddo, l'umidità pungente ha subito riempito l'ambiente. 
Mi sono girata in continuazione e so di non aver fatto dormire molto neppure Fred, che docile non ha detto nulla e che senza dare in escandescenze come probabilmente avrei fatto io si è alzato alle cinque come sempre, stoico.
Sono andata in bagno, ho bevuto, sono tornata a letto. Ma il sonno non ne voleva sapere di venire e la consapevolezza di non riuscire a riposare e di infastidire anche lui aggiungeva agitazione a quella che già c'era. Alla fine sono riuscita a trovare un po' di pace solo intorno alle 7 ed un'ora dopo ero già in piedi.

Piove da diverse ore ormai ed è forse l'immagine più autunnale di questi primi giorni della stagione. Come certi bambini romantici mi aspetto di trovare le foglie secche ai bordi delle strade, di camminare su un terreno scuro dove raccogliere le più belle. Mi aspetto di sentire il profumo delle castagne che cuociono nella padella vecchia e bucata di mia madre. Solo così, forse, troverei un po' dell'autunno che mi piace.

lunedì 28 settembre 2015

Ogni Lunedì

Fonte: mondoweb.it

Perché la domenica dura soltanto un giorno?
Perché in quelle poche ore devo riuscire a condensare doveri, piaceri, la spesa settimanale, l'incontro con qualche persona cara, lo svago, il riposo, l'azzeramento dei pensieri?
Ne vien fuori un minestrone senza capo né coda, una corsa inutile ed isterica che il giorno dopo si è ridotta ad un mero ricordo. Eppure ieri è stata proprio una buona domenica. Abbiamo visto mio fratello, l'ho aiutato nei suoi acquisti di vestiario, abbiamo pranzato insieme. Ma di nuovo oggi ho l'amaro in bocca per aver visto sfumare tutto troppo presto, senza che potessi fermarlo un attimo per capire, per viverlo sul serio.
Credo che la lentezza non faccia per me che pure non vivo bene neppure nella frenesia. Dunque qual è la mia dimensione? in che modo trovarla, proteggerla, renderla autentica?

Ora l'idea di tornare a lavoro, rigettarmi tra la gente, trovare la forza di ridere, di conversare, prestare attenzione ai soldi falsi, a chi vuol fregarci, a chi perde la merce e poi ti chiede se per caso sei stato tu a non dargliela...mi sfianca.
Forse è per questo che la domenica dovrebbe durare due giorni. Per staccarsi davvero da tutto non basta una manciata di ore.

mercoledì 23 settembre 2015

Di Notte

Ho sognato di nuovo i miei ex compagni di classe.
Eravamo in un luogo buio e sconosciuto ed ho iniziato ad abbracciare tutti, a baciarli, a raccontargli chissà cosa. C'era persino mia nonna, morta ormai da 12 anni.
Ed ero felice, come se avessi ritrovato qualcosa.

Fonte: psicologia.tesionline.it

La verità è che se li rivedessi ora, dopo tutto questo tempo, probabilmente proverei una strana soggezione. Scambieremmo qualche parola e poi torneremmo alle nostre vite. Però nel mondo dei sogni, durante il riposo notturno, loro ci sono così spesso che bisognerebbe iniziare a chiedersi il perché. 
Cambiano gli ambienti, le situazioni, eppure qualcuno di loro è sempre lì, con la stessa faccia di allora. 

lunedì 21 settembre 2015

Un Uomo Distinto

Il padre di mio cugino è un uomo distinto, d'altri tempi.
Superati gli ottant'anni ha assunto la voce cadenzata degli anziani che senza volerlo gli ha regalato un'aria ancor più signorile. Di lui ho sempre apprezzato l'educazione rara, le parole ricercate con cura, la capacità di non dire mai qualcosa di sbagliato o di inopportuno.
Anche gli abiti tradiscono il suo modo di fare, quella garbata eleganza che mi conquistò già da bambina.

Fonte: oltreilcancello.wordpress.com

Quando lo conobbi avevo circa due anni. Di suo figlio, il fidanzato di mia cugina, io ero innamorata già da un pezzo. Era una versione più giovane di lui e quando sapevo che doveva venirla a trovare non mi facevo mettere le scarpe che da lui. Aveva le mani delicate, una premura unica e assolutamente rara, uno sguardo gentile. In seguito non ho mai mutato la mia opinione su di lui né su suo padre che negli ultimi anni ho visto meno, ma per cui ho sempre avuto un pensiero.

Da alcuni mesi a questa parte ha perso la moglie dopo una lunga malattia. Mi aspettavo di vederlo più fragile, meno presente. E invece, ora che abbiamo occasione di vederci almeno una volta al mese, entrambi abbiamo riscoperto quei sentimenti di vicinanza che ci legavano un tempo.
Ieri eravamo al compleanno di sua nipote, la figlia di mia cugina. Quando sono entrata nella stanza ci siamo salutati e mi ha detto :" Ecco la nipotina che ho conosciuto quando aveva 2 anni".
Parole semplici, pronunciate con voce chiara ed espressione fiera. In quel momento mi sono sentita stringere il cuore. Sapere che mi considera ancora una sorta di nipote mi ha resa felice.
Nei suoi occhi vedo ancora la bambina che sono stata.

martedì 15 settembre 2015

Il Vecchio e Il Nuovo

Sabato sera Fred ed io abbiamo cenato in un delizioso ristorante messicano di Viale Marconi, a Roma. A terra c'erano piastrelle di ogni colore in un'alternarsi di forme che ci ha subito affascinati. I muri in pietra, la cucina a vista, gli oggetti strambi alle pareti, la musica giusta. I tavoli invecchiati, i piatti spaiati in pesante ceramica, i bicchieri alti. Ci è piaciuto tutto, dai camerieri al menu, dalle pietanze alle chiacchiere. 

Fonte: casadelladry.wordpress.com

Con noi c'era il suo migliore amico, personaggio particolare che ormai ho imparato a conoscere e a cui forse, nonostante il turpiloquio che di tanto in tanto lo investe, mi sono affezionata.
A volte ho come la sensazione di avere di nuovo un amico, dopo tanti anni. Un amico maschio, intendo. E di sicuro l'unico amico che ho qui, al di là dei tanti conoscenti che di più non sono.
E' una bella sensazione, mi riporta alla memoria i periodi della scuola, in cui eravamo sempre poche femmine e tanti maschi. Con tanti di loro ho studiato, mangiato, cantato, parlato, scherzato, vissuto la mia adolescenza e anche qualche anno di più. Poi è finito tutto perché la vita prosegue e c'è sempre qualcosa che ti porta altrove, che ti fa lasciare certe abitudini che erano l'ideale dietro i banchi di scuola ma che poi sembrano non avere più senso al di fuori di essa.
In questi dieci anni con Fred il mio unico amico maschio è stato lui. E' stato ed è ancora molto altro ma è pure mio amico, colui con cui fare tutte quelle cazzate che non faresti mai con altri.
Pensare di avere una specie di nuovo amico per me è strano ma assolutamente piacevole. E' come tornare indietro senza per forza di cose perdersi l'andare avanti. Così spesso mi ritrovo ad invitarlo nelle nostre uscite perché penso che sia bello stare tutti e tre insieme e ancor più bello quando c'è anche mio fratello e siamo un quartetto assai simpatico.

domenica 13 settembre 2015

Vuoti a Rendere

Fonte: eticamente.net

Le mie domeniche solitamente scorrono veloci, infarcite di cose da fare. Lo faccio di proposito, è una mania o forse solamente un bisogno. Durante la settimana penso già a come riempirle, a cosa combinare in quelle ore di libertà.
Nelle ultime due domeniche, quelle appena dopo le ferie, ho fatto il percorso inverso. Le ho svuotate, liberate, rese scevre da impegni. Mi sono riappropriata di quelle ore, le ho rese davvero mie. Ho fatto poco o nulla fino a dilatare il tempo, farlo durare di più.
E mi è piaciuto. Mi è piaciuto sul serio.
Io so che questa è solo una tregua. So che forse è già finita e che la prossima domenica macineremo di nuovo chilometri, sarò di nuovo la me di sempre.
Però in queste ore, in questi momenti di nulla, io sono felice. E lo scrivo qui perché dovrò ricordarmene, dovrò fare in modo che questa alternativa mi torni nella mente quando mi sembrerà di non aver fatto abbastanza.

venerdì 4 settembre 2015

Il Rientro

L'aria sta lentamente cambiando. Forse addirittura pioverà.
Siamo invasi dalle zanzare. Che poi non sono vere zanzare, quanto piuttosto insetti minuscoli ancor più aggressivi. Non senti quel ronzio che ti avvisa della loro presenza. Quando ti sono addosso è già tardi, ecco che ti hanno fatto almeno 3 punture nell'arco di 1 secondo. Punture che resistono per giorni, ho ancora addosso quelle delle ferie.

Fonte: guide.notizie.it
Il rientro a lavoro è andato bene. I clienti ci hanno accolto festosi come al solito e questo è il regalo più bello che potessero farci. Se sai che c'è qualcuno che ti aspetta, qualcuno a cui manchi, allora rientri con il sorriso, con tanta voglia di fare. Qualche problemino non è mancato, che quando mai si riesce a riaprire senza qualche imprevisto o senza il salasso di bollette tutte insieme? settembre è il mese in cui si deve tirare un po' la cinghia, almeno qui.

Anche i bambini dei vicini stanno per tornare a scuola. Posso dire che le loro urla del mattino non mi mancheranno? qualche cliente vive questo ritorno come un problema. Vicino casa abbiamo la fortuna di avere scuola materna, elementari e medie. Eppure tanti bambini ne sono rimasti fuori. Non dicono sempre che si fanno pochi figli? qui il problema non si avverte di certo, forse perché ci sono molti stranieri che di figliare non ne hanno mai abbastanza. 
Ho pensato a come diavolo potrei organizzarmi se una cosa del genere capitasse a me. Poi mi sono ricordata che di figli non ne ho e che forse non ne farò tanto presto. Una cosa pazzesca però mi è successa. Ero in riva al lago con Fred, uno degli ultimi giorni di ferie. Tirava una brezza leggera e delicata. Per la prima volta ho pensato che anche noi avremmo potuto essere genitori e non mi è suonato più tanto strano come un tempo.

domenica 30 agosto 2015

Si Ricomincia

Ferie finite.
Le ho tanto attese e poi eccole qui, scivolate via come succede con il Natale e con tutte quelle cose belle che aspettiamo troppo.
Domani si ricomincia e sarà davvero dura...ma quando mai non lo è? al momento preferisco non pensarci, godermi queste ultime ore di una domenica caldissima passata in ottima compagnia.

fonte: panoramio.com
La questione è che me lo sono proprio godute. Come al solito non ho fatto viaggi megagalattici, non ho visto l'altra parte del mondo né conquistato chissà quali vette. Sono stata in luoghi conosciuti ed amati, tra persone a cui voglio bene e che durante l'anno mi mancano.
Ho scattato tante foto, ho assaporato pasti che sanno d'amore, ridotto all'osso le mie finanze, parlato a lungo con la mia più cara amica, vissuto i miei genitori come non facevo da tempo. E poi tutto il resto, quello che c'è stato e che non so raccontare ma che è ancora dentro di me, a ricaricarmi per i prossimi mesi.


sabato 22 agosto 2015

Colline

Fonte: boorp.com

Mi sono completamente immersa.
Nella natura, nelle fusa del mio gatto, nel cibo preparato con amore dalla mamma, nel fresco della sera. Ho gli occhi che si perdono tra il rigoglio di queste colline, le narici che fremono annusandone i profumi. Vorrei poter fotografare tutto, lasciare ogni cosa nella mia memoria. 
Mi sento in profonda comunione con ogni cosa, con ogni centimetro di terra che calpesto. E' come ricongiungersi finalmente a quella parte di me che credevo perduta per sempre. O forse solo nascosta, così bene da pensare non esserci più.

Ed è strano come tutto sia giunto nel momento giusto. Il libro che sto leggendo, un misto di spiritualità e concretezza. Il fatto di rientrare in Chiesa dopo così tanto tempo, riuscire persino ad inginocchiarmi e parlare con Dio. 

Oggi pomeriggio sarò con la mia amica. Abbiamo organizzato questa manciata di ore da mesi. Non so dire quanto mi senta emozionata.

venerdì 21 agosto 2015

A Casa

Sono letteralmente scomparsa dalle pagine di questo blog. Persa tra gli ultimi faticosissimi giorni di lavoro prima della chiusura estiva e poi dai primi giorni di ferie.

Ora sono a casa dei miei, per quattro giorni di totale relax. Questa mattina sono passata nel mio vecchio posto di lavoro ed è stato splendido incontrare tanti di quei clienti che non mi hanno mai dimenticata. Bello riabbracciarli, scherzare insieme, chiedersi com'è che la vita sta andando. Dicono di vedermi bene, in forma, raggiante. E in fondo hanno ragione, stamattina ero proprio così. Ma non è merito del posto da cui sono venuta bensì del ritornare nella mia terra, fra i profumi conosciuti, fra le facce che conservano sempre qualcosa di familiare, qualcosa di bello e di puro.
Bello ritornare tra la propria gente, immersa in quella natura che è parte integrante del mio essere.

Fonte: viaggi.nanopress.it
Negli ultimi tempi mi ero resa conto di soffrire il distacco. Ci sono voluti 2 anni ma alla fine è accaduto e l'ho sentito all'improvviso, tutto insieme.
Paradossalmente non sono i miei genitori che mi mancano né mio fratello. Sono i luoghi, i conoscenti, le facce con le quali sono cresciuta anche solo passandoci accanto. 
Una sera ero alla Notte Bianca organizzata dal comune in cui vivo ora. Per caso incontrai una coppia che vive in un paese accanto al mio, a quello natio intendo. Gente che conosce mio zio, mio padre, quei posti che mi sono rimasti attaccati agli occhi e al cuore. Bastò quell'incontro per rendermi felice, poter parlare di quelle cose che mi sono familiari e che fanno parte della mia storia, del mio essere. 
Ho capito che non è facile lasciarsi alle spalle tutto quanto, neanche se lo si vuole.

lunedì 10 agosto 2015

Maree

Il tempo sta cambiando, c'è un'aria diversa questa mattina.
Il sole si è nascosto dietro le nuvole e nonostante il caldo non accenni a diminuire, almeno l'afa sembra meno persistente.
Questa è l'ultima settimana di lavoro prima delle ferie e qualche problema si affaccia già. Fred avrebbe dovuto lavorare dalle 12 ma alle 6:30 era già stato richiamato per il malore di un dipendente. Si farà quattordici ore sul posto, credo non abbia scampo.

Fonte: giornalettismo.com
Questa mattina è venuto a casa il perito della Banca, quella a cui abbiamo chiesto una surroga per il mutuo. Una uomo cordiale ed allegro, arrivato persino con mezz'ora di anticipo.
La casa gli è piaciuta, in particolare l'ampio balcone che amo tanto anche io. Ha fatto i dovuti rilevamenti e poi se ne è andato. Non so come andrà a finire questa storia ma spero che vada bene, che si possa trovare un accordo per risparmiare un po'. 

Mio fratello è ripartito ieri dopo pranzo, forse tornerà un paio di giorni quando saremo in ferie anche così da fare un po' di mare. Io non vedo l'ora che questi giorni passino, sarà una lunga settimana.

venerdì 7 agosto 2015

Quando?

Arriveranno mai queste dannate ferie?
Inizio a diventar noiosa, me ne rendo conto, ma se mi vedeste capireste.
Non ne posso più, sono arrivata al limite.
Anche se come al solito non mi sarà possibile andare in vacanza da qualche parte, voglio semplicemente starmene in pace. Che sia in casa, dai miei, qui al mare o sulla luna. Ovunque purché possa riposare un po', smettere di pensare al lavoro almeno per qualche giorno.

Fonte: blog.pegaso.eu

Ogni anno in questo periodo sclero, do di matto. E' come se sentissi tutte le fatiche dell'anno sulle mie spalle, come se dovessi affrontarle tutte insieme.
Sorridere mi costa il doppio. Fare tutto quello che faccio di solito mi opprime.
Fred poverino è stanco morto anche lui ma non la prende così male. Semplicemente aspetta e intanto cerca di distrarmi. Alla sera vuol portarmi sempre da qualche parte ma ovunque andiamo si boccheggia. Mi vesto carina, cerco di svuotare la mente senza mai riuscirci totalmente. 

Stasera viene mio fratello, sarà con noi fino a domenica. Spero che la sua presenza qui, nonostante si debba comunque lavorare, mi aiuti a tirarmi un po' su. Vedremo.

sabato 1 agosto 2015

Riflessioni di Una Vita

Fonte: bulugre.eu


Sabato primo agosto.
Cominciano ad intravedersi le ferie, dovrò attendere ancora 15 giorni.
E' un'estate sottotono quella che sto vivendo. Poche uscite, divertimenti ridotti all'osso. Solo lavoro, casa, direi anche Chiesa ma non ci sono andata. 
Al primo posto come al solito i doveri, non sia mai che si riesca ad invertire la rotta. Forse è colpa di questi 30 anni appena compiuti ma vedo la vita scorrere via ed io che la guardo senza realmente agguantarla e morderla.
In alcuni casi mi sembra di subirla e basta. La vivo da inerte, in una sorta di apatia che non muovo un dito per scacciare via. 

E' colpa mia, ovviamente. Solo colpa mia. 
Mi ha fatto riflettere ieri la frase di una persona amica e mi sono cadute addosso le scelte di una vita. Ho sempre vissuto da bambina, poi adolescente ed ora da adulta responsabile. In un certo senso è come se non avessi mai fatto qualcosa di davvero ribelle, un gesto che potesse farmi perdere il controllo. Sempre misurata, sempre sulla retta via. Ed è anche giusto in fondo, sono fiera di me stessa. Eppure una grande parte di me pensa di aver perduto qualcosa, di non essere stata capace di vivere con spensieratezza.

Si, la spensieratezza, questa sconosciuta. L'ho vista negli altri, in alcuni casi l'ho persino invidiata. In altri criticata. Senza mai conoscerla davvero, senza capirla, senza buttarmici dentro.
Fin dalle elementari ho fatto quel che andava fatto senza un trasporto che potessi definire tale. Dovevo essere buona, sedermi composta, studiare, portare buoni voti a mamma e papà. Non ho mai neppure cacciato un urlo, spaventata dal rumore ancor prima che uscisse.

E' vita quella che si vive così? continuamente oppressa dal senso del dovere, dal senso della misura, dal senso estetico, dalla perdita dei sensi, quelli veri. Una vita passata a proteggermi, a volare basso, ad agguantare le cose a piccole dosi. A non farsi conoscere, a nascondersi, a mettersi in trincea. 

Non sono pensieri da primo agosto questi. Non sono riflessioni che dovrei veder uscire ora. Eppure è come vedere un fiume in piena che si scaglia nel suo letto. Impetuoso, violento, a tratti sporco.  
Credo che anche mia madre al telefono mi abbia sentita abbattuta. Le ho detto di essere stanca, ed è vero. Sono stanca di me stessa, stanca di queste briglie che mi opprimono, della banalità che vedo dentro di me.

lunedì 27 luglio 2015

Gambe al Vento

Di nuovo lunedì. E questa volta non c'è la gioia di una cena per festeggiare il mio compleanno, come fu per lo scorso. Questo lunedì è lunedì e basta e con questo ho detto tutto.

Fonte: marcopolo.tv

Ieri mattina sono stata in giro per saldi. Meno gente che durante le prime tre settimane, un mare di roba brutta, vecchia e sciatta. In questo marasma ho però trovato un vestito delizioso. Corpetto blu, cinta rossa che si allaccia dietro in un fiocco, gonna a palloncino blu con i pois bianchi. Un po' corto rispetto a quando indosso di solito però mi piaceva a tal punto che ho dovuto acquistarlo per forza. E medito già su quando indossarlo, le scarpe da abbinare, la gioia di sentirmi un po' Biancaneve.
Alle 13:20 eravamo già a casa ed abbiamo trascorso un pomeriggio di riposo, di dolce e piacevole far nulla. 

Avremmo voluto andare al mare ma l'idea di doverci stringere in un minuscolo pezzo di sabbia in mezzo a tutti i romani che inondano queste spiagge durante il week end ci ha fatti desistere.
In compenso da 4 giorni ho ripreso a fare sport dopo 3 settimane nelle quali il caldo estremo me ne ha tenuta lontana a forza. 
Le mie gambe e le braccia ringraziano. E so che quel vestito anni fa non avrei potuto acquistarlo.

lunedì 20 luglio 2015

Compiere 30 Anni

Oggi compio 30 anni. Un'età particolare, un'età in cui non puoi più raccontarti di essere una teenager. E neppure una ventenne. Sei una donna, a tutti gli effetti. Il corpo è maturo, il volto è più sicuro. Non hai ancora perso tutte quelle insicurezze che avevi da bambina però le senti meno, come se il loro peso fosse diminuito nel tempo. 

Fonte: ilgiornoinpiù.tumblr.com

Giungere ai 30 anni mi ha sempre fatto paura. E no, non perché penso che si tratti di un giro di boa. Mi intimorisce per il significato che gli attribuisco, per la crescita che credo di dover mettere in atto arrivata a questa età. Da una donna di 30 anni ci si aspettano buonsenso, capacità di discernimento, pensieri limpidi e cristallini, determinazione nelle scelte, il sapere quello che si vuole. Mi sarebbe davvero piaciuto avere già in tasca tutte queste cose ma la verità è che credo di dovermene ancora conquistare una buona fetta. Il cammino è ancora lungo e queste 30 candeline non sono che un inizio, una porta aperta verso nuove conquiste, verso maggiori consapevolezze.

Negli ultimi 30 anni ho imparato ad amare chi merita di essere amato, ad allontanare chi aggiungeva negatività alla mia esistenza. Ho imparato a dire di no e allo stesso tempo so di dover ancora imparare a dire più si, a me stessa e soprattutto agli altri. Ho imparato che la perfezione non esiste e che è stupido cercarla in se stessi o in chi ci è vicino. Ho imparato che l'amicizia si costruisce col tempo e che ci si può circondare di tante persone eppure considerarne speciali un numero così esiguo da fare spavento. Ho imparato che l'amore è il sentimento in cui credo di più. Amore per il mio uomo, per la mia famiglia, per coloro che ogni giorno arricchiscono di scambi nuovi ed interessanti la mia vita. Amore per me stessa, perché senza amarsi non c'è crescita che possa realizzarsi. 
Ho imparato che essere donna è un impegno quotidiano e che i pesi sociali che abbiamo sulle spalle sono in parte colpa nostra. Ho imparato che conquistarsi un pezzo di felicità significa lottare ogni giorno perché non c'è nulla che si guadagni a tempo indeterminato. Ho imparato che i miei fallimenti sono stati anche terreno fertile sul quale lavorare, conoscere, reinventarsi. Ho imparato che non esiste un mestiere facile né un lavoro per il quale vorrei lasciare tutto il resto, come se la vita fosse tutta lì. 

Fonte: fiorerosso05.wordpress.com

D'ora in avanti vorrei imparare a credere di più in me stessa, nelle mie capacità. Vorrei imparare ad affrontare le mie paure, quelle barriere che mi sono posta davanti e che mi impediscono di progredire. Vorrei imparare a difendermi meno, perché non sempre c'è bisogno di portarsi dietro cannoni e fucili. Vorrei imparare ad erigere meno barriere, ad accogliere di più.
Vorrei imparare, semplicemente.

Ma intanto...Auguri me, Auguri Sara.

sabato 18 luglio 2015

Asfalto Rovente

Con questo caldo si dovrebbe scrivere di meno, no?
E invece pare mi stia capitando l'esatto contrario. Scrivo di più, magari proprio per esorcizzarlo, per pensarci meno.

Fonte: ecotu.it

Ieri pomeriggio a lavoro ho ricevuto una cattiva notizia. Un nostro cliente di neppure quarant'anni è morto ieri mattina, a ridosso di un palo su cui è andato a finire con la moto. O uno scooter. O quello che era. Quest'uomo non mi è mai stato particolarmente simpatico. Mi pareva che non sapesse contare, o qualcosa del genere. Faceva anche delle domande strane, sempre le solite, sempre uguali. Un tipo particolare, che non si capiva mai se c'era o se ci facesse.
Fatto sta che quando ho saputo questa brutta notizia ci ho pensato intensamente. A come dev'essere morire così giovani, alle quattro di mattina per andare a lavorare, mentre a casa i tre figlioletti e la moglie ancora dormivano, ignari che la loro vita sarebbe cambiata all'improvviso.
E ho pensato tanto proprio a loro. A questi tre figli di colpo senza un padre. Alla moglie casalinga rimasta sola, senza più il suo compagno. 
Davvero triste la vita. Si può pensare ad altro, far finta che sia tutto un bluff. Ma poi muori sull'asfalto alle quattro di mattina ancor prima di compiere quarant'anni. Non è giusto, non ha senso.

venerdì 17 luglio 2015

Di Notte

Fonte: latuavocenellanotte.com

Mi sveglio di notte per il caldo. 
Fred si alza ed accende il ventilatore ma persino quel ronzio sordo mi dà fastidio.
E quando di notte non dormi senti tutto.

Il cane nel balcone accanto che abbaia in continuazione.
Il pianto incerto del bambino della vicina.
I gatti in calore sotto casa, gli inseguimenti furtivi.
Un'auto che si accende e parte piano.
Quelle che sfrecciano veloci sulla strada principale. 
Il suo respiro leggero, regolare.

lunedì 13 luglio 2015

Lunedì, di nuovo.

Di nuovo lunedì.
Com'è possibile che la domenica passi così in fretta? La aspetto per 6 giorni e quando poi arriva eccola giungere alla fine in un balzo.
Ho bisogno di una vacanza, di staccare un po' da tutto. Dagli impegni, dal lavoro, dalle solite facce, persino da me stessa. Vorrei crearmi un buco fresco nel quale rifugiarmi, una sorta di alcova ombrosa dove passare il mio tempo in totale relax. Un tempo sognavo viaggi favolosi, ora mi sono ridimensionata e credo mi basterebbe anche solo starmene un po' per i fatti miei.

Fonte: spazioindifeso.it

Manca una sola settimana al mio compleanno. Festeggerò un giorno con la mia famiglia ed uno con la famiglia di Fred. Visti i chilometri che ci separano si farà così anche stavolta. Inizialmente avevo addosso un'euforia infantile, ora si è spenta anche quella. Il caldo uccide tutto, anche la voglia di fare. E dire che generalmente sono un'amante dell'estate...forse è vero che invecchiando si diventa meno tolleranti.

Di buono c'è che la visita alle mani è andata bene. A Roma faceva un caldo esagerato e dentro l'Ospedale anche di più. Ho trovato una dottoressa deliziosa, una signora che mi ha trattato come una figlioletta. Ci siamo fatte un po' di allegre risate, di sicuro non me lo aspettavo in quel luogo lì. 

venerdì 10 luglio 2015

Dieci

Dieci anni insieme. 

Fonte: lorecalle.it
Eravamo poco più che adolescenti ed ora siamo un uomo e una donna. Anche allora faceva molto caldo eppure mi sembrava di non sentirlo. Non avrei mai creduto possibile che quel rapporto in boccio sarebbe diventato l'unico importante, l'unico in grado di scuotere mari e monti e anche tutte le priorità che c'erano state fino a quel momento.
A separarci sempre quei dannati centoventi chilometri. I continui spostamenti, le ore al telefono, la voglia di stare insieme nonostante tutto.
Ed ora siamo qui, ancora io e te. In questa casetta che è diventato il nostro nido, il tetto sotto cui costruire ancora giorno dopo giorno la nostra vita insieme.
Se mi volto indietro vedo gli ostacoli superati, le volte in cui sono caduta e tu mi hai rialzato, le volte in cui sei caduto tu ed io sono caduta insieme a te. Vedo gli autobus sporchi e puzzolenti, i treni senza aria condizionata. Poi la tua auto che ripartiva la sera tardi, le volte in cui pioveva e grandinava e la mia paura fin quando non ti sentivo di nuovo a casa, sano e salvo. I pochi viaggi che abbiamo potuto concederci, le ferie che facevo lavorando insieme a te.
Poi guardo davanti e vedo ancora noi due. Nuove cadute e nuove risalite. Io e te su soffici nuvole rosa. Che non esistono, ma che vorrei sotto i nostri piedi. Le mani ancora allacciate, il tuo braccio intorno a me. Non so cosa ci prospetta il futuro, so solo di volerlo attraversare insieme a te.
Ti Amo. Tanti Auguri Angelo Mio.

lunedì 6 luglio 2015

Caldo d'Estate

Da qualche giorno fa un caldo bestiale e persino un'amante dell'estate come me non sa che pesci pigliare. Quando sono in casa mi sposto da una stanza all'altra in cerca di un refrigerio inesistente. Indosso abitini così leggeri da sembrare di carta eppure anche quelli mi sembrano troppo. Credo che se mi vestissi solo di pelle avrei l'esigenza di togliere anche quella.
A lavoro si campa solo con l'aria condizionata tutto il giorno e si rimanda il pensiero della bolletta dell'Enel. 

Fonte: vitadamamma.com

Di notte si dorme poco o niente, se ho il ventilatore acceso devo tenere coperte la schiena, le orecchie ed il collo come se avessi 70 anni e se lo tengo spento la morte è assicurata.
Anche pensare a come festeggiare degnamente il mio compleanno venturo mi procura una crisi di nervi perché pure azionare i due neuroni rimasti fa fatica.
Mi mette anche pensiero tornare in ospedale tra 3 giorni per la visita di controllo alle mani. L'idea di attraversare prima il raccordo e poi Roma con questo caldo mi fa venir voglia di mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

martedì 30 giugno 2015

Vecchie Conoscenze

Ogni tanto mi capita di sognare persone che hanno fatto parte della mia "vita passata". Quella in cui ero ancora a casa dai miei, lontana da qui, nel paese in cui sono nata e cresciuta.
Questa notte ho sognato un uomo, uno di quelli che potremmo tranquillamente definire conosciuto da tutti. Il mio paese natio conta poco più di seimila anime e non è difficile essere noto ai più. Lo ero anche io, fin quando ho vissuto e lavorato lì. 

Fonte: aliyyosh.com

Quest'uomo non si è mai sposato. Quando l'ho conosciuto aveva quarantaquattro anni, venti più di me all'epoca dei fatti. E' un uomo piacente ed ho sempre pensato che amasse farsi notare. Prima ancora che iniziassimo a parlare aveva per me un interesse di qualche tipo, lo notavo da come mi osservava quando mi passava vicino. Mi intimidiva a tal punto che dovevo volgere lo sguardo altrove oppure abbassarlo. Ci conoscemmo solo quando cambiai lavoro, trasferendomi presso un'attività diversa, che, seppur a pochi metri dall'altra, raccoglieva un numero di gente assai più ampio e variegato. 
Si insinuò nella mia vita a poco a poco e conoscendolo mi resi conto che non aveva quella superficialità di cui lo avevo ingiustamente tacciato. Tuttavia non sono mai riuscita a guardarlo negli occhi per un tempo troppo lungo. Forse perché in lui non ho mai smesso di notare quell'interesse né la voglia di restare solo con me.

Ho sognato di rincontrarlo, di vederlo seduto e di sorridergli. Era notte, forse ci trovavamo ad una festa di paese o qualcosa del genere. Fra di noi tanta altra gente.
A volte mi è capitato di pensare a cosa stia facendo, se ha finalmente trovato l'amore. Quest'anno compierà 50 anni eppure sembra ancora un ragazzo un po' cresciuto. Credo che questa sua caratteristica un po' affascini e un po' tenga lontane le donne. 
Penso spesso anche a suo padre, uno dei miei amici-clienti, uno di quelli capaci di regalarti il sorriso anche nelle giornate più buie. Ricordo che una volta per scongiurare la sfiga portò un sacchetto di sale e lo sparse dappertutto, ancora mi viene da ridere se ci penso.
Ad agosto tornerò per qualche giorno in casa mia, mi piacerebbe rivederli. 

lunedì 29 giugno 2015

La Siesta

La Siesta di Julio Llort Guindula

Dopo aver trascorso la mattinata in giro ce ne siamo tornati a casa, che non erano neppure le due e mezzo del pomeriggio. Il tempo di sistemare la spesa e impostato la lavatrice ed ero già sul letto. 
Avevo passato due nottate strane, un po' per via delle zanzare di prima sera, un po' per la stanchezza accumulata che a volte non fa dormire bene.
E così avevo sonno, un sonno che non è tardato a raggiungermi non appena appoggiata la testa sul cuscino.
La siesta è durata solo un'ora ma è stata un'ora delle più felici. Dalla finestra arrivava una brezza leggera di ristoro. Le lenzuola pulite e fresche, si avvertiva ancora quel profumo di bucato che lieve distende i nervi. Più tardi è cominciato un gran caldo ma in quei momenti si stava così bene che meglio non avrei potuto.

giovedì 25 giugno 2015

L'Estate Che Avanza

L'estate avanza inesorabile. Fa caldo, anche se la sera qui si alza una brezza fresca che mi fa restare ben coperta ogni notte. Adoro questa stagione. Il sole che splende imperterrito, le tante ore di luce disponibili, la voglia di uscire per una passeggiata anche durante la settimana. 

Fonte : waitmag.com

E' solo giovedì ma con la mente sono già al week end. Forse qualche ora di mare, una cena cinese con mio fratello e qualche amico, le spese necessarie, ancora nessun riposo presumibilmente. E dire che di riposare avrei anche voglia. Di mettermi a dormire, pure di giorno. Solo che poi vengo presa da tutto il resto, dalla vita che scorre e dalla voglia di acciuffarla, di non perdermi quelle poche ore domenicali con gli occhi chiusi.

Arriverò alle ferie stremata, già lo so. Dal lavoro, dalla gente che mi stressa, dalla stanchezza fisica, dalla pesantezza di un intero anno senza fermarsi mai. E si tratterà di pochi giorni per cui sto già organizzando anche quelli, con il bisogno di fare mille cose per paura di vederli finire senza esserci riuscita. Ci penserò a tempo debito, mancano quasi due mesi. 


lunedì 15 giugno 2015

Compleanni d'Amore

Inizia in modo strano questo lunedì, con una cervicale pazzesca ed il profumo di terra bagnata che sale fin qui. 
Oggi Fred compie 32 anni e considerando che abbiamo persino i turni sfalsati, mio malgrado lo vedrò meno degli altri giorni. Gli ho preparato un buon pranzetto che lo accoglierà al suo ritorno, anche se io sarò già in negozio.
Una lettera profumata accanto al regalo che ho comprato per lui. Bigliettini a forma di cuore come se fossimo ancora adolescenti.

Fonte: cartolinagratis.com

E oggi sono anche 2 anni che viviamo qui, in questa nostra casetta. Quel giorno ero da sola con mio fratello e ricordo di aver pensato che quello sarebbe stato il nostro ultimo pranzo insieme nella casa che ci aveva visti bambini. Per fortuna ce ne sono stati anche altri, proprio qui, da adulti.

Fred venne a prendermi dopo il lavoro e caricammo in auto tanta di quella roba che poi per scaricarla e portarla su fu uno sforzo inanerrabile. Poco dopo le venti avevamo finito e insieme preparammo il letto che ci avrebbe accolti per la prima volta. Una doccia veloce ed uscimmo subito per festeggiare. Incontrammo un cretino che disse a Fred "ci hai pensato bene? ci vuole coraggio al giorno d'oggi ad uscire di casa e iniziare una vita con una donna".
Io lo fulminai con lo sguardo e gli risposi" il coraggio qui non c'entra niente. Semmai ne ho avuto io che ho lasciato il mio lavoro, la mia famiglia, la mia casa e gli amici. Fred non perde niente, ogni qual volta sentirà nostalgia gli basteranno 3 minuti per essere di nuovi lì." Quello stette zitto, forse non si aspettava che gli rispondessi per le rime, pur senza conoscerlo. 

Nonostante quell'intromissione quella sera fui felice. Anche se il giorno dopo, domenica, avrei dovuto mettere a posto ogni cosa, rendere abitabile quella dimora ancora vuota. E il giorno dopo ancora, lunedì, iniziai il mio nuovo lavoro. Senza darmi tempo per attutire l'urto di una vita nuova, l'imbracciai come si imbraccia un fucile e semplicemente iniziai.
Sono trascorsi 2 anni. A quel tipo risponderei ancora allo stesso modo solo che ora penso che il coraggio non fosse necessario neppure per me. Se tornassi indietro lascerei di nuovo tutto, per lui. E con lui ricomincerei da capo perché la vita è anche saper lasciare indietro qualcosa pur di andare avanti e ritagliarsi un pezzo di felicità.

Fonte: immagini.4ever.eu
Il week end è stato bello ed intenso. Una serata country, una cena con gli amici in un posto un po' sperduto ma caratteristico. Il sapore sulla lingua di una scamorza con il miele, la promessa di nuove cene e nuovi sapori.