martedì 3 dicembre 2013

La Storia di Amigo

Fonte: tripadvisor.com

Amigo è un uomo pakistano di 40 anni.
Tutti lo chiamano così perché sebbene abbia un nome esotico e musicale, nessuno riesce a pronunciarlo nel modo giusto. E' in Italia da molto tempo e stanzia un numero indecifrato di ore ad un distributore di benzina.
Dopo 7 anni, finalmente, è riuscito a tornare per qualche tempo nel suo Paese. Ha rivisto sua moglie, riabbracciato sua figlia. Con loro ha trascorso 1 mese, poi è dovuto tornare.

Mi ha raccontato delle lacrime della sua bambina, che si era attaccata alle sue gambe per impedirgli di partire nuovamente. Delle ore al telefono, attaccati ad una cornetta che è l'unico mezzo per sentirsi ancora parte di una famiglia. La solitudine e l'alienazione, la consapevolezza di vivere giorno dopo giorno sempre allo stesso modo. Con il caldo e con il freddo, con la pioggia e con il sole. Sempre lì, con l'odore di benzina attaccato alla pelle e ai vestiti, giù giù fino in fondo all'anima.
Tristemente mi sono chiesta come si possa vivere così. E poi mi sono risposta che ci si riesce solo quando non si vedono alternative, solo quando non sembra esserci via d'uscita.


8 commenti:

  1. che storia triste...purtroppo come tu dici non ci sono alternative :-(

    RispondiElimina
  2. io credo che non si possa e debba vivere così. e credo che l'emigrazione sia un grosso bluff, a cominciare da e per i popoli che emigrano. vuoi dirmi che in Pakistan non si poteva fare di meglio ? io non credo....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Pachistan è un paese messo malissimo con la miseria che alimenta la crescita demografica che aumenta la miseria.
      C'è un passaggio cinico e terribile in "2052 - Rapporto al Club di Roma" di Jorgen Randers.

      La crescita demografica è violenza alla Natura, alle donne che si manifesta nel fenomeno violento delle migrazioni, violenza su chi è costretto ad emigrare, violenza sulle terre e sulle comunità "destinazione" che la devono subire.

      Elimina
    2. @Francesco io non lo so se si possa fare di meglio perché non ho una visione limpida delle cose. Non sono mai stata in Pakistan e non ho idea di come vivano lì. Penso, come dice Un Uomo, che ci sia una forte miseria. Guardati in giro, è pieno di Pakistani che vendono bracciali e pashimine. Tanti altri, come Amigo, sono fermi alle stazioni di benzina. Se avessero potuto fare meglio in patria stando vicino alle loro famiglie, perché mai sarebbero venuti a fare una vita da cani qui?

      Elimina
    3. non lo so. quanti soldi tiri sù vendendo collanine? 20 euro al giorno ? dove dormi con 20 euro al giorno ? da nessuna parte. non mandi un euro a casa. il benzinaio ha messo in regola Amigo ? mi sa di no, vero ? l'occidente è una grande illusione per il terzo mondo. poi per carità, qualcuno ce la fa, magari dentro un forte tessuto solidaristico come quello dei cinesi o degli egiziani, ma la maggior parte degli emigrati oggi stenta ed anche tanto. ed infatti molti stanno tornando a casa, come dicono statistiche ed inchieste

      Elimina
    4. Io lo spero che lui torni a casa, fosse anche solo per stare definitivamente con la famiglia.

      Elimina
  3. Mi addolora tanto questa storia. che strazio il particolare della bambina che si aggrappava alle gambe del papà...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero? quando me lo ha raccontato stavo per piangere...mi sono contenuta perché se ce la stava facendo lui, avrei potuto riuscirci anche io.

      Elimina