Autore: Claudio Cangini |
La cosa che più mi affascina di un posto nuovo è conoscerne la gente, la mentalità.
In questo caso, il posto in cui vivo non è del tutto sconosciuto per me, considerando che ci sono venuta saltuariamente per ben 8 anni. Viverci però è diverso, vedi le cose in modo più pieno.
Mi sono accorta, ad esempio, che qui non esiste un vero e proprio dialetto. Tutti parlano romanesco, che effettivamente un dialetto lo è, ma non un dialetto tipico del posto. Il romanesco lo parlano i romani e noi qui siamo sul litorale laziale, pur sempre in provincia di Roma, ma non a Roma città. Il dialetto cui ero abituata è invece strettamente legato al mio luogo di nascita: lo parlano solo lì.
Le persone sono abbastanza cordiali ma litigano con facilità e lo fanno ad alta voce. Siamo stati svegliati per 3 notti da 2 folli che sembrava volessero darsela di santa ragione. Dove vivevo si è più discreti ed ognuno i panni sporchi se li lava in casa propria.
Ora vivo al mare, eppure il mare son riuscita a vederlo una volta sola. Sembra incredibile, eppure anche avendolo a due passi, non c'è il tempo e forse neppure la voglia di farci un giro. Il centro è intasato di turisti italiani e stranieri, gente che parcheggia ovunque senza curarsi degli spazi comuni. Il parcheggio è spesso introvabile, il caldo asfissiante. Per fortuna ho un bel balcone. Mi piace sedermi lì, godermi un po' l'aria fresca, la brezza marina che arriva fin qui. Un po' meno l'umidità della sera.
In questi giorni soffro tremendamente il caldo. Ho anche avuto uno di quei tremendi sbalzi di pressione dell'anno scorso. Non l'ho detto ai miei, preferisco non farli preoccupare ora che siamo lontani e non possono tenermi d'occhio.
Ieri sera, approfittando di qualche ora libera in più rispetto al solito, ho preparato una deliziosa cenetta. E' stato bello vedere il suo gradimento ad ogni boccone. Anche qui mi rendo conto che mi piace cucinare per chi amo e farlo con la dovuta calma, non con la solita fretta.
Finalmente sabato. Fra poco esco e torno a lavoro. Odio lavorare di sabato, è un qualcosa che mi porto dietro dall'infanzia, da quando andando a scuola desideravo un giorno poter essere libera.
In questi giorni soffro tremendamente il caldo. Ho anche avuto uno di quei tremendi sbalzi di pressione dell'anno scorso. Non l'ho detto ai miei, preferisco non farli preoccupare ora che siamo lontani e non possono tenermi d'occhio.
Ieri sera, approfittando di qualche ora libera in più rispetto al solito, ho preparato una deliziosa cenetta. E' stato bello vedere il suo gradimento ad ogni boccone. Anche qui mi rendo conto che mi piace cucinare per chi amo e farlo con la dovuta calma, non con la solita fretta.
Finalmente sabato. Fra poco esco e torno a lavoro. Odio lavorare di sabato, è un qualcosa che mi porto dietro dall'infanzia, da quando andando a scuola desideravo un giorno poter essere libera.