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Fonte: pianetadonna.it |
Questo post ce l'ho sulla punta delle dita da mesi. In realtà non ho mai saputo come iniziare, come dire le cose che penso senza rischiare di offendere chi, malauguratamente, può rivedersi nelle mie frasi.
Premetto anche che non sono madre e che dunque, volente o nolente, il mio è un giudizio puramente contemplativo, di quelli che mi nascono dentro dall'osservazione attenta di ciò che ho davanti agli occhi.
Il mio lavoro mi consente di passare molte ore al giorno con persone di ogni età ed estrazione sociale. Alcune di queste persone sono ormai clienti fissi, gente che si confida, che ti fa sbirciare nella sua vita. Gli altri sono dei semplici sconosciuti. Gente di passaggio che vedo una volta e che molto probabilmente non rivedrò più. Il campione umano non è vastissimo, ma comunque interessante.
Quello che vedo, praticamente ogni giorno, è un gran numero di bambini lasciati a se stessi. Parlo di bambini in età scolare, dai 6 ai 10 anni. Ragazzini che molto spesso vengono parcheggiati in un angolo con la schifezza di turno mentre le madri o i padri fanno tutt'altro, senza minimamente interessarsi di quello che si mettono in bocca.
L'altro giorno ho assistito ad una scena che mi ha fatto rabbrividire. Entrano una madre cicciottella ed un bambino chiaramente obeso. Il bambino è tranquillo, ma la madre gli chiede subito cosa vuole da mangiare. Il ragazzino, di circa 8 anni, decide per un tramezzino con wurstel e formaggio ed una coca. La madre nel frattempo gioca ai gratta e vinci. Finita la merenda, il ragazzino prende un pacchetto di patatine. La madre non fa una piega, e anzi gli riempie un sacchetto con 20 caramelle e gli apre una Fanta.
Tutto questo senza quasi guardarlo in faccia. Lo rimpinzava come un maiale con roba poco salutare e lei continuava a farsi i fatti propri.
Non ho potuto fare a meno di chiedermi come sia possibile, nel 2014, far mangiare e bere questi alimenti spazzatura ad un bambino già obeso. Senza considerare che quel ragazzino a 14 anni peserà 100 kg, avrà l'affanno a fare le scale, si allaccerà le scarpe con fatica, avrà le analisi del sangue disastrate.
E' probabile che questa scena mi abbia turbata perché a 7 anni ero già rotondetta e fino al liceo non sono di certo stata un'alice. E lo so io quanto mi costa ogni singolo giorno tenere a bada le calorie, ritagliarmi almeno un'ora piena per lo sport, dover rinunciare ad allegre seratine fuori per evitare di cadere in tentazione. E' indubbio che la mia esperienza di persona perennemente a dieta mi porti ad essere più dura verso questo particolare argomento. E vorrei davvero che l'educazione al cibo non fosse solo un discorso noioso all'interno di una famiglia, ma qualcosa da portare avanti giorno dopo giorno, con senso di responsabilità ed uno sguardo al futuro.
Un bambino non ha la percezione di cosa sia meglio mangiare. Un bambino mangia quello che più gli piace. E' il genitore a doversi interessare di quello che che gli entra in pancia. E non dico che un bambino debba mangiare solo un certo tipo di alimenti sani, ma che insomma, quelli siano la prevalenza.
Potrei fare almeno altri 4 o 5 esempi fra persone che conosco, ma preferisco non annoiarvi oltre.
Potrei portare ad esempio anche me stessa.
E quindi per favore, se avete bambini e neanche il tempo di farvi una doccia in santa pace, non lasciateli comunque da soli davanti alla tv con una ciotola di pop corn ed un cornetto con la nutella. Riflettete sul fatto che farlo ogni giorno significherà recargli seri problemi qualche anno dopo.
Che l'obesità infantile è una piaga da contrastare, non da avallare. E che sono i vostri figli, sangue del vostro sangue. Siete voi la loro guida, voi a dovergli insegnare come apprezzare anche alimenti meno salati e meno grassi. Voi a dover dare un esempio corretto e positivo.