mercoledì 31 dicembre 2014

Ringraziamenti ed Auguri

Fonte: huffingtonpost.it

Il 31 dicembre alle 5 del pomeriggio si celebra la messa del Ringraziamento. Si ringrazia per quello che si è ricevuto durante l'anno e sebbene io non sia una fervente cattolica penso di voler prendere quest'usanza per me. Qui, nell'intimo di questo blogguccio azzurro, che non pensavo neppure di voler riaprire dopo la dipartita di Splinder, e che poi invece è diventato un bel posto su cui rigettare un po' di casuali pensieri. Quei Pensieri Scossi del titolo.

Sento di avere delle cose di cui ringraziare e di volerlo fare in pubblico affinché alcune delle persone coinvolte sappiano di valere molto per me.

Ringrazio per la presenza di Fred, in questo nono anno insieme. Un compagno di vita eccezionale, l'unica persona in compagnia della quale io mi senta sempre a casa, ovunque ci troviamo.

Ringrazio per i miei genitori, che da sempre sono la mia roccia, lo scoglio al quale aggrapparmi quando il mare batte tempesta. Li ringrazio per le telefonate di ogni mattina, per i pensieri che hanno sempre per me, per avermi cresciuta così piena di sani principi come mi sento di essere.

Ringrazio per mio fratello, una figura così importante e di spicco nella mia vita che non ce n'è un'altra uguale. Ringrazio per la sua forza e determinazione, per la laurea conseguita con il massimo dei voti, per il bene che mi vuole e che non manca mai di dimostrarmi. 

Ringrazio per mia suocera e per la nonna di Fred, due parenti acquisite che sono diventate parti integranti della mia vita. Le ringrazio per tutte le dimostrazioni d'affetto nelle quali mi coinvolgono, per le telefonate quando sto male, per tutte le volte in cui mi hanno offerto il loro aiuto.

Ringrazio per mio cognato, a cui posso rivolgermi con i peggiori appellativi del mondo ricevendo ugualmente indietro un sorriso. Per tante cose lo pesterei, ma per tante altre merita un abbraccio sincero.

Ringrazio per mia cugina Rita e per sua figlia Francesca, da sempre due delle persone più importanti della mia vita. Le due sorelle, una grande e l'altra più piccola, che non ho mai avuto ma che ho sempre sentito mie.

Ringrazio per il mio lavoro, che mi ha dato modo di conoscere tante persone a cui voglio bene e che giornalmente mi regalano un sorriso, un pensiero affettuoso, una parola carina.

Ringrazio per Recensioni Cosmetiche, che mi riempie il cuore di soddisfazione e che mi stimola a non dimenticare mai le mie due più grandi passioni, la scrittura e la cosmesi.

Ringrazio per Mary e Silvia, due amiche che sono entrate nella mia vita proprio quest'anno e che in pochi mesi si sono aggiudicate un posto d'onore nel mio cuore. Le ringrazio per la loro dolcezza, per i pensieri gentili di cui mi riempiono, per i messaggi con cui sentirsi più vicine.

Ringrazio per Veronica, e per la voglia di vedersi nonostante le difficoltà che ormai la distanza ci impone. Per le serate su WhatsApp, gli scambi, i consigli, l'affetto che ci lega da almeno 13 anni.

Ringrazio per Marina, che finalmente quest'anno sono riuscita ad abbracciare già in due occasioni, dopo anni di conoscenza virtuale. Scoprendo che è proprio così come l'avevo immaginata. Bellissima, solare, forte.

Ringrazio per la mia salute, che è sempre il bene più prezioso da non dare mai per scontato.

Ringrazio per la buona riuscita della dieta, e per quei chiletti che sono riuscita a perdere.

Ringrazio per questa casa, che non è perfetta né esente da difetti, ma che è il teatro della nostra vita insieme ed è piena d'amore.

Ringrazio per chi mi legge da ieri o da anni, in particolare questi ultimi che non si sono ancora stancati, e per i quali provo un bene sincero: Agrimonia, Irene, Francesco, Tyta, Hermione, Dahlia, Fransis, Elektra, Wannabe, Ilaria, Giuly e tutte le persone che ho conosciuto grazie ai miei blog o ai social network. Persone che restano nonostante gli sproloqui, l'umore ballerino e i miei difetti. Persone che mi consolano quando sono triste o che mi danno una pacca sulla spalla quando sono felice. Grazie.

E dopo i dovuti ringraziamenti, penso sia arrivato il momento di passare agli auguri. Che il 2015 ci porti solo cose belle. A me, a voi, ai vostri cari.
BUON 2015!

Fonte: cantiacidi.it

martedì 23 dicembre 2014

And So This Is Christmas

Fonte: amando.it


E così il Natale è arrivato. O quasi.
Non mancano che un paio di giorni, una manciata di ore.
Fin da quando ero bambina ho atteso questa festa con una trepidazione che ha qualcosa di commovente e al tempo stesso di febbrile.
A Natale avviene una sorta di miracolo, quello di riunire le persone sotto uno stesso tetto, di farle gioire per un nonnulla, di farle abbracciare di più.

Anche il lavoro è più piacevole, sebbene più stancante. C'è chi viene appositamente per farti gli auguri, chi per strapparti quel bacio che aspettava da mesi, chi per portarti un pensiero, chi per prendersi e donarti quel po' di calore che sente uscirgli dal cuore. Tutto ha un colore diverso, una forma più familiare ed accogliente.
Amo questo periodo, lo sento mio nel profondo. E' forse l'unica gioia di dover vivere l'inverno, l'unica capatina che farei in mezzo ad un periodo di letargo.

Fonte: newflowers.it

Non so cosa significhi il Natale per voi. Forse molto, forse niente, forse ha perso quella magia che sentivate crescervi dentro da bambini.
In ogni caso, tanti tanti auguri affinché lo passiate nel modo che desiderate, qualunque esso sia. 

BUON NATALE!

giovedì 18 dicembre 2014

Malanni di Stagione

Fonte: thinkdonna.it

Ieri mattina mi sono svegliata con uno sgradevole mal di gola e di orecchi. Ho spruzzato solo un po' di propoli e sono andata a lavoro. Dopo neanche un paio d'ore che ero lì, sforzandomi a parlare, la gola si è gonfiata visibilmente. Ciononostante sono arrivata alla fine del mio turno, tremando e cercando di usare la voce il meno possibile. 
Tornata a casa ho fatto una doccia bollente e mi sono messa a letto. La febbre era a 38 e non c'era posizione in grado di mantenermi comoda.
Fortunatamente ho dormito come un angioletto fino alle 10 di questa mattina ma sapere che Fred dovrà accollarsi anche il mio turno mi disturba profondamente.
Sono ancora a letto, mi sono alzata solo per lavarmi e bere un po'. Non mangio dal pranzo di ieri e credo che fra poco dovrò farmi coraggio e provvedere anche se l'idea di ingerire qualcosa mi suona stranissimo.

Rettifico: ho tentato di alzarmi per bere ma le gambe non hanno retto. Credo che dovrò attendere ancora un po'. Forse avrei dovuto accettare la gentile proposta della suocera di venirmi a preparare un pasto caldo ma ho lo stomaco completamente chiuso.

Oltre ai disguidi lavorativi mi rode l'anima per ciò a cui avrei dovuto assistere questa sera: i grandi festeggiamenti per la laurea ed il 18°compleanno della cugina e del cugino di Fred. Non so davvero se riuscirò a presenziare. Ci tenevo moltissimo ma l'idea di vestirmi, lavorare un po' su questo colorito che definir pallido è un eufemismo, vedere gente, mangiare (?), prendere freddo...al momento mi sembra uno scoglio insormontabile. 

Tuttavia bisogna guardare il lato positivo delle cose, come sempre. Meglio oggi che a Natale.

domenica 7 dicembre 2014

Natura Amica

Fonte: panoramio.com

Quella di oggi è stata una domenica bella e vitale. Al mio paese natio son stata accolta da una nebbia che tutto copriva. Risalita la collina e giunti a casa la nebbia non c'era più ed aveva lasciato il posto ad un'esplosione di colori. Il panorama mi mozza il fiato ogni volta. Per quanto mi piacerebbe poter viaggiare e vedere luoghi incantevoli, quello che più di ogni altro riesce a calmarmi è ciò che ho visto ogni giorno per i primi 28 anni della mia vita.
In balcone il sole era tiepido e leggiadro, l'ho voluto prendere tutto, farne incetta.

Ed ho giocato con il micio di famiglia, scattato foto in quegli angoli che più mi piacciono e più mi fanno sentire a casa. I frutti invernali, le foglie gialle e rosse, gli ultimi corbezzoli ruvidi, spazi verdi in cui potrei perdermi. Una rosa piccola e sparuta che piegava la testa al freddo, sola in mezzo ad un nugolo di sterpaglie informi.

Siamo ripartiti che era ormai buio pesto. Ho reso così piena questa domenica che ora son stanca come se avessi zappato.

domenica 30 novembre 2014

Quel Cappotto di Taglia 42

Fonte: senigallianotizie.it

Mi sento strana oggi e penso di dovervelo raccontare, anche solo perché scrivendo i pensieri assumono una via più lineare, meno contorta.

Questa mattina sono stata in giro per negozi per ultimare i regali di Natale. Si, mi rendo conto che siamo al 30 novembre ed io e Fred li abbiamo già fatti tutti, ma se c'è una cosa che desidero evitare è proprio la ressa per la corsa al regalo. I miei regali preferisco sceglierli con cura e con calma, senza frenesie. Per me è una sorta di rito, non è solo un dovere sociale, ma un vero e proprio piacere personale del quale non potrei privarmi.

Dicevo. Ero in giro per negozi e sono entrata in uno store di abbigliamento che oggi proponeva uno sconto del 50% su tutti i cappotti, le maglie, i piumini e gli articoli in pelle. E' un negozio in cui sono entrata di frequente negli ultimi mesi, tant'è che è anche l'unico punto vendita d'abbigliamento per il quale ho sottoscritto la tessera. 
Vedo un cappottino grigio medio, di quelli corti che arrivano al sedere, con doppiopetto e cintina. Io sono un po' maniacale per quanto concerne giacche e cappotti e se potessi ne comprerei almeno uno per tipo e per colore.
Mi è piaciuto subito e presa la solita taglia 46 vado allo specchio. Fred mi frena subito con un "è enorme". E infatti si. Allo specchio vedevo quella che sembrava una bambina con i riccioli nel cappotto della madre o della sorella grande. Ma come? non è la mia taglia quella? 
Prendo dunque la 44. Ma no, Fred dice che è grande anche questa. Ed io non mi capacito. Lui mi prende la 42 ed io quasi non voglio indossarla, mi dico che è impossibile, che non sono mai entrata in una 42 in vita mia. Né in quel negozio, né in nessun altro.
Lui mi sprona ed io la provo. Ed effettivamente ecco che vedo il cappottino aderire perfettamente al mio corpo, come una seconda pelle. 

Eppure la mia mente non ci credeva. Vi giuro. Mi sono bloccata. Sotto lo sguardo inquisitore e anche un po' arrabbiato di Fred io ho provato la 42 e la 44 almeno 3 o 4 volte ciascuna perché non mi capacitavo che, sul serio, quella giusta fosse la più piccola.

Chi mi legge dagli anni di Splinder sa che il rapporto con il mio corpo ha vissuto periodi di grande conflittualità, sbocciati in diete spesso troppo drastiche che mi hanno privato per un lungo periodo anche della salute. E per quanti giri si possano fare, spesso il problema non è neanche la bilancia, quanto una distorsione che si ha della propria immagine.

Quel cappotto io l'ho comprato ma sono uscita dal negozio profondamente turbata. Anziché fare i salti di gioia ho provato una strana sensazione. Come un "non riconoscersi", un non riuscire a vedermi per come realmente sono. Non c'è alcuna corrispondenza tra quello che vedo e quello che sono. Ho scoperto oggi che il cappotto con il quale sono andata in giro per tutta la mattina è troppo grande per me. Che mi pende sulle spalle, che non mi dona più. 
E' stato come risvegliarsi da un letargo, da una specie di dormiveglia. Ho capito solo guardandomi in quello specchio che io e Fred vedevamo una persona diversa. Ed ho capito perché la gente mi dice di non dimagrire più. Pensavo mi prendessero in giro, in fondo son cose che si dicono no? E invece hanno ragione. Se dimagrissi ancora diverrei troppo diversa da quella che sono sempre stata ed è ora che me ne renda conto. Che smetta di correre, che la finisca di mortificare un corpo che è molto più che accettabile. Devo solo vederlo. Vederlo sul serio.

giovedì 27 novembre 2014

Riflessioni Lavorative

Fonte: obiettivojuve.it

Il mio secondo impiego lavorativo durò 4 anni. Iniziò quasi per caso, quando dall'oggi al domani e senza alcun preavviso il primo finì. Tra di essi solo un mese di tempo, che impiegai, tra l'altro, a riprendermi da un piccolo intervento chirurgico. I primi 2 anni furono durissimi. Le persone per cui lavoravo mi trattavano male, avevano mille critiche, mi rimproveravano continuamente. Un rimbrotto dopo l'altro, il più delle volte per delle vere e proprie inezie. Ci sono stati giorni in cui entrare lì assumeva i connotati di una tortura, di una corsa al massacro. Anche la mia collega, con la quale lavoravo insieme di rado perché di solito avevamo i turni contrapposti, non aveva un carattere facile. Spesso imbronciata, antipatica, riluttante ad essere se non dolce, quantomeno amichevole. 
Non penso volentieri a quel periodo e lo faccio solo quando il ricordo torna da sé o quando è Fred a farmici pensare. 

Non ricordo neppure come le cose siano cambiate, come i rapporti finalmente si mitigarono. Probabilmente quando si accorsero che per loro ero una risorsa validissima. I clienti avevano per me un riguardo particolare, una preferenza che a loro non avevano mai accordato. Entravano dicendo espressamente che erano lì per me e quella iniziale gelosia dovette trasformarsi in cupidigia, cercando di portare l'ascendente che avevo sui clienti a loro favore.

Così smisero di criticare qualunque mia mossa, lasciando i rimbrotti solo per rare occasioni. Espressamente non mi lodarono mai, se non quando decisi di andarmene e tentarono di farmi cambiare idea dicendo che li avrei lasciati nei guai. 

Perché mi son tornati questi ricordi? non se ne stavano bene lì sul fondo, dove li avevo sempre lasciati? Eppure ritornano, perché sebbene tenda a ricordare soprattutto le cose positive, è indubbio che quelle negative di tanto in tanto cerchino di emergere, di farsi notare anch'esse.

Credo che siano uscite fuori nel momento in cui ho detto a Fred che una data persona avrebbe bisogno di un po' di "lavoro sotto padrone" perché in quelle condizioni si impara più di quanto si creda. Stare sempre a briglia scioglia non tempra il carattere, non doma gli istinti lassisti. Ci sono persone che non riescono ad avere a lavoro un comportamento sempre consono e responsabile. Quelli che non vedono l'ora di uscire e il loro primo pensiero è lo stipendio che ne ricaveranno, non il modo per meritarlo.
Io credo di aver imparato molto in quell'ambiente così restrittivo. Credo di aver acquisito quelle conoscenze di base che un commerciante non impara dall'oggi al domani ma che gli entrano dentro col tempo, con le cadute e le batoste.

Quindi, se a questi datori di lavoro io porto regali o pensierini non è perché gli voglia un bene dell'anima...ma perché penso di dovergli molto. Probabilmente mi mancava quella disciplina che mi è stata inculcata rudemente, ma che poi ha saputo dare i suoi frutti. 
Un padre troppo permissivo difficilmente avrà figli determinati e sicuri di sé. 

Tuttavia, anche un ambiente troppo severo ha i suoi difetti. Ho pensato molto a quei malesseri che ebbi il terzo anno, ai frequenti sbalzi di pressione, a quegli svenimenti che ebbi proprio sul posto di lavoro. Quella continua tensione, se fosse proseguita, mi avrebbe portata presto sull'orlo di una crisi di nervi. Me ne accorgo ora che posso prendere le cose con più tranquillità. Sono aumentate le responsabilità ma quell'ansia divorante ha lasciato il posto ad una maggiore calma.
Finalmente il mio corpo ha smesso di mandarmi segnali preoccupanti. 

giovedì 20 novembre 2014

Ciao Biagino...

Fonte: laleggepertutti.it

Un tempo lui viveva in questa casa, passeggiava tra le pareti che ora fanno da scenario alla nostra vita insieme.
Era tutto diverso. Qui c'era una grande villa e dove risiede la mia scala a chiocciola di legno albergava persino un ascensore. Poi fece rifare tutto, trasformò la villa in 4 nuovi appartamenti e uno di essi, il più piccolo e soleggiato, è diventato il nostro un anno e mezzo fa.
Lo vidi per la prima volta proprio la mattina dell'atto notarile. Io e Fred eravamo in preda ad un'emozione di incredibile portata ma lui era tranquillo e pacioso, di vendite ne aveva fatte tante e di soldi in banca ne aveva già più di quanti avrebbe mai potuto spenderne. Mi strinse la mano per farmi gli auguri e in quegli occhi sorridenti vidi qualcosa che mi piaceva.

Lo conobbi meglio solo quando mi trasferii qui. Frequentava abitualmente il nostro negozio e giorno dopo giorno nacque una confidenza che non avrei mai osato sperare. Mi ricordava i vecchietti amorevoli che venivano a trovarmi sul vecchio posto di lavoro. Quelli che mi facevano la corte con una galanteria vecchio stile che ormai si è persa del tutto. Il suo sorriso era sempre così dolce ed accogliente che avrei tanto voluto avere un nonno così. 
Ricordo come se fosse ieri il pomeriggio in cui, un po' triste ed affranta mi disse, "sei sempre bella, ma oggi sei bellissima". Mi fece tornare il sorriso e in quel momento lo avrei abbracciato come se nessun altro fosse lì con noi. 

Era un omone grosso Biagio. I capelli bianchi e folti. Il cappello sempre calato sulla testa. Il naso a patata in un viso rubicondo. La voce un po' roca ma sempre ferma. 
Negli ultimi mesi si era ammalato e il suo tempo lo aveva trascorso sempre in ospedale. Ero in pena per lui, mi mancava quella presenza poderosa in negozio. Mi mancavano i suoi occhi che si addolcivano quando gli sorridevo, mi mancavano quelle parole strane che diceva per indicare cose di cui non ricordava il nome. Mi mancavano i suoi saluti gentili ed allegri.

Ed ora mi mancheranno ancora di più perché non posso più sperare di vederlo rientrare dalla porta. Il mio Biagino è morto ieri mattina e solo ora riesco a tirar fuori quelle lacrime che mi sono imposta di trattenere per tutto il giorno.
I figli si scanneranno per l'eredità e chissà se in questo momento staranno pensando a lui o a quello che gli ha lasciato. Io mi sento triste in un modo che non posso spiegare perché lui è stato una delle persone a cui ho più voluto bene dopo il mio trasferimento qui. 

Ciao Biagino. Grazie per la tua compagnia e le tue parole gentili. Grazie per la dolcezza con la quale ti rivolgevi a me. Grazie per aver venduto questa casa in cui ora mi sento felice. Grazie per essere passato a trovarci ogni giorno fin quando ti è stato possibile.

domenica 9 novembre 2014

Festeggiamenti d'Autunno

Fonte: lacucinaitaliana.it

Oggi finalmente abbiamo festeggiato la laurea del fratello con i parenti. Eravamo in 18, una bella tavolata nella taverna gentilmente offerta da mia cugina. 
Io mi sono dedicata agli antipasti ed il risultato è stato piuttosto buono, sia visivamente che dal punto di vista del gusto. A dire il vero non ho mangiato molto. Più degli altri giorni, sicuramente, ma neanche la metà di quanto avrei potuto. Mia madre come al solito se l'è presa, ma visto il gran daffare non ha avuto neanche il tempo di farmi quella bella strigliata che aveva in gola. Può darsi che mi tocchi domattina, al telefono. 
La verità è che mi son sentita piena e sazia già da subito e mangiare di più avrebbe significato stare male. La strigliata me la prenderò senza colpo ferire, che farla sfogare un po' mi pare anche giusto. Oggi ha fatto da mangiare per tutte quelle persone con un gran mal di testa e immagino che stasera per riprendersi dovrà andare a letto presto, stanca ma felice.

L'allegria non è mancata e non sono mancanti momenti emozionanti, come quando finalmente ho potuto stringere tra le braccia il mio nipotino. Che non è più -ino neanche lui, a dire il vero. E' in terza media e anche se il corpo e la voce sono ancora quelli del mio cucciolo, in fondo mi rendo conto che sta crescendo e che tra qualche tempo non gradirà più queste attenzioni puerili.
La sorella piccola è una peperina e quando mi vede dopo tanto tempo corre ad abbracciarmi con quell'espressione gaia ad appagata che solo i bambini riescono ad avere. Spero che non debba accorgersi mai che preferisco il fratello, fosse anche solo perché nacque in un periodo della mia vita in cui avevo bisogno di lui ed ha un carattere più simile a me di chiunque altro in famiglia.

Ce ne siamo stati al sole per un po'. In alcuni momenti sembrava quasi far caldo, poi si è alzato il vento ed è tornato ad essere autunno. Come sempre mi sono riempita gli occhi di quelle meraviglie naturali della campagna che ogni volta mi affascinano, come se fosse la prima volta. 
E invece no, invece per una vita intera ho guardato ed amato quegli scenari e mi sembra di non averne mai abbastanza. 

venerdì 31 ottobre 2014

Streghe e Diavoli

Foto: eticamente.net

Il mio astio nei confronti di Halloween era ormai assodato ma si sa che crescendo (invecchiando?) certe posizioni vengono riviste e in alcuni casi si ammorbidiscono.
Continuerò a disprezzare gli zombie e gli scheletri ciondolanti che probabilmente vedrò in giro, o i numerosi video di come realizzare un perfetto trucco splatter...ma tuttavia, due corna da diavolessa le ho comprate anche io. 
Si, ma per lavoro. Ho deciso di accogliere i bambini che passeranno in negozio a chiedere dolciumi un po' travestita anche io. Corna da diavolo con strass e piumette. Labbra rosse, make up occhi rosso e nero per un look dark ma non troppo. Così, per fare un po' di colore ed atmosfera. 

Domani e domenica non si lavora. Ma quasi sarebbe stato meglio farlo. In due giorni ho ricevuto tanti di quegli inviti che non so davvero come fare ad accontentare tutti. 
Ecco, mentre scrivo mi è arrivato un sms in cui almeno uno è stato disdetto. Non dovevo vestirmi da diavolo, forse sarebbe stato meglio da strega.

mercoledì 29 ottobre 2014

110 e Lode...e anche Più!

Fonte: sanremonews.it


Ieri sono tornata a casa.
Sono stati 2 giorni colmi di emozioni e di gioia.
La laurea magistrale di mio fratello è andata benissimo. Ho conosciuto gli amici che con lui hanno condiviso questi ultimi 2 anni della sua vita, rivisto quelli che lo accompagnano amorevolmente dall'infanzia. E lui era così bello con il suo completo grigio medio, con quella cravatta di carattere che gli calzava a pennello. Ero bella anche io e le sue amiche hanno chiesto che me lo riferisse. Il fratellino ha voluto che per lui fossi bellissima e per una volta tanto non me la sono presa di andargli dietro come un trofeo. In fondo so che prima o poi quest'onere passerà a qualcun'altra. 

La discussione è stata avvincente persino per me che non me ne intendo di Economia. Ho ascoltato tutti i ragazzi, imparato qualcosa di nuovo, apprezzato la formalità di un ambiente così severo. 
E stavolta non ho neppure pianto. Neppure alla proclamazione, quando la presidentessa si è congratulata con lui dicendo che, partendo da 111 punti ancor prima della tesi, meritava anche più del 110 e lode che ha poi ottenuto. Mille sorrisi, tante pacche sulle spalle, un rinfresco consumato sotto una luce fioca, il prosecco che scorreva nelle vene di tutti (ma non nelle mie, che sono astemia), i nostri abbracci, il suo volto soddisfatto e fiero quando mi ha chiesto:"sei orgogliosa di me?".

Si, di lui sono davvero felice. Ora lo attende un master che avrà inizio tra una decina di giorni. E la ricerca di un lavoro. Speriamo bene. E' un ragazzo così determinato e promettente e allo stesso tempo buono, affettuoso ed altruista. Anche nelle tesi degli altri c'era qualcosa di lui, dell'aiuto che ha prodigato in giro senza mai chiedere nulla in cambio. Vorrei che un futuro splendido gli arridesse. 

lunedì 20 ottobre 2014

Cuore Matto

Fonte: ebay.it


Fra una settimana esatta, mio fratello sarà laureato.
E se ben conosco il suo carattere freddo e determinato, la persona più emozionata non sarà certamente lui. E' venuto su bene, questo fratello con cui ho litigato così tanto e che ora amo come se fosse un pezzo di me stessa. Un braccio, una gamba, una valvola del cuore.
Ha studiato con un impegno parossistico. E' cresciuto, maturato, diventato un uomo di 26 anni.
Forse qualcuno ricorderà il post in cui raccontai il giorno della sua laurea triennale. Uno dei giorni più belli ed intensi della mia vita. 

Mancano solo 7 giorni ed il mio cuore batte così forte che sembra quasi debba essere io, a discutere la tesi. Sento dentro di me un orgoglio così intenso e sincero che mi sembra voler scoppiare da un momento all'altro. Sarà una lunga settimana. 

Domenica parto, vado a stare dai miei 2 giorni. Fred tornerà qui già nel pomeriggio, non può lasciare il lavoro e dovrà accollarsi anche il mio turno di lunedì, poverino. Martedì cercherò di rientrare presto così da poter riprendere il lavoro senza recare altri fastidi. In un giorno così importante, la mia metà mi mancherà da morire.

giovedì 16 ottobre 2014

Vita

Fonte: dailybest.it

Non so voi, ma a me le coppie di anziani fanno sempre tanta tenerezza.
Forse mi fanno ben sperare, mi fanno realmente credere che si possa stare con la stessa persona per tutta la vita, nonostante le avversità e le difficoltà che la vita ci pone sulla strada.

Oggi sono incappata in questo articolo, nel quale si racconta di come questa coppia inglese abbia voluto farsi scattare una foto ad ogni cambio di stagione. L'idea è carina, forse neanche troppo originale, ma vederli in quello stesso punto, col variare della vegetazione e del tempo, sempre uguali eppure anche un po' diversi, mi ha fatto felice e allo stesso momento mi ha lacerato il cuore.

Non si sa nulla di queste due persone. Non si conosce neppure il loro nome o come abbiano vissuto insieme il loro percorso. Emblematica la foto di loro due sotto la pioggia. Insieme anche sotto il cattivo tempo, al buio, che guardano ancora nella stessa direzione, stringendosi un po' per non bagnarsi troppo.

Fonte: dailybest.it

E poi l'ultima, nella quale lei non compare più. C'è solo lui, da solo, più triste e più invecchiato. Il cappotto gli pende addosso, l'espressione è ancora fiera.

Fonte: dailybest.it

lunedì 13 ottobre 2014

Profumate Spezie

Fonte: pianetadonna.it

Sabato sera dopo il lavoro e una doccia veloce, Pf, il migliore amico di Fred, ci ha portati in uno squisito ristorante indiano di Ostia. Lui ci era già stato un paio di volte ma per me e per Fred era la prima volta.
A dispetto di un'insegna poco accattivante, l'interno si è rivelato graziosissimo. Le pareti dipinte di un arancio intenso e di rosso scarlatto. I dipinti vivaci sui muri, il soffitto intarsiato in legno. I tavoli apparecchiati d'arancio anch'essi. Un sottopiatto in rame, i piatti così vividamente colorati, le luci basse per fare atmosfera. 
E il cibo poi. Speziato, profumato, servito in modo cortese seppur lento. E' uno di quei locali in cui non si può andar di fretta. Tra una portata e l'altra c'è il tempo di parlare, discutere, guardarsi intorno. 

Mi sono resa conto subito che quella indiana è una cucina un po' pesante se, come me, si è abituati a mangiar poco e poco saporito. Abituata a piatti semplici, dopo un paio di bocconi ero già piena. Ciononostante ho voluto assaggiare un cucchiaio di tutto e tenere a mente quei sapori così particolari, così esotici. Ho riconosciuto subito il cumino sulle patate, una delle spezie che conobbi nei mesi in cui ero costretta a mangiare senza sale e che è forse l'unico bel ricordo di quel periodo. Non ho apprezzato tutto, ma la maggior parte di quello che ho assaggiato mi ha letteralmente trasportato in queste terre lontane e culturalmente così diverse, che un giorno mi piacerebbe poter visitare.
Sono tornata a casa con la pancia piena di sapori nuovi e sconosciuti e sulle labbra un gran sorriso di soddisfazione.

La domenica l'ho trascorsa a casa dei miei, dopo un mese di assenza. Il sole era alto nel cielo e faceva un gran caldo. C'erano delle temperature agostane e una pazzesca umidità.
Ho trascorso il mio tempo fotografando la natura. In un mese il paesaggio si è letteralmente trasformato, dipingendosi d'autunno. Qualunque cosa vedessi meritava attenzione, meritava d'essere immortalata e portata via con me. Un corbezzolo in via di coloritura, i melograni rossi, le foglie secche sull'erba, i pettirossi sui pali della luce, gli storni in cielo. 
Ne è valsa la pena, anche di trovare la toppa sul raccordo e impiegare 2 ore per tornare a casa.

venerdì 10 ottobre 2014

Finalmente Riposo!

Fonte: finanzaonline.com

Dopo più di 20 notti passate a tremare, a svegliarmi di soprassalto, ad ascoltare ogni minimo rumore proveniente dalla strada mi sono resa conto che così non andava.
Ci ho provato a farcela da sola, sul serio. Ho provato ad essere forte, ad esser meno fifona, a rilassarmi la sera prima di posare la testa sul cuscino. Il problema è che non è servito a nulla. Quell'episodio ha scosso così tanto i miei nervi da rendere necessaria una chiacchierata col dottore. Mi ha detto che non c'è nulla di male nel cercare un aiuto naturale per ritrovare il sonno e la serenità. Mi ha consigliato la Valeriana, da assumere in una compressa prima di andare a dormire. 
E così, ieri sera, l'ho provata per la prima volta. E dopo il susseguirsi di tante notti travagliate e spaventate, ho dormito sul serio.
Non sapendo in quanto tempo avrebbe fatto effetto, ho pensato di prenderla subito dopo la doccia. Erano appena le 21:45 e alle 22 ero già crollata. Ricordo di aver parlato un po' con gli occhi chiusi, poi devo aver smesso di farlo. Non ho sentito Fred venire a letto, forse non mi sono neppure mai mossa. Caduta come un sasso in un oblio che mi è così piaciuto da provare, questa mattina, un senso di riposo totale. 

lunedì 6 ottobre 2014

Periodi Fragili

Fonte: platinumevents.it

Mi piace questo inizio di ottobre caldo ed assolato, dove posso guardare il mutare del colore degli alberi senza confonderli con la cupezza della pioggia. 
Per il resto, è un periodo un po' particolare. Un periodo di paure, di preoccupazioni, di impegni a cui non riesco a dare un nesso logico. Anche fisicamente non mi sento al top. Ho male alle mani, agli avambracci. La notte questo dolore lo sento di più e mi sento vecchia. Ripenso alle parole del dottore e chissà che non sia tutta una suggestione...ma non credo. Lui non sapeva nulla, mi conosce appena. Gli è bastato leggere le mie analisi per avanzare delle ipotesi che comunque andranno verificate. A dicembre o gennaio dovrò fare un esame di cui non avevo mai neppure sentito parlare e sto cercando le strutture che lo praticano.
Nel frattempo aspetto.
Anche emotivamente mi sento più fragile, più esposta. 

Com'è che un post che era iniziato con le parole "mi piace" sia terminato in modo così triste? non so, passerà.

domenica 28 settembre 2014

Distanze

Fonte: piemontcioccolato.it

Dopo circa 6 mesi di assenza, oggi i miei genitori sono tornati a trovarci a casa nostra.
Solitamente siamo noi ad andare da loro, per cui questa visita assume i connotati di un piccolo evento, per me.
Abbiamo trascorso una giornata bellissima. Mio padre ha fatto qualche lavoretto qui in casa, poi abbiamo festeggiato il suo compleanno ed è stato bello vederlo entusiasta del dolce che avevo fatto per lui. Un pranzetto semplice ma vissuto in totale armonia.
Sentivo il cuore gonfio d'amore e di gioia. 

Quando se ne sono andati, al contrario, ho provato malinconia.
Mi succede ogni volta. Probabile che sia questa la ragione per cui preferisco che siamo noi a spostarci anziché lo facciano loro. Quando torno nel mio paese natio non provo quasi mai un senso di distacco così forte. Forse perché andarmene a fine giornata non mi pesa. Io sto bene nella mia nuova casa e in nessun caso vorrei tornare da dove sono partita.
Quando invece sono loro, ad andar via, mi rendo conto di quanto sarebbe bello averli qui. Più vicini. Poterli vedere di frequente, passare del tempo insieme in quello che ormai è diventato il mio contesto...la mia vita. Mi capita anche quando è mio fratello a venir qui. Vederlo andar via ogni volta è un colpo al cuore. Mi piacerebbe poterlo vivere di più, godere di quegli abbracci di cui lui è così prodigo.

La verità è che non si può aver tutto nella vita.
Ho sofferto 8 anni per la distanza di Fred. Ora sono costretta a subire la distanza della mia famiglia. Devo cercare di prenderla con filosofia: se da una parte prendo, dall'altra mi viene tolto. Non c'è via di scampo.

lunedì 22 settembre 2014

Ombre

Fonte: bardodoloroso.blogspot.com


Credo che la storia dei ladri dal vicino, poche sere fa, mi abbia turbato più di quanto volessi ammettere. Questa settimana Fred ha il turno che inizia alle 5:30 e restare sola per quell'ultima parte della notte mi ha lasciato inquieta. 
Mi sono alzata per controllare che la porta fosse chiusa e tendevo l'orecchio ad ogni minimo rumore. Avevo il terrore che qualcuno stesse camminando fuori dal balcone e qualunque percezione mi giungesse dalla strada aveva il solo scopo di tormentarmi. 

Per non parlare poi dell'arrivo dell'autunno, questa stagione cromaticamente così affascinante, ma così cupa e triste da lasciarmi prostrata. Questa mattina mi sento poco più che uno zombie. Sento di non avere l'energia necessaria per affrontare una nuova settimana e spero che sia solo una sensazione passeggera. Un po' come questo cielo strano che a momenti è pieno di nuvole e quello dopo splende il sole.

domenica 21 settembre 2014

Apertura della Caccia

Fonte: lacasaeilcorniolo.it

Questa mattina si è aperta la caccia.
Di buon'ora i fucili erano già spianati e il cupo rumore degli spari arrivava fin qui.

Quando vivevo in campagna ci si sentiva circondati ed era ancora più triste. Mi svegliavo il 2 settembre con l'angoscia addosso, come se avessi dovuto mettermi al riparo come lepri ed uccelli.
Mi son sempre chiesta per quale ragione tanti uomini provino questo morboso desiderio di alzarsi presto e andare ad uccidere. 

E mi son sempre detta che non è una società civile ed equilibrata quella che ancora permette ad essi di imbracciare il fucile ed ammazzare indisturbati.

Penso che il regno animale meriti maggiore considerazione. 
Non è neppure necessario amare gli animali per volerli lasciar vivere. Basterebbe semplicemente rispettarli. 

giovedì 18 settembre 2014

Notti Folli #2

Fonte: lapiazzaweb.tv


Pensate che ci abbia preso gusto con le notti un po' fuori dall'ordinario, vero?
E invece così non è. Io vorrei sul serio dormire 8 ore filate e non pensare a niente fino al mattino successivo. Solo che, pare, in questi giorni non ci sia verso di riuscirci.

Erano appena l'1:15-1:20. Mi ero appisolata da neanche un'ora quando mi sono svegliata. Forse ho sentito un rumore, o forse doveva semplicemente andare così.
Sono andata in bagno ed ho sentito Fred uscire in balcone. Rumore di vetri infranti, di cocci. Poi uno sparo. In quel momento di mente offuscata ho pensato fosse un petardo. E invece no, a sparare era proprio un fucile.
Sono uscita in balcone anche io. C'era il vicino che gridava dietro 2 ladri. Gli sono entrati in giardino, lui se n'è accorto e gli ha urlato contro. Sono scappati e nel mentre gli hanno fatto un danno all'automobile, forse per sfregio. Nel frattempo ha impugnato il fucile e sparato un colpo in aria per spaventarli.

Il mio pensiero è corso al bambino, che forse aveva avuto paura. Ma no, c'eravamo solo noi adulti. Siamo stati tutti svegli per un'ora, abbiamo aspettato i Carabinieri, valutato se i bastardi avessero lasciato qualcosa in giro o così via.

Ero terrorizzata. Quando finalmente siamo tornati a letto erano le 2:30. La cervicale aveva ottenuto la sua bella dose di aria umida e stamattina ho un gran mal di testa, il collo fuori posto e uno scazzo che non vi dico. Ho avuto paura, non sono più riuscita a dormire ed oggi mi aspetta la solita giornata piena.

sabato 13 settembre 2014

Notti Folli

Fonte: melodianotturna.blog.tiscali.it


Mio cognato è un folle.

Alle 4:15 di questa mattina, mentre dormivo il più placido e sereno dei miei sonni, ecco che vengo svegliata da Fred. Sento che mi chiama diverse volte e che fatico ad emergere dalle calde braccia di Morfeo. A bassa voce mi dice che il fratello è rimasto chiuso fuori casa e mi chiede di poterlo far venire da noi. Con gli occhi ancora chiusi inizio ad urlare "nooo, non ce la faccio, non ce la faccio", con vocina piagnucolosa. E lui "ma non ce la fai a far che?". E io che non riesco a mantenermi sveglia e mentre mi parla sembro ricadere nel sonno, mi sveglio di soprassalto ma poi vi cado di nuovo. Nel dormiveglia sento Fred salire in mansarda, aprire il divano e preparare il letto. 
Poi la porta che si apre, l'armadio da cui esce un pigiama da prestare, un vociare sottile. Non mi rendo conto di che ore sono, di quanto manchi alla sveglia di Fred per il lavoro. Ho freddo e quando torna mi faccio coprire dal suo abbraccio. Non so se gli dico qualcosa o se resto silente.

Alle 5:30 Fred si alza, fa le sue cose e va a lavoro. Io continuo a sognare, ben conscia del bagno superiore in cui ho lasciato sporco il lavabo dopo aver lavato i pennelli. E mentre dormo sogno di dire a mio cognato che in genere è sempre pulito, che è arrivato in un momento poco opportuno. 

Si, mio cognato è un folle. Però in fondo è una brava persona e anche se a 34 anni pensa ancora di averne 15, gli voglio bene e son contenta che abbia dormito in casa nostra fuorché nella sua auto, come aveva pensato di fare. Certo, se fosse dipeso dai miei nervi saldi (ma dove?) probabilmente avrebbe dormito sul serio in strada. Non avevo sentito neppure il telefono, figurarsi preparare un piano d'attacco in quattro e quattr'otto come ha fatto Fred. 

Credo di dover aggiungere questa "piccolezza" alla mia lunga lista di perché non posso diventare madre. Non riuscirei ad alzarmi di notte al pianto di un bambino. O non lo sentirei, o non sarei in grado di stare in piedi e tenere persino gli occhi aperti. 

martedì 9 settembre 2014

D'Amore e di Morte

Fonte: josaya.com

Ieri parlavo con una cliente di quanto la vita duri solo il tempo di un battito d'ali. Di come sia fugace, insignificante, terribilmente ricca di colpi di scena, alcuni dei quali molto poco edificanti.
Si parlava dell'immensità che ci circonda, della bellezza della Luna, dell'imprevedibilità degli agenti atmosferici, delle ere geologiche. E di come noi, piccoli esseri umani, non siamo altro che comparse in questo disegno enorme e quasi perfetto. Discorsi banali che pure banali non sono.

Oggi apro Facebook. Mi inondano come al solito le notizie dal mondo, alcune delle quali del tutto prive di senso, altre che ti strappano una lacrima o un sorriso.
Storia n°1.
Due donne omosessuali di oltre 90 anni, dopo 72 anni di fidanzamento, si sposano. Ed è bello. Bello pensare che due persone che si sono tanto amate abbiano scelto di convolare a nozze in età così avanzata. Mi dà l'idea di un pensiero ottimista, di un'unione che sembri voler travalicare la morte, addirittura scavalcarla. Credere di poter vivere ancora, di amarsi nonostante gli acciacchi, le malattie, un pensiero di morte incombente, mi fa tenerezza.

Storia n°2.
Un uomo decide di fotografarsi con la moglie per tutto il periodo della sua convalescenza. Soffre di tumore al seno, l'ultima foto ritrae la sua lapide. Le foto sono tutte in bianco e nero. Si inizia con delle scene romantiche, di loro due che si abbracciano, si confortano. I primi capelli che cadono, lui che amorevolmente le rasa la testa. Poi lei sempre più malata, sempre più debole, sempre meno attaccata a questo mondo. Le foto con i genitori, le foto che racchiudono un dolore sordo eppure assordante. 
Ho pianto. Pianto perché la vita non dovrebbe fare questo. Non dovrebbe separare chi si ama così. Non dovrebbe spezzare incurante delle vite giovani in questo modo sprezzante. 

E allora mi è tornato in mente quel discorso di ieri pomeriggio.
Che senso ha essere qui? ha davvero una ragione d'essere questo continuo sacrificarsi, arrabattarsi, tirare a campare? Se davvero contiamo così poco, perché dovremmo starcene con le mani in mano ad aspettare la fine? E allo stesso tempo ho pensato a qualcosa che da bambina sapevo già. L'amore muove il mondo. L'amore è l'essenza stessa del nostro vivere. E' forse l'unica attrattiva nel voler restare qui. Che sia l'amore di una madre per un figlio, che sia l'amore di due persone che stanno insieme da 50 anni. Che sia l'amore di una bimba per il suo cagnolino, che sia l'amore irraggiungibile di chi non può stare insieme. Che sia l'amore di un uomo solo per il suo lavoro, che sia l'amore per l'arte o per le cose belle che ci sono qui.


lunedì 8 settembre 2014

New Week

Fonte: wallpapershd.us


La prima settimana di lavoro dopo il rientro estivo è stata positiva. Merito della carica con la quale ho ricominciato, ma anche e soprattutto di clienti che ci hanno offerto un caloroso bentornato. Non tutto è filato liscio, colpa come al solito di un membro dello staff poco attento alle esigenze del punto vendita o di chi gli si pone di fronte.
Per il resto, però, mi ha fatto piacere tornare lì. E' bello notare che c'è chi ti vuole bene, chi torna a farti visita con gioia, chi ti dice che gli sei mancato. 
Una cliente nonostante la malattia contro cui combatte da tempo, è stata in viaggio ed ha avuto il pensiero di portarmi un coloratissimo bracciale indiano. Mi ha sorpreso e strappato un grande sorriso. Non è scontato che le persone lo facciano: accolgo questi regali sempre con meraviglia.

E anche la domenica è stata piacevolissima. Ho passato la giornata con Fred e ho ricevuto la sorpresa della visita di mio fratello. In questo periodo è impegnatissimo, preso con l'ultimo esame e con la tesi specialistica. Tuttavia ha trovato un po' di tempo per raggiungerci a metà strada e trascorrere una giornata insieme. Abbiamo fatto il nostro sgarro domenicale alla dieta con un piatto ben poco salutare ma molto "allegro", di quelli che fanno subito buonumore. 
Ho anche avuto l'opportunità di abbracciare un'amica blogger che conosco da anni e con la quale c'è sempre stata sintonia. Insomma, una domenica con i fiocchi.

Ora inizia una nuova settimana, incrocio le dita e parto, come sempre. 

martedì 2 settembre 2014

Settembre

Fonte: meteoweb.eu


Settembre è arrivato da 2 giorni, io sono tornata a lavoro e la vita è ripresa da dove l'avevo lasciata.
In mezzo un riposo adorante di 2 settimane nelle quali mi sono sentiva viva, in cui ho potuto fare tutte quelle cose che sono sempre costretta a rimandare. Ho approfondito il relax, le amicizie, un senso di comunione con questa casa. 
Ma ieri il lavoro è ricominciato e non mi pesa. La vita è soprattutto questa. I giorni di tran tran, di routine, di impegni a tutte le ore. E in fondo va bene così. 
Ho ripreso con la voglia di dare il 100% di me stessa sul lavoro. Di essere ancor più disponibile con la clientela, di essere un punto di riferimento dell'attività, qualcuno del quale si sente la mancanza quando non c'è. Ed è stato bello ieri sentire tutti quei "bentornati", il calore dei sorrisi dei clienti abituali. 

Parto carica e con il desiderio di fare la differenza. Forse è la prima volta che settembre mi si apre così. 

martedì 26 agosto 2014

Raffreddori d'Agosto

Fonte: paesesera.it

Ancora pochi giorni di ferie e poi si tornerà a lavoro.
Quando sono rientrata alla base dopo aver trascorso un po' di tempo con i miei genitori, ho fatto un po' di mare qui vicino casa.
E mi sono ammalata.
Ebbene si. Come un'anziana signora qualunque, ho preso uno dei raffreddori peggiori della mia vita.
Mentre scrivo sono reduce da 9 starnuti in rapida successione e il decimo potrebbe arrivare da un momento all'altro. Di certo non mi sono risparmiata sbalzi di temperatura, uscite in notturna con annessa umidità balneare, vento a rotta di collo mentre me ne stavo allegramente sulla sabbia infuocata, bagni in acque non proprio caldissime, cenette vestita con top scollati e gonnellina.
E il bello è che non me ne pento. Si, ora mi sento un catorcio ambulante e non faccio che soffiare il naso a tutte le ore, però mi sono goduta il godibile ed era giusto che fosse così. 

Durante l'anno mi lamento spesso di quanto stanca arrivi alla sera per poter uscire a far baldoria o anche solo a svagarmi un po'. In questi giorni ho approfittato del riposo per caricarmi di gioia e di cose belle da fare. 
Non sarà un raffreddore, neanche se molesto come si sta rivelando, a farmi rimpiangere di averlo fatto. 

giovedì 21 agosto 2014

At Home

Fonte: faidatemania.pianetadonna.it


Rieccomi di nuovo alla base.
Lunedì pomeriggio ci siamo trasferiti per un 3 giorni a casa dei miei. Ho strutturato così bene il mio tempo lì che alla fine non me n'è avanzato neanche un po'. Ho fatto le analisi del sangue (spendendo un patrimonio, porca miseria), accorciato i capelli, rivisto una carissima amica, giocato con i nipotini viterbesi.
E ieri, mercoledì, sono stata a Napoli.
Da quella zia adoratissima che non vedevo da 5 anni. Riabbracciarla è stata un'emozione indicibile. Ero lì fra le sue braccia ed ho pensato che sarebbe stato bello esserci più spesso, sentirsi accolta da una persona così dolce che ancora mi chiama con il mio nomignolo di bambina, Patatina. 

Ora sono a casa, con Fred che si è preso un terribile raffreddore. Una candela profumata all'arancia che rende frizzante l'ambiente, i ricordi di queste splendide giornate ancora davanti agli occhi.
Domani pomeriggio mio fratello sarà qui. Anche lui per 3 giorni. Ce ne andremo al mare qui a 700 metri da casa, con il nostro ombrellone azzurro e arancio preso in prestito dalla nonna brigadiera di Fred. 
Mi sento felice. Paga di queste vacanze in cui non abbiamo visto nulla di nuovo, ma in cui sono stata incredibilmente bene. Voglio assaporare questi altri giorni  di libertà che ci restano, viverli fino in fondo, uscire di sera, riempirmi le narici dell'aria di mare a cui è così difficile render conto durante l'anno.
E non pensare a niente se non a tutto questo. 

lunedì 11 agosto 2014

Countdown

Fonte: hotellabitta.it


11 Agosto, ore 10:56.
Sto scalpitando. Ancora 4 giorni di lavoro e poi le meritate ferie.
Anche quest'anno non faremo delle vere e proprie vacanze e cerco di non pensare a quanto sarebbe bello starsene in albergo serviti e riveriti. O su una spiaggia bianca con la pelle che profuma di salsedine e di lozioni solari. O in una capitale europea da visitare da cima a fondo.

No, voglio pensare positivo. Ed essere felice di poter quantomeno staccare la spina, chiudere il negozio per un po' e riposare membra e cervello. 
Quattro giorni li trascorrerò a casa dei miei. Saranno giorni densi di cose da fare. Voglio andare a tagliarmi i capelli dal mio parrucchiere di fiducia, rivedere un'amica che mi manca da morire, fare le analisi del sangue in tranquillità, andare a trovare i miei ex datori di lavoro. E andare un giorno a Napoli per rivedere le zie, una delle quali non ha ancora conosciuto Fred. E fare la pizza una sera con mia madre, come ai vecchi tempi. E si, quel giorno farò uno sgarro alla dieta senza sentirmi troppo in colpa. 

E poi tornerò qui a casa. Se il tempo ci farà il favore di essere caldo e soleggiato come oggi, andremo un po' al mare. L'acqua non è delle più pulite. La spiaggia lascia molto a desiderare. Ma chissene frega. Indosserò delle lenti migliorative e penserò di essere in Thailandia. O in Polinesia. O in qualunque altro posto.
Riderò con Fred - e forse anche con mio fratello, se verrà - dei momenti in cui mi stancherò di stare sotto il sole e già dopo 2 ore vorrò riprendere armi e bagagli e tornare a casa. E la nostra pelle profumerà ugualmente di salsedine e di lozioni solari.
Si può essere ovunque, ma il sapore del dolce far niente ha sempre lo stesso delizioso gusto. 

giovedì 7 agosto 2014

Obesità Infantile

Fonte: pianetadonna.it


Questo post ce l'ho sulla punta delle dita da mesi. In realtà non ho mai saputo come iniziare, come dire le cose che penso senza rischiare di offendere chi, malauguratamente, può rivedersi nelle mie frasi.
Premetto anche che non sono madre e che dunque, volente o nolente, il mio è un giudizio puramente contemplativo, di quelli che mi nascono dentro dall'osservazione attenta di ciò che ho davanti agli occhi.

Il mio lavoro mi consente di passare molte ore al giorno con persone di ogni età ed estrazione sociale. Alcune di queste persone sono ormai clienti fissi, gente che si confida, che ti fa sbirciare nella sua vita. Gli altri sono dei semplici sconosciuti. Gente di passaggio che vedo una volta e che molto probabilmente non rivedrò più. Il campione umano non è vastissimo, ma comunque interessante.

Quello che vedo, praticamente ogni giorno, è un gran numero di bambini lasciati a se stessi. Parlo di bambini in età scolare, dai 6 ai 10 anni. Ragazzini che molto spesso vengono parcheggiati in un angolo con la schifezza di turno mentre le madri o i padri fanno tutt'altro, senza minimamente interessarsi di quello che si mettono in bocca.
L'altro giorno ho assistito ad una scena che mi ha fatto rabbrividire. Entrano una madre cicciottella ed un bambino chiaramente obeso. Il bambino è tranquillo, ma la madre gli chiede subito cosa vuole da mangiare. Il ragazzino, di circa 8 anni, decide per un tramezzino con wurstel e formaggio ed una coca. La madre nel frattempo gioca ai gratta e vinci. Finita la merenda, il ragazzino prende un pacchetto di patatine. La madre non fa una piega, e anzi gli riempie un sacchetto con 20 caramelle e gli apre una Fanta. 
Tutto questo senza quasi guardarlo in faccia. Lo rimpinzava come un maiale con roba poco salutare e lei continuava a farsi i fatti propri. 

Non ho potuto fare a meno di chiedermi come sia possibile, nel 2014, far mangiare e bere questi alimenti spazzatura ad un bambino già obeso. Senza considerare che quel ragazzino a 14 anni peserà 100 kg, avrà l'affanno a fare le scale, si allaccerà le scarpe con fatica, avrà le analisi del sangue disastrate.

E' probabile che questa scena mi abbia turbata perché a 7 anni ero già rotondetta e fino al liceo non sono di certo stata un'alice. E lo so io quanto mi costa ogni singolo giorno tenere a bada le calorie, ritagliarmi almeno un'ora piena per lo sport, dover rinunciare ad allegre seratine fuori per evitare di cadere in tentazione. E' indubbio che la mia esperienza di persona perennemente a dieta mi porti ad essere più dura verso questo particolare argomento. E vorrei davvero che l'educazione al cibo non fosse solo un discorso noioso all'interno di una famiglia, ma qualcosa da portare avanti giorno dopo giorno, con senso di responsabilità ed uno sguardo al futuro.
Un bambino non ha la percezione di cosa sia meglio mangiare. Un bambino mangia quello che più gli piace. E' il genitore a doversi interessare di quello che che gli entra in pancia. E non dico che un bambino debba mangiare solo un certo tipo di alimenti sani, ma che insomma, quelli siano la prevalenza. 

Potrei fare almeno altri 4 o 5 esempi fra persone che conosco, ma preferisco non annoiarvi oltre. 
Potrei portare ad esempio anche me stessa.

E quindi per favore, se avete bambini e neanche il tempo di farvi una doccia in santa pace, non lasciateli comunque da soli davanti alla tv con una ciotola di pop corn ed un cornetto con la nutella. Riflettete sul fatto che farlo ogni giorno significherà recargli seri problemi qualche anno dopo. 
Che l'obesità infantile è una piaga da contrastare, non da avallare. E che sono i vostri figli, sangue del vostro sangue. Siete voi la loro guida, voi a dovergli insegnare come apprezzare anche alimenti meno salati e meno grassi. Voi a dover dare un esempio corretto e positivo. 

giovedì 31 luglio 2014

Stress

Fonte: meteoweb.eu


Per la seconda settimana consecutiva a lavoro stiamo vivendo uno stress non indifferente.
C'è di buono che uno dei nostri problemi, quello che più ci destava preoccupazione, è stato risolto. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, nella speranza che anche tutto il resto trovi finalmente una collocazione positiva. 
Fisicamente e mentalmente siamo piuttosto stanchi. Mio cognato ha dei problemi di salute da risolvere e ci siamo accollati anche i suoi turni.
Fred esce di casa alle 6 e non rientra mai prima delle 20:45. A me è andata un po' meglio ma ugualmente lavoro di più e mi alzo presto per fare in modo di riuscire a far tutto.
Purtroppo ho dovuto mettere da parte l'attività fisica perché non ho più neppure un'ora intera da dedicargli. Mi manca e spero di poter ricominciare quanto prima.

Le ferie sembrano ancora lontanissime, praticamente un miraggio.
Anche il tempo incerto ci mette del suo, scatenando tutto il peggio della mia metereopatia come se fossimo in pieno autunno.

lunedì 21 luglio 2014

Caos

Fonte: ilfilosofoinincognito.altervista.org

Questa mattina è successo qualcosa che non doveva succedere.
Non così, per lo meno.
A lavoro è scoppiata una "bomba" di proporzioni non indifferenti. E il brutto è che, come al solito, ad affrontare ogni problema, anche l'atteggiamento sbagliato altrui, dev'esser sempre Fred.
Purtroppo non mi è possibile scrivere cosa è accaduto, neanche per sommi capi.
Vorrei davvero poterlo fare. Sento un bisogno irrefrenabile di parlarne, di cercare di capirci qualcosa, di placare l'ansia che da due ore a questa parte mi divora.
Sapevo che questa settimana sarebbe stata complicata, ma non immaginavo che invece sarebbe stata difficile.

Stasera avrò la seconda parte di festeggiamenti per il mio compleanno. In questo momento mi sembrano quanto mai inappropriati. Avrei solo voglia di urlare.

domenica 20 luglio 2014

29

Fonte: monicu66.blogspot.com


Il 20 Luglio è il mio giorno preferito.
Lo è ogni anno, da che ne ho memoria. E' quel giorno da aspettare con trepidante attesa, un po' come se fossi ancora una bambina davanti all'albero di Natale. 
Comincio a pensarci già ai primi del mese, e ogni giorno che mi avvicino mi sento più euforica e viva che mai.

Lo sono anche se ormai so che l'avvicinarsi di questo giorno non significa più solo crescere, ma anche e soprattutto invecchiare. Non me ne curo, perché oggi è il mio giorno. Quello in cui posso essere infantile e perennemente ragazzina. Quello in cui festeggio me stessa, dedicandomi completamente a questo interiore senso di festa. E non mi interessa che per tutti gli altri sia un giorno qualunque. Il 20 Luglio sarà sempre la mia data del cuore, quella da cui far scaturire qualcosa di bello.

Quando leggerete questo post io starò cercando di realizzare al meglio questa mia aspettativa. Avrò gli occhi allegri, la mente sgombra da pensieri sgraditi, il cuore in tumulto e la gioia in ogni poro della mia pelle.

Quest'anno sono 29 e se penso che tra 365 giorni saranno 30 la mia felicità rischia di incrinarsi un pochino. Però voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Per un altro anno avrò ancora quel 2 davanti e ai 30 ci penserò fra 12 mesi, non un giorno prima (spero).

domenica 13 luglio 2014

Ma Voi Non Litigate Mai?

Fonte: massimobisotti.it

Dopo aver scritto il post riguardante il nostro 9° Anniversario, mi è arrivata la mail di una ragazza. Non ho idea di quanti anni abbia, ma ho dedotto che fosse piuttosto giovane.

Non so se sia giusto riportare qui quello che è il succo della sua mail. In fondo, se avesse voluto scrivere un messaggio pubblico, lo avrebbe fatto lei stessa tra i commenti. E invece no. Si è presa la briga di entrare su Recensioni Cosmetiche e da lì accedere al mio indirizzo e-mail, che qui non c'è. 
Mi sono dunque chiesta se fosse corretto nei suoi confronti scrivere un post partendo da quanto mi aveva scritto, sapendo che lei per prima non aveva ritenuto opportuno farlo. E così dopo alcuni ripensamenti l'ho chiesto a lei. Le ho detto chiaramente che la sua mail mi aveva fatta riflettere e che avrei voluto scrivere il garbuglio dei miei pensieri qui. Lei mi ha dato il nulla osta, purché non facessi il suo nome. 

Nella sua mail la ragazza mi ha fatto gli auguri, ma allo stesso tempo mi chiedeva com'è che si possa stare con la stessa persona 9 anni. Come si fa, come ci si riesce, cos'è che decreta la differenza tra un amore perfetto ed uno che non lo è.

Quella parola, perfetto, mi ha fatto sentire a disagio. Io non credo nella perfezione e non penso di aver mai scritto da nessuna parte che la mia storia con Fred è perfetta. Né che sia perfetto lui o che sia perfetta io. Di lui ho sempre parlato pochissimo, appunto perché ho sempre pensato che un lettore esterno avrebbe potuto fraintendere, non capire, sminuire o idealizzare i concetti da me ingenuamente espressi.
Così Fred è sempre stato in ombra. Aleggiava tra le mie righe, senza nominarlo mai. Solo quando siamo andati a vivere insieme è capitato che io iniziassi a parlarne, seppur di sfuggita. Chi mi leggeva già ai tempi di Splinder sa che non ho mai dedicato interi capitoli a Fred e che in tanti post ho fatto grandi tagli pur di non includerlo in mezzo alle mie parole. Ora le cose sono leggermente cambiate, ma solo perché vivendo insieme è complicato parlare di me e dei miei pensieri escludendo una parte così importante della mia esistenza. Io sono molto altro oltre la nostra storia, ma è indubbio che la nostra storia sia comunque una parte integrante del mio vivere quotidiano.

Mi ha chiesto se litighiamo mai.
E non è stato complicato risponderle che litighiamo eccome. Che siamo due persone normalissime, che a volte sono gaie e festose ed altre nervose ed irascibili. Che l'amore non è fatto solo di sorrisi, di giornate allegre e di bei momenti. Che la vita include molto altro, tra cui musi lunghi, qualche eccesso di rabbia, sfuriate che poi si placano appena sfogati.
Insomma, che non c'è nulla di perfetto in una storia, anche se dura da 9 anni. Che non è l'età che conta, ma come uno si destreggia tra le sfide quotidiane. E si, il sentimento. Perché senza la voglia di attraversare insieme anche le tempeste, non c'è bella barca che tenga.

Quindi niente, questo post solo per dire alla ragazza che mi ha scritto, e a chiunque possa avere pensieri simili, che guardare qualcosa dal di fuori è estremamente fuorviante.
Pensavo fosse ovvio, ma ho avuto la prova che così non è. 
Non c'è una ricetta per stare insieme ed amarsi giorno dopo giorno. E se ce l'avessi l'applicherei alla lettera pur di conservare quello che ho oggi nel nostro futuro. Ma la verità è che non possiamo sapere a priori come andrà e che l'andamento di una corsa può essere giudicato solo alla fine.

Posso solo sperare che duri. Posso pregare e convogliare i miei pensieri e le mie forze verso il raggiungimento di un obiettivo, qualunque esso sia, ma non posso assicurarmi un bel niente.
La vita è precaria. I sentimenti sono precari. Tutto quello che ci circonda è precario.
E non c'è davvero nulla di perfetto al mondo. Nulla che possa essere descritto come tale. Inseguire il sogno di un amore perfetto è quanto di meglio si possa fare per sabotare una storia. 

giovedì 10 luglio 2014

9 Anni Insieme

Fonte: culturaeculture.it


10 Luglio 2005.
Eravamo poco più che ragazzini. Io non ancora ventenne, tu con due anni in più.
Facevi il militare, eri nella Marina come tutti coloro che vengono dal mare come te. Ti piaceva stare lì, con la tua divisa bianco/azzurra che non ti ho mai neppure visto indossare. Mi piacevano le tue braccia, il tuo pomo d'Adamo poco pronunciato, la tua pelle chiara e i peli un po' radi. Mi piaceva il tuo sguardo limpido dietro gli occhiali, quella timidezza che volevi celare senza riuscirci del tutto. Mi guardavi di sbieco, poi mi hai chiesto di potermi baciare. Quella richiesta fu di una dolcezza unica e io accettai, ovvio che accettai. Ti volevo già bene e mi piaceva quel tuo essere un po' all'antica, quella galanteria che nessuno mi aveva ancora rivolto.
Ci saremmo conosciuti meglio in seguito io e te, pian piano con gli scontri dei primi mesi ed una passione divorante. Ma quel giorno mi è rimasto nel cuore. Il nostro primo giorno insieme. Il giorno in cui e te cominciammo il nostro percorso, senza sapere come sarebbe andata. Senza capire se le cose avrebbero funzionato oppure no.
Vivevamo a 112 km di distanza, con due vite differenti ed un filo conduttore che sembrava attraversarci. Ci siamo riconosciuti subito, eravamo diversi ma simili nel profondo.

10 Luglio 2014.
Sono passati 9 anni. 
9 Candeline sulla torta del nostro Amore. Ci siamo svegliati insieme, un po' intontiti per la cattiva notte. Nella nostra casina, così disperatamente desiderata. 
Sul tavolo avevi già apparecchiato per la mia colazione ed un voluminoso biglietto era appoggiato lì. Fiori ovunque, anche nel romantico orologio da polso che mi hai regalato. Così simile a me che sembra esserci scritto il mio nome sopra.
E' bello viverti, bello passeggiarti accanto mentre la vita scorre. Non cambierei nulla di questi anni insieme, neppure le difficoltà che abbiamo attraversato per vederci ogni settimana, per stare insieme nonostante fossimo due poveri in canna e avessimo giusto i soldi per la ricarica del cellulare. Quelle tariffe che non bastavano mai, quella voglia di sentirsi ogni giorno, quel bisogno di stare vicini anche se lontani.
Ed ora che vicini lo siamo quotidianamente ringrazio Dio per averci fatti incontrare, per aver unito queste nostre due anime simili.
Ti amo. Ti amo sul serio.
Grazie Fred, grazie di esistere e di arricchire la mia vita.