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Fonte: pianetadonna.it |
Sabato sera dopo il lavoro e una doccia veloce, Pf, il migliore amico di Fred, ci ha portati in uno squisito ristorante indiano di Ostia. Lui ci era già stato un paio di volte ma per me e per Fred era la prima volta.
A dispetto di un'insegna poco accattivante, l'interno si è rivelato graziosissimo. Le pareti dipinte di un arancio intenso e di rosso scarlatto. I dipinti vivaci sui muri, il soffitto intarsiato in legno. I tavoli apparecchiati d'arancio anch'essi. Un sottopiatto in rame, i piatti così vividamente colorati, le luci basse per fare atmosfera.
E il cibo poi. Speziato, profumato, servito in modo cortese seppur lento. E' uno di quei locali in cui non si può andar di fretta. Tra una portata e l'altra c'è il tempo di parlare, discutere, guardarsi intorno.
Mi sono resa conto subito che quella indiana è una cucina un po' pesante se, come me, si è abituati a mangiar poco e poco saporito. Abituata a piatti semplici, dopo un paio di bocconi ero già piena. Ciononostante ho voluto assaggiare un cucchiaio di tutto e tenere a mente quei sapori così particolari, così esotici. Ho riconosciuto subito il cumino sulle patate, una delle spezie che conobbi nei mesi in cui
ero costretta a mangiare senza sale e che è forse l'unico bel ricordo di quel periodo. Non ho apprezzato tutto, ma la maggior parte di quello che ho assaggiato mi ha letteralmente trasportato in queste terre lontane e culturalmente così diverse, che un giorno mi piacerebbe poter visitare.
Sono tornata a casa con la pancia piena di sapori nuovi e sconosciuti e sulle labbra un gran sorriso di soddisfazione.
La domenica l'ho trascorsa a casa dei miei, dopo un mese di assenza. Il sole era alto nel cielo e faceva un gran caldo. C'erano delle temperature agostane e una pazzesca umidità.
Ho trascorso il mio tempo fotografando la natura. In un mese il paesaggio si è letteralmente trasformato, dipingendosi d'autunno. Qualunque cosa vedessi meritava attenzione, meritava d'essere immortalata e portata via con me. Un corbezzolo in via di coloritura, i melograni rossi, le foglie secche sull'erba, i pettirossi sui pali della luce, gli storni in cielo.
Ne è valsa la pena, anche di trovare la toppa sul raccordo e impiegare 2 ore per tornare a casa.