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Fonte: caterinasteri.blog.tiscali. it |
A volte vorrei essere diversa, non prendere le cose di petto in questo modo.
Fino a starci male, fino a svegliarmi di notte con quell'angosciante pensiero, fino a pensare di non riuscire a prendere sonno.
Eppure dovrei evitarlo, anche per la mia salute. Questi pensieri ossessivi creano danni di non poco conto al già labile equilibrio della mia pressione arteriosa.
Ora comprendo il motivo per cui non potrei dirigere personalmente un'attività. Ho lavorato sempre per altri, prendendomi a cuore i loro problemi, anche quando avrei potuto starmene in disparte ad aspettare.
Anche ora non dirigo un bel nulla, però è diverso, perché l'attività è del mio partner ed io lavoro insieme a lui. Se prima stavo male per situazioni nelle quali non c'entravo nulla, ora mi sento anche direttamente coinvolta, e non posso fare a meno di rigirarmi il coltello nella piaga.
Ci sono persone che non mi piacciono. Brave persone, in fondo...ma a cui piace approfittarsi della buona fede altrui. Ed io che sono rigida e senza cuore, per certi versi, non sopporto che gli venga dato spago. Non sopporto che vengano offerte dilazioni a loro, quando a noi non ne viene concessa nessuna.
Noi dobbiamo pagare subito. Loro chiedono che gli venga fatto credito e in molti casi ottengono. C'è una lista che mi preoccupa. Non voglio fare l'esattore delle tasse, ma neppure aspettare i comodi altrui. Non siamo neanche nelle condizioni di poter fare beneficenza, non è davvero il momento giusto.
Siamo aperti dalle 6 del mattino alle 20, seguendo dei turni. Ci sono giorni in cui non è possibile rincasare prima delle 21. A che serve tanta fatica, tanta dedizione, tanto spreco di energie se poi al momento di riscuotere dobbiamo sentirci dire "domani, poi passo, ci vediamo, fidati" e amenità del genere?
Personalmente bloccherei tutto questo. Non ne posso più di vederlo perpetrare come se noi fossimo burattini nelle loro mani. Non si può concedere tutto ciò che viene chiesto solo in nome di un'amicizia o di buon rapporto. O peggio ancora, perché non si sa dire no o si pensa di non poterlo fare.
No è la prima parola da imparare in questi casi.
Mi sento come un'ape operosa che, fiutato il pericolo, sente di dover pungere.