giovedì 31 luglio 2014

Stress

Fonte: meteoweb.eu


Per la seconda settimana consecutiva a lavoro stiamo vivendo uno stress non indifferente.
C'è di buono che uno dei nostri problemi, quello che più ci destava preoccupazione, è stato risolto. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, nella speranza che anche tutto il resto trovi finalmente una collocazione positiva. 
Fisicamente e mentalmente siamo piuttosto stanchi. Mio cognato ha dei problemi di salute da risolvere e ci siamo accollati anche i suoi turni.
Fred esce di casa alle 6 e non rientra mai prima delle 20:45. A me è andata un po' meglio ma ugualmente lavoro di più e mi alzo presto per fare in modo di riuscire a far tutto.
Purtroppo ho dovuto mettere da parte l'attività fisica perché non ho più neppure un'ora intera da dedicargli. Mi manca e spero di poter ricominciare quanto prima.

Le ferie sembrano ancora lontanissime, praticamente un miraggio.
Anche il tempo incerto ci mette del suo, scatenando tutto il peggio della mia metereopatia come se fossimo in pieno autunno.

lunedì 21 luglio 2014

Caos

Fonte: ilfilosofoinincognito.altervista.org

Questa mattina è successo qualcosa che non doveva succedere.
Non così, per lo meno.
A lavoro è scoppiata una "bomba" di proporzioni non indifferenti. E il brutto è che, come al solito, ad affrontare ogni problema, anche l'atteggiamento sbagliato altrui, dev'esser sempre Fred.
Purtroppo non mi è possibile scrivere cosa è accaduto, neanche per sommi capi.
Vorrei davvero poterlo fare. Sento un bisogno irrefrenabile di parlarne, di cercare di capirci qualcosa, di placare l'ansia che da due ore a questa parte mi divora.
Sapevo che questa settimana sarebbe stata complicata, ma non immaginavo che invece sarebbe stata difficile.

Stasera avrò la seconda parte di festeggiamenti per il mio compleanno. In questo momento mi sembrano quanto mai inappropriati. Avrei solo voglia di urlare.

domenica 20 luglio 2014

29

Fonte: monicu66.blogspot.com


Il 20 Luglio è il mio giorno preferito.
Lo è ogni anno, da che ne ho memoria. E' quel giorno da aspettare con trepidante attesa, un po' come se fossi ancora una bambina davanti all'albero di Natale. 
Comincio a pensarci già ai primi del mese, e ogni giorno che mi avvicino mi sento più euforica e viva che mai.

Lo sono anche se ormai so che l'avvicinarsi di questo giorno non significa più solo crescere, ma anche e soprattutto invecchiare. Non me ne curo, perché oggi è il mio giorno. Quello in cui posso essere infantile e perennemente ragazzina. Quello in cui festeggio me stessa, dedicandomi completamente a questo interiore senso di festa. E non mi interessa che per tutti gli altri sia un giorno qualunque. Il 20 Luglio sarà sempre la mia data del cuore, quella da cui far scaturire qualcosa di bello.

Quando leggerete questo post io starò cercando di realizzare al meglio questa mia aspettativa. Avrò gli occhi allegri, la mente sgombra da pensieri sgraditi, il cuore in tumulto e la gioia in ogni poro della mia pelle.

Quest'anno sono 29 e se penso che tra 365 giorni saranno 30 la mia felicità rischia di incrinarsi un pochino. Però voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Per un altro anno avrò ancora quel 2 davanti e ai 30 ci penserò fra 12 mesi, non un giorno prima (spero).

domenica 13 luglio 2014

Ma Voi Non Litigate Mai?

Fonte: massimobisotti.it

Dopo aver scritto il post riguardante il nostro 9° Anniversario, mi è arrivata la mail di una ragazza. Non ho idea di quanti anni abbia, ma ho dedotto che fosse piuttosto giovane.

Non so se sia giusto riportare qui quello che è il succo della sua mail. In fondo, se avesse voluto scrivere un messaggio pubblico, lo avrebbe fatto lei stessa tra i commenti. E invece no. Si è presa la briga di entrare su Recensioni Cosmetiche e da lì accedere al mio indirizzo e-mail, che qui non c'è. 
Mi sono dunque chiesta se fosse corretto nei suoi confronti scrivere un post partendo da quanto mi aveva scritto, sapendo che lei per prima non aveva ritenuto opportuno farlo. E così dopo alcuni ripensamenti l'ho chiesto a lei. Le ho detto chiaramente che la sua mail mi aveva fatta riflettere e che avrei voluto scrivere il garbuglio dei miei pensieri qui. Lei mi ha dato il nulla osta, purché non facessi il suo nome. 

Nella sua mail la ragazza mi ha fatto gli auguri, ma allo stesso tempo mi chiedeva com'è che si possa stare con la stessa persona 9 anni. Come si fa, come ci si riesce, cos'è che decreta la differenza tra un amore perfetto ed uno che non lo è.

Quella parola, perfetto, mi ha fatto sentire a disagio. Io non credo nella perfezione e non penso di aver mai scritto da nessuna parte che la mia storia con Fred è perfetta. Né che sia perfetto lui o che sia perfetta io. Di lui ho sempre parlato pochissimo, appunto perché ho sempre pensato che un lettore esterno avrebbe potuto fraintendere, non capire, sminuire o idealizzare i concetti da me ingenuamente espressi.
Così Fred è sempre stato in ombra. Aleggiava tra le mie righe, senza nominarlo mai. Solo quando siamo andati a vivere insieme è capitato che io iniziassi a parlarne, seppur di sfuggita. Chi mi leggeva già ai tempi di Splinder sa che non ho mai dedicato interi capitoli a Fred e che in tanti post ho fatto grandi tagli pur di non includerlo in mezzo alle mie parole. Ora le cose sono leggermente cambiate, ma solo perché vivendo insieme è complicato parlare di me e dei miei pensieri escludendo una parte così importante della mia esistenza. Io sono molto altro oltre la nostra storia, ma è indubbio che la nostra storia sia comunque una parte integrante del mio vivere quotidiano.

Mi ha chiesto se litighiamo mai.
E non è stato complicato risponderle che litighiamo eccome. Che siamo due persone normalissime, che a volte sono gaie e festose ed altre nervose ed irascibili. Che l'amore non è fatto solo di sorrisi, di giornate allegre e di bei momenti. Che la vita include molto altro, tra cui musi lunghi, qualche eccesso di rabbia, sfuriate che poi si placano appena sfogati.
Insomma, che non c'è nulla di perfetto in una storia, anche se dura da 9 anni. Che non è l'età che conta, ma come uno si destreggia tra le sfide quotidiane. E si, il sentimento. Perché senza la voglia di attraversare insieme anche le tempeste, non c'è bella barca che tenga.

Quindi niente, questo post solo per dire alla ragazza che mi ha scritto, e a chiunque possa avere pensieri simili, che guardare qualcosa dal di fuori è estremamente fuorviante.
Pensavo fosse ovvio, ma ho avuto la prova che così non è. 
Non c'è una ricetta per stare insieme ed amarsi giorno dopo giorno. E se ce l'avessi l'applicherei alla lettera pur di conservare quello che ho oggi nel nostro futuro. Ma la verità è che non possiamo sapere a priori come andrà e che l'andamento di una corsa può essere giudicato solo alla fine.

Posso solo sperare che duri. Posso pregare e convogliare i miei pensieri e le mie forze verso il raggiungimento di un obiettivo, qualunque esso sia, ma non posso assicurarmi un bel niente.
La vita è precaria. I sentimenti sono precari. Tutto quello che ci circonda è precario.
E non c'è davvero nulla di perfetto al mondo. Nulla che possa essere descritto come tale. Inseguire il sogno di un amore perfetto è quanto di meglio si possa fare per sabotare una storia. 

giovedì 10 luglio 2014

9 Anni Insieme

Fonte: culturaeculture.it


10 Luglio 2005.
Eravamo poco più che ragazzini. Io non ancora ventenne, tu con due anni in più.
Facevi il militare, eri nella Marina come tutti coloro che vengono dal mare come te. Ti piaceva stare lì, con la tua divisa bianco/azzurra che non ti ho mai neppure visto indossare. Mi piacevano le tue braccia, il tuo pomo d'Adamo poco pronunciato, la tua pelle chiara e i peli un po' radi. Mi piaceva il tuo sguardo limpido dietro gli occhiali, quella timidezza che volevi celare senza riuscirci del tutto. Mi guardavi di sbieco, poi mi hai chiesto di potermi baciare. Quella richiesta fu di una dolcezza unica e io accettai, ovvio che accettai. Ti volevo già bene e mi piaceva quel tuo essere un po' all'antica, quella galanteria che nessuno mi aveva ancora rivolto.
Ci saremmo conosciuti meglio in seguito io e te, pian piano con gli scontri dei primi mesi ed una passione divorante. Ma quel giorno mi è rimasto nel cuore. Il nostro primo giorno insieme. Il giorno in cui e te cominciammo il nostro percorso, senza sapere come sarebbe andata. Senza capire se le cose avrebbero funzionato oppure no.
Vivevamo a 112 km di distanza, con due vite differenti ed un filo conduttore che sembrava attraversarci. Ci siamo riconosciuti subito, eravamo diversi ma simili nel profondo.

10 Luglio 2014.
Sono passati 9 anni. 
9 Candeline sulla torta del nostro Amore. Ci siamo svegliati insieme, un po' intontiti per la cattiva notte. Nella nostra casina, così disperatamente desiderata. 
Sul tavolo avevi già apparecchiato per la mia colazione ed un voluminoso biglietto era appoggiato lì. Fiori ovunque, anche nel romantico orologio da polso che mi hai regalato. Così simile a me che sembra esserci scritto il mio nome sopra.
E' bello viverti, bello passeggiarti accanto mentre la vita scorre. Non cambierei nulla di questi anni insieme, neppure le difficoltà che abbiamo attraversato per vederci ogni settimana, per stare insieme nonostante fossimo due poveri in canna e avessimo giusto i soldi per la ricarica del cellulare. Quelle tariffe che non bastavano mai, quella voglia di sentirsi ogni giorno, quel bisogno di stare vicini anche se lontani.
Ed ora che vicini lo siamo quotidianamente ringrazio Dio per averci fatti incontrare, per aver unito queste nostre due anime simili.
Ti amo. Ti amo sul serio.
Grazie Fred, grazie di esistere e di arricchire la mia vita.

venerdì 4 luglio 2014

Disagi

Fonte: blu2zero.com

E' arrivato Luglio, il mio mese preferito, quello che mi ha vista nascere.
Ma non è di questo che voglio parlare oggi, bensì di un vago malessere cui non so neanche dare un nome.
Ieri sera sono tornata stanca dal lavoro. Erano le 20:35 circa. Mi era passato persino di mente di aver programmato la lavatrice per farla terminare al mio arrivo. Ed eccola lì, me la ritrovavo davanti, una delle ultime incombenze pratiche di una lunga giornata.
Così io e Fred siamo usciti in balcone ed insieme abbiamo steso il bucato. 

Dicevo, siamo usciti in balcone a stendere le lenzuola ed il resto. Sotto c'erano i nostri vicini ed i loro amici, in bicicletta. Ho parlato un po' con le due ragazze. Mi hanno detto che stavano andando in bici fino alla paninoteca per mangiare insieme qualcosa di sfizioso, e che avremmo dovuto prenderle anche noi due biciclette così da poter fare altrettanto.
Ci tengo a precisare che si tratta di persone molto carine i cui intenti non erano, e non sono, quelli di farci sentire esclusi o inadeguati o piatti che dir si voglia.
Eppure è così che un po' mi sono sentita. Non volevo andare con loro né desidero biciclettare fino in centro dopo una giornata di lavoro. Tuttavia mi sento strana per questo, come se non fossi completamente "normale", sempre che questo termine debba significare qualcosa.

E dunque mi chiedo com'è che ci vedano loro, coetanei ma con una vita così diversa. In settimana usciamo poco, quasi mai. Loro li sento invitare amici e parenti, accendere il nuovo barbecue in qualunque giorno, lavorativo e non.
Noi arriviamo alla sera provati. Che dopo una giornata in mezzo alla gente, in cui hai dovuto ridere per battute che non trovi divertenti, o aver dovuto ripetere per l'ennesima volta le regole di un gioco, e aver pulito la mattina in casa propria e il pomeriggio e la sera in negozio...insomma, io nell'orario in cui gli altri in estate fanno festa sento solo l'esigenza di spogliarmi dei miei panni sociali e rilassarmi.
Ho bisogno di voci pacate e tranquille, anche di silenzio. Bisogno di accoccolarmi con Fred, anche senza dire nulla, che tanto ci capiamo. 
E la domenica o il sabato sera voglio allontanarmi da tutto, anche dalla spiaggia affollata di gente perché non sopporterei ancora quelle voci, o di vedere facce conosciute nell'ombrellone vicino.
Bisogno di fuggire. Dagli impegni, dallo stress, da quei sorrisi che devo aver stampati in faccia neanche fossi un manichino. Dai numeri, dagli schermi, dalla merce. 

Perché pur amando il proprio lavoro si arriva ad un punto in cui essere così "sociali" in mezzo al pubblico ti fa diventare asociale fuori. Ti fa innalzare una barriera tra te e il resto del mondo perché non ne puoi più di essere sbirciata, osservata, di sorridere anche quando non vuoi e di trattar bene l'ultimo cliente come se fosse il primo della giornata.
Faccio tutto questo volentieri ma no, non chiedetemi di farlo anche all'uscita. Non chiedetemi di sforzarmi di apparire più figa, più amichevole e simpatica di quanto realmente sia.

Certo, vorrei averceli anche io i miei migliori amici a due case di distanza ma no, non ho avuto questa fortuna. Le mie amiche sono distanti più di 100 km e per farmene di nuove qui mi occorrerebbe una dose d'energia tale che al momento non sento di voler tirare fuori.