venerdì 27 dicembre 2013

I Genitori, Le Amiche

Fonte: jioriu.blogspot.com

Sono a casa dei miei, passerò qui i giorni fino alla fine dell'anno.
Mi sto godendo la tranquillità ed il relax. Mi piace essere fra le cose che un tempo vedevo ogni giorno. Mia madre è euforica, sembra tornata bambina. Questa mattina abbiamo trascorso due ore in centro, a far compere per la casa o anche per noi stesse. Lei si è presa un paio di orecchini rossi a forma di rosa, io una sciarpa di un bel grigio elegante.
Sono andata anche a far visita ad alcune persone cui voglio bene ed è stato davvero bello riabbracciarle e farsi gli auguri vis a vis, senza l'ausilio della tecnologia.

Anche qui ho ricevuto dei bei regali. In ognuno di essi ho letto un pensiero, la voglia di sorprendermi o anche solo di vedermi sorridere.
Nel pomeriggio sono persino andata a tagliarmi i capelli nel centro dove lavora Marta, la ragazza che negli ultimi 5 anni si era occupata con cura delle mie unghie. Riabbracciarla è stato bellissimo. Io l'adoro quella donna, sul serio. La sua vitalità, la fantasia, gli occhi che sprizzano allegria, il grande cuore celato dietro un atteggiamento sempre solare. Ci siamo raccontate ogni cosa nel giro di 5 minuti, poi lei è tornata a lavorare ed io ho proseguito nel mio giro.

Ho rivisto due care amiche, abbiamo parlato di tante cose, bevuto qualcosa di caldo in una saletta da tè. Al momento mi sento euforica e felice. Ho trascorso una giornata meravigliosa e mi sento come rinfrancata.

martedì 24 dicembre 2013

Buone Feste

Fonte: libriblog.com


E così le fantomatiche feste sono arrivate.
O mancano poche ore, suvvia, cosa volete che cambi.

Vi auguro un sereno Natale. Che siate religiosi o meno. Che siate terribilmente consumistici come me o attratti solamente dalle lucine. A prescindere da chi siate e come lo vivrete, spero che la Felicità non vi dia scampo. Semplicemente vi acciuffi e vi trascini con sé.
Auguri.

giovedì 19 dicembre 2013

Sole d'Inverno

Fonte: ilmag.homeholidays.it


Mi piace il sole d'inverno.
Esci in balcone e te lo senti addosso come una morbida coperta. Dura solo poche ore, poi si raffredda e culmina nel gelo della sera. Ma in quei momenti assomiglia alla gioia, alla purezza, alla vitalità. 

Se qualcuno mi chiedesse cosa mi manca della mia vecchia casa, quella in cui abitavo con la mia famiglia, sarebbero due le voci che pronuncerei senza esitazioni: lo spazio ed il panorama.
Mi affacciavo alla finestra e c'erano le distese verdi, gli alberi, le foglie di ogni forma e colore, il cantare degli uccelli e i profumi della natura. In qualunque stagione me ne uscivo in quella striscia di balcone e mi sentivo bene. Il sole mi arrivava dritto in faccia. Io mi sedevo e mi facevo coccolare. Rialzarmi era sempre una fatica immane. Perché avrei dovuto desiderare di andare a lavorare o stirare o uscire con qualcuno quando avevo tutto ciò che potessi volere? c'era il sole, c'era un libro a farmi compagnia, c'era il benessere e quel tiepido tepore sulla pelle.

Qui ho un balcone più grande. Ed una casa più piccola. Ma soprattutto ho qualcuno di fronte e non posso godermi in pace questo sole.
Non riesco a starmene lì in silenzio sapendo che dall'altra parte qualcuno potrebbe guardarmi e chiedersi se non ho niente di meglio da fare. E credo che lo stesso pensino anche tutti gli altri perché non vedo mai nessuno in balcone. Mi è capitato a volte di sera, quando ero a stendere il bucato. Il vicino se ne stava lì per fumare. Ci siamo salutati e siamo tornati ai nostri pensieri, alle nostre faccende.
Ma di giorno tutti in casa o tutti a lavoro. Nessuno a godersi il sole. Eppure siamo al mare.

Anche in estate, quando a casa del mio ragazzo ci venivo solo in vacanza.
Io sentivo sempre questa forte esigenza di uscire in balcone. Ero in ferie e volevo semplicemente rilassarmi con un libro sulle ginocchia e quella calda e confortante afa d'agosto. Lui non mi seguiva mai. Per quante volte glielo chiedessi, proprio non ce la faceva. Forse questa mania non esiste quando davanti ci sono solo altri palazzi, quando la visuale è così poco invogliante. Forse prima o poi smetterà di esistere anche dentro di me. 

sabato 7 dicembre 2013

Morire Giovani

Fonte: labuonastrada.wordpress.com

Mia madre mi ha telefonato in un orario insolito. Ci eravamo sentite appena quaranta minuti prima. Ho pensato che dovesse dirmi qualcosa di importante.
Un manifesto di morte, un nome, ricordi lontani che raffiorano tutti insieme. 

Io e Valerio eravamo nella stessa classe, all'asilo. Ci eravamo piaciuti subito. Come fanno spesso i bambini, ci eravamo riconosciuti. E da quel riconoscerci era nato un legame durato anni. Fino alle elementari non abbiamo fatto altro che fidanzarci e lasciarci, di continuo. Con lui e con un altro Valerio avevo questo rapporto altalenante fatto di bigliettini silenziosi, di disegni seduti vicini, di segreti sussurrati lontano dagli altri.
Era un bambino con delicati capelli castano chiaro e occhi di un azzurro scuro, quasi torbido. Le sue guance erano tonde come una mela e da adulto era ancora così, solo una versione più grande di se stesso.

In seconda elementare perse il padre, un omone forte e dalla risata fragorosa. Ogni volta che pensavo ai miei genitori ero triste per lui, per quello che gli era capitato. La madre dopo la morte del marito era entrata in depressione, si era ammalata, si accompagnava a uomini sconclusionati. Era bella ma il suo era uno sguardo vacuo, malinconico, arreso.
Ricordo come se fosse ieri una grande aula per il catechismo. Eravamo ancora bambini e si parlava di quanto fosse duro perdere i genitori in così tenera età. Sia lui che Giorgio erano lì. Lui aveva perso il padre, Giorgio la madre. Erano impassibili ma io stavo male per loro. Avrei voluto stoppare tutto, dirgli di smetterla con questi discorsi in loro presenza. Parlavano a fin di bene, volevano che noi coetanei fossimo in grado di stargli vicini. Eppure io lo leggevo come un affronto, come un doloroso rimarcare nelle ferite altrui.

E ieri a morire è stato lui, Valerio. Il mio Valerio bambino. A soli 28 anni, non so neanche come e perché. Bé, presumo che il perché non lo comprenderò mai. Non esiste una motivazione plausibile per morire ancor prima di aver compiuto 30 anni. 
Non lo vedevo da tanto tempo. Già alle scuole medie il nostro rapporto si era sciolto. Eravamo in classi diverse, quel legame che ci aveva accomunati da bambini si era poi dissolto entrando nella pubertà. 
So che era diventato cuoco. Con un suo amico avevano rilevato un'attività che restò aperta per poco più di un anno. Poi sparì, non lo vidi più.
Anche sua sorella era scomparsa nel nulla, anche lei con quei bei capelli biondo scuro, con gli occhi azzurro torbido e le guance floride. 



martedì 3 dicembre 2013

La Storia di Amigo

Fonte: tripadvisor.com

Amigo è un uomo pakistano di 40 anni.
Tutti lo chiamano così perché sebbene abbia un nome esotico e musicale, nessuno riesce a pronunciarlo nel modo giusto. E' in Italia da molto tempo e stanzia un numero indecifrato di ore ad un distributore di benzina.
Dopo 7 anni, finalmente, è riuscito a tornare per qualche tempo nel suo Paese. Ha rivisto sua moglie, riabbracciato sua figlia. Con loro ha trascorso 1 mese, poi è dovuto tornare.

Mi ha raccontato delle lacrime della sua bambina, che si era attaccata alle sue gambe per impedirgli di partire nuovamente. Delle ore al telefono, attaccati ad una cornetta che è l'unico mezzo per sentirsi ancora parte di una famiglia. La solitudine e l'alienazione, la consapevolezza di vivere giorno dopo giorno sempre allo stesso modo. Con il caldo e con il freddo, con la pioggia e con il sole. Sempre lì, con l'odore di benzina attaccato alla pelle e ai vestiti, giù giù fino in fondo all'anima.
Tristemente mi sono chiesta come si possa vivere così. E poi mi sono risposta che ci si riesce solo quando non si vedono alternative, solo quando non sembra esserci via d'uscita.


lunedì 2 dicembre 2013

Aspettando il Natale



Quest'anno il sopraggiungere del Natale mi appare meno minaccioso. Forse perché so che non dovrò lavorare l'intero giorno del 24 e del 31 e preparare forsennatamente pacchetti quando avrei solo voglia di starmene al caldo con le persone cui voglio bene.
Oppure grazie a quel bellissimo senso di eccitazione nel pensare ad addobbare la nostra casetta, per la prima volta. Scegliere i colori, gli angoli giusti, dare un senso di calore al nostro piccolo ma accogliente appartamento.

Per lui è diverso. Ha tante preoccupazioni, tante cose cui pensare. I pagamenti in scadenza, i lavori di miglioramento per l'attività che probabilmente cadranno proprio in quei pochi giorni di chiusura, la paura che nonostante lo sforzo ciò non porti realmente ad un incremento delle entrate. La dipendente in maternità, le bollette, gli scarichi dei fornitori, il commercialista.
Io lo so che lui cerca di tenermi fuori da tutto questo per farmi vivere ancora come una ragazza spensierata. Come una bimba che guarda al Natale con occhi luccicanti. Lo vedo che non gli interessa dell'albero, delle luminarie, dei giri da fare per i regali ad amici e parenti. 
Ma questo non mi impedirà di cercare di farglielo amare comunque. Di instillargli un po' di quello spirito natalizio che per lui sembra consistere solo nelle buone cose da mangiare in quei giorni. Voglio che veda tutto come lo vedo io, anche solo per pochi istanti. 
Voglio che sia orgoglioso del nostro albero, delle mie ghirlande rosse, degli angioletti appesi. Voglio che torni bambino, che per pochi minuti si immerga dentro quel calore che spero tanto di fargli arrivare.
Si, questa deve essere la mia missione in queste due prime settimane di dicembre. Fargli dimenticare per un po' tutto il resto e addobbare la casa come se dovessi farlo entrare in un sogno, una dimensione parallela dove non esista nient'altro.

domenica 24 novembre 2013

Sotto le Coperte

Fonte: comefare.com


Finalmente abbiamo trovato il piumone.
La ricerca non è stata delle più semplici. Mi sono prima dirottata verso un piumino d'oca da foderare con un copripiumino, poi successivamente verso una soffice trapunta in fibra anallergica.
Come ultima tappa siamo stati da Caleffi e dopo averle guardate tutte abbiamo scelto quella che ci terrà caldi durante l'inverno. Devo dire che mi piace: lo trovo carino e morbido. 
Da domani si prevede un abbassamento delle temperature anche di 10°C: una volta tanto non ci coglierà impreparati. 


mercoledì 20 novembre 2013

Sole a Catinelle

Fonte: Libero.it

Quando, due domeniche fa, andai al cinema a vedere "Sole a Catinelle" ridemmo di gusto, insieme a tutti coloro che condividevano la sala con noi.
In questo clima dove si sorride poco, dove sembriamo abitare tutti sotto la stessa nuvola nera di pessimismo, finalmente un film che mostra la crisi da un punto di vista differente. 

Un padre allegramente irresponsabile, un bambino educato ed avveduto, una mamma che lotta per i suoi diritti di operaia e di moglie. L'arte di arrangiarsi, di lavorare con entusiasmo. Il pensiero che domani sarà migliore solo se oggi non ci abbattiamo, se cerchiamo di migliorarci, di ricucire gli strappi con le persone a noi care. Ed un ridere dilagante, un ottimismo contagioso tra le fila della sua trama. 

Checco Zalone mi piace anche per le sue canzoni sconclusionate che in realtà sono di una lucidità sorprendente. In questo film incarna perfettamente l'italiano medio, quello non bello né qualificato, ma che alla fine riesce a sbarcare il lunario ridendoci su.
Si, mi rendo conto che la crisi esista sul serio e che ci sono persone che la subiscono più pesantemente di altre. E che non c'è nulla da ridere se si riflette su quanta gente non riesca ad arrivare decentemente alla fine del mese. Ai tanti in cassa integrazione, ai padri di famiglia che restano senza lavoro ad un età in cui è difficile trovarne un altro. 

Ma bisogna comprendere che il pessimismo non ci aiuta. Chi ha risparmiato quando poteva ancora farlo tiene i soldi sotto il materasso ed evita di spenderli. Chi ha sempre guidato un suv ora lo tiene in garage non perché non può più permetterselo, ma perché ha paura dei controlli. 
Il clima pesante di repressione, il dover stare attenti anche ai centesimi, il dover scegliere di mangiare sempre in casa evitando anche una pizza di tanto in tanto, la paura che il benessere finisca una volta per tutte senza vie d'uscita. Ho il timore che fossilizzarsi su tutto questo anziché aiutare a rialzarci ci deprima sempre di più, fino a renderci schiavi della paura e dell'ossessione.
Il pessimismo ha fatto più danni della crisi finora, diamoci una mossa.



venerdì 8 novembre 2013

Quasi 5 Mesi

Fonte: lastaccata. it

Quando mi sono trasferita qui non conoscevo quasi nessuno.
Sono passati 4 mesi e mezzo, quasi 5, e tante persone si sono aggiunte al mio gruppetto di conoscenti.

C'è Barbara, una bella ragazza mediterranea che ci racconta le sue disavventure.
I vicini di casa, con cui ieri abbiamo fatto una bella chiacchierata sulla poca affidabilità del costruttore, sui guai avuti per la sua fretta di finire i lavori, sulle attese troppo dilatate nel tempo, su soldi che ci deve e che forse non rivedremo mai più.
I ragazzi che il mese prossimo si trasferiranno sotto di noi e la raggiante Miriam, con cui non mi dispiacerebbe allacciare un'amicizia.
I clienti dell'attività, che mi hanno preso in simpatia e che mi definiscono "il raggio di sole arrivato in questo posto".
La dirimpettaia, che non mi piace e forse non mi piacerà mai. Con il suo bambino lagnoso e pieno di capricci che le vuole sempre vinte.
Silvana, Gabriella e Carmela, che mi hanno regalato cose buone da mangiare.
Tommaso, che mi portò una ciambellina pugliese con il pepe spedita in un pacco dalla sua mamma.
La padrona di Nerone, cagnolino tutto saltelli che mi è stato simpatico dal primo istante.
Erika, Sabrina e le bimbe con le quali è sempre un piacere scambiare due chiacchiere.

E poi c'è il mare, che nelle sere di burrasca si sente fino a qui e che io, ogni santa volta, penso essere il vento o la pioggia. 
Finalmente sento di poter appartenere a questo luogo. Pian piano, senza dimenticare quello che ho lasciato.

Ieri son passati di qui 3 miei concittadini. Ne ho riconosciuto uno, ci siamo messi a chiacchierare, ed è venuto fuori che sapevano che ero lì, perché gliene avevano parlato i mobilieri. E'stato bello avere qui qualcuno con le mie stesse radici, che ogni mattina si ritrova davanti ciò che vedevo io, che frequenta quegli stessi luoghi e quelle stesse persone.
Mi fa un po' sorridere questo mio senso di appartenenza, come se la terra che ho sempre calpestato potesse parlare di me e riconoscermi in pieno. Ma so che un giorno sarà così anche qui. Proprio grazie alle persone che ho citato poco sopra, quelle che mi hanno accolta come una di loro, anche se io per prima non pensavo di poterlo essere.

sabato 2 novembre 2013

Di Compleanni e di Dolci

Fonte: pasticceriaroberta. it

Ieri la nonna del mio compagno ha compiuto 80 anni.
Lei mi è sempre piaciuta. E' una combattente nata, una di quelle donne battagliere che non sfigurerebbero in nessuna caserma d'Italia. Una donna d'altri tempi, che riesce però ad essere anche moderna, in qualche modo attuale.

Eravamo in tanti ieri sera al ristorante, perché per una volta ha voluto fare le cose in grande. C'erano le sue tante sorelle ed il fratello scapolo con la badante. C'erano i figli, i nipoti, una cara amica. 
Conoscevo la maggior parte delle sue sorelle ma è stato bello conoscere meglio le altre. Ed il mio vicino di posto poi, che uomo esilarante. Un Maresciallo dei Carabinieri in pensione. Per tutto il tempo non ha fatto altro che far ridere l'intera comitiva. Era una mitraglietta di battute. Poi impugnava la sua digitale e scattava fotografie alla festeggiata e a noi tutti.
Qualche foto l'ha voluta scattare anche a me e al mio compagno. Dice che siamo belli, che stiamo bene insieme. E nella foto con i nipoti hanno incluso anche me. Che sono solo acquisita, però in 8 anni in casa sua, è stato naturale affezionarsi, imparare a volersi bene.

Prima della cena siamo passati in casa loro.
Il mio intento era solo quello di consegnare la torta al cioccolato preparata con le mie mani per il papà del mio lui, che gli anni li compie oggi.
Lui era seduto in poltrona, al buio, a vedere la tv. Sono entrata come un uragano, felice di consegnare il mio regalo fatto in casa. Mi ha ringraziato e sorriso ma detto che no, i dolci lui non li mangia, figurarsi a colazione poi. Ci sono rimasta un po' male. Lo so che è sempre a dieta per mantenere il suo fisico asciutto, ma da quel che mi raccontano, i dolci li mangia eccome. Quatto quatto nel pomeriggio senza che nessuno lo veda entra in cucina e ne prende una fetta. Immagino che il mio avrà la stessa sorte, per cui perché non dirlo? perché esimersi dal concedere una parola carina ad una persona che ha passato la mattinata a prepararti qualcosa?
Poco importa. So che mio cognato apprezzerà. 

lunedì 28 ottobre 2013

Finito il Week End

Fonte: Come un fiore

Sabato sera son venuti a trovarci mio fratello e mia cugina, che in realtà potrei definire benissimo mio fratello e mia sorella, anche se quest'ultima non è nata dai nostri stessi genitori.
Noi tre siamo cresciuti insieme, abbiamo giocato agli stessi giochi, partecipato alle stesse feste, condiviso la nostra vita. E se con mio fratello non sono mancati i litigi, con mia cugina non c'è mai stato motivo di screzio. Fin da piccole siamo sempre andate d'amore e d'accordo e tuttora è così.

Quando vengono a trovarci sprizzo felicità da tutti i pori. Qui nella nuova casa mi trovo bene, ma ogni tanto mi capita di provare una fitta di dolore e nostalgia per coloro che ho lasciato.
Stare tutti insieme per un giorno e mezzo mi ha seriamente fatto bene al cuore. La mia dolce metà con loro si trova altrettanto bene e quando siamo in giro tutti insieme si nota subito che facciamo parte della stessa amorevole famiglia. Che non siamo semplicemente amici o conoscenti, ma che un legame forte e viscerale ci unisce nel profondo.

Sabato mattina ho pianto a lungo. Un pianto urlato e disperato, di quelli che non mi uscivano fuori da chissà quanto tempo. Forse avevo bisogno anche di questo, sebbene non saprei dire cosa abbia scatenato quella bomba di dolore. O forse ne sono ben consapevole ma non ho voglia di ammetterlo...perché sembra una stupidaggine, e invece deve avermi scosso più di quanto osassi immaginare.

giovedì 24 ottobre 2013

Lavori di Casa

Fonte: ilmondodipatty. it


Lavorando in commercio mi capita di parlare con tante persone, ogni giorno.
E questo è un bene, sia perché negli anni ho acquisito una certa scioltezza, sia perché qui dove sono ora non conoscevo nessuno se non il mio partner ed alcuni dei suoi parenti.

Parlando con la gente mi sono resa conto di come i ragazzi di oggi siano molto diversi da me, che pure non sono vecchia. Ho 28 anni e nella mia descrizione temo di dover includere molti miei coetanei.
Genitori che si lamentano di come questi figli non aiutino in casa, non sappiano cucinare, stirare, lavare i piatti. In alcuni drammatici casi neppure rifarsi il letto.
L'altro ieri non ho saputo tacere e all'ennesima mamma che esponeva il problema ho risposto che se le figlie non sanno fare niente è anche colpa delle madri. La mia fin da piccolissima mi ha permesso di imparare a cucinare, di fare anche qualche pasticcio, purché sfogassi la mia curiosità. Già a 8 anni avevo imparato a stirare i fazzoletti, per poi voler passare anche a capi più elaborati. Passavo la scopa, apparecchiavo e sparecchiavo la tavola, mi rifacevo il letto, andavo a gettare l'immondizia.
Si può dare tutta la colpa alle figlie se in molti casi sono le mamme a non volerle emancipare? 

Quando andavo all'Università mi svegliato alle 5 e partivo presto, non rincasavo quasi mai prima di sera. In quei giorni era mia madre ad occuparsi totalmente delle casa, ma poiché avevo il sabato e la domenica liberi almeno uno di questi 2 giorni di riposo lo passavo ad aiutarla nelle pulizie. E anche se non era piacevole, questo mi ha insegnato a responsabilizzarmi, a capire che la pulizia delle proprie cose è importante. 
Un po' era merito mio che non cercavo mille scuse né mi scansavo dai doveri. Ma molto era merito suo che mi spronava a farlo anche quando non ne avevo voglia e delegava a me molte delle sue mansioni, facendomi sentire abile nell'eseguirle.
Se una madre non ti permette di preparare neanche un sugo non è solo perché ha piacere nel farlo lei, ma giorno dopo giorno si instilla anche un messaggio di sfiducia. Come dire "non ti permetto di usare le mie padelle ed il gas di casa perché ho paura che tu faccia dei disastri". 
Ma facciamoglieli fare questi disastri. Che sarà mai un sugo da buttare rispetto alla totale inedia di una figlia?

E a dire il vero, pur avendo parlato al femminile, io penso che pari mansioni debbano essere affidate anche ai maschi. Per non ritrovarsi poi da grandi con uomini che all'occorrenza non sappiano stirarsi una camicia prima di uscire o prepararsi un po' di pasta se sono da soli. Uomini che non sanno accendere la lavatrice e che non hanno mai usato l'aspirapolvere.
Il mio uomo era uno di questi. Completamente restio a fare in casa qualunque cosa. I primi mesi qui lo rimproveravo, poi ho iniziato ad affidargli dei compiti. 
Ora li fa. Magari non in modo esemplare o perfetto, però ci mette impegno e non si tira indietro.

domenica 20 ottobre 2013

Madri e Figli

Fonte: pianetamamma. it

Qualche giorno fa la mia ex vicina di casa è andata a trovare i miei. Non so quale fosse la motivazione di questa visita, ma so che spesso si presenta in casa loro anche solo per sfogarsi riguardo suo figlio. Solitamente lo fa senza concedere diritto di replica, parlando a raffica in un monologo asfissiante.
E' una donna di 38 anni. Tono di voce troppo alto da poter essere considerato normale. Unico argomento di discussione, nella sua proverbiale e forte cadenza dialettale, il pargolo di 4 anni. 
Cinque anni fa iniziò una convivenza con quello che è il suo attuale compagno. Uomo di pochissime parole, quasi sempre assente per lavoro o per andare a caccia.
Lei è sempre sola con il bambino e talvolta con i suoi genitori. Pur abitando insieme, il compagno lo vede molto poco, generalmente neanche di domenica.

Parlando con mia madre le dice "Bé, ormai tua figlia è uscita di casa da 3-4 mesi. Non è ancora incinta?".
Mia madre è caduta dal pero, chiedendole perché mai dovessi essere incinta. Lei, con tutta la naturalezza del mondo, le dice che è normale per una coppia voler mettere subito al mondo un figlio. Che i figli sono l'unica ragione di vita di una coppia e che dunque si sarebbe aspettata che fossi andata a convivere per diventare genitrice. Mia madre, pur annichilita da questa sua assoluta certezza, le ha detto che non è così per noi. Che siamo più giovani di quanto lo siano lei ed il compagno e che abbiamo priorità differenti. La vicina ha fatto una faccia come ad esplicare la sua disapprovazione per una scelta che secondo lei non sta né in cielo né in terra.

Mi spiace che questa conversazione abbia visto protagoniste loro due. Avrei davvero voluto che quella frase l'avesse pronunciata parlando con me. Le avrei risposto che il mio modello non è e non vuole essere quello di una genitorialità imposta da un concetto così retrogrado. Che una donna è una donna a prescindere dalla sua scelta di diventare madre. Che non siamo tutte uguali e che la mia serenità al momento non prevede un ragazzino recalcitrante come il suo da porre sull'altare della mia ragione di vita. Anzi, mia e del mio compagno.

In fondo la comprendo. L'età avanzava. Il suo eterno fidanzato non accennava a volersi sposare. Avrà sentito le lancette dell'orologio fare su e giù. Si sarà detta che quel figlio doveva farlo, anche solo per non restare da sola la domenica pomeriggio mentre lui impugnava il fucile per sparare alle lepri.
Quando le abitavo vicino la sentivo gridare ogni giorno. Quel bambino è una peste. All'età di 4 anni la comanda a bacchetta ed è un continuo urlare in casa loro. Ha lasciato il lavoro per stargli dietro e nella sua vita, al momento, l'unica consolazione pare essere lui.
Ma è giusto stare con un uomo solo per avere un figlio? ed è giusto ritenere che il fine di una coppia sia solo quello di procreare? siamo davvero solo degli animali atti al concepimento?

Io amo le mamme. Amo la mia, ma amo anche la maggioranza delle altre. Mi piacciono i loro sguardi, la loro tenerezza, la determinazione con la quale tolgono spazio a se stesse per darne ad un'altra persona. Che si, è una parte di loro, ma è pur sempre un nuovo individuo. Mi piacciono le mille premure, le attenzioni poste in modo naturale ed istintivo. Le cure quando i loro figli stanno male, la voglia di farsi in 4 pur di potergli dare quanto hanno bisogno. La capacità di fare i salti mortali per educarli nel modo giusto, spesso interrogandosi sui tanti dubbi che le assillano giornalmente. Mi scioglie il cuore vederle coccolarli e penso che quello di una madre sia forse l'amore più bello, forte ed intenso che ci sia. 
Si, queste mamme io le stimo moltissimo.
Ma ce ne sono altre, di mamme, che non amo per niente. Sono quelle che trovano giusta solo la propria scelta. Quelle che mettono il proprio bambino di fronte a tutto, annullandosi completamente in lui. Perdendo di vista l'interesse per se stesse, per il proprio compagno, per la vita che hanno sempre avuto e per le cose che gli erano piaciute prima del suo arrivo. Come se nulla più esistesse, come se tutto avesse perso interesse. 

Io non so se sarò mai madre. Non lo so e al momento non ho voglia di interrogarmi al riguardo. Potrebbe succedere, ma so che farò di tutto (almeno ancora per un po') affinché questo non accada prima che saremo noi due ad averlo voluto e desiderato. Mi chiedo quanti figli nascano solo per adempiere a doveri sociali e quanti altri solo per riempire un vuoto.

lunedì 14 ottobre 2013

Cena Con i Suoceri

Fonte: distrettolaghi. it

Ieri sera c'è stata la prima cena con i suoceri qui in casa nostra.
Ho aspettato qualche mese prima di invitarli, non perché non ne avessi voglia, quanto piuttosto per cercare di organizzarmi al meglio. Cucinare mi piace ma sono molto abitudinaria con gli spazi. Quando mi trovo in una cucina nuova non so mai come muovermi, dove mettere le mani, cosa fare. Mi sembra di non saper compiere quei gesti che per me sono tanto naturali in una cucina ben conosciuta.
E così ho atteso di conoscere bene i nuovi spazi, farli miei. Quando il momento mi sembrava propizio ho fatto la mia mossa. 

La serata è trascorsa piacevolmente, anche se come al solito hanno mangiato molto poco ed ho avuto paura che non apprezzassero la mia cucina. La mia preoccupazione è passata del tutto solo quando lei mi ha chiesto di poter riportare a casa un po' di quel bendidio avanzato per poterci pranzare il giorno dopo. 
C'era anche la nonna. Con lei ho sempre avuto un rapporto speciale perché è in casa sua che ho dormito e mangiato negli 8 anni del nostro fidanzamento, quando venivo a trovarlo. E' una donna burbera e battagliera ma adoro passare del tempo insieme a lei. Ricordo un pomeriggio in cui mi mostrò 2 interi album di fotografie, commentando una ad una ogni immagine. Mi piacque così tanto che sarei felice di rifarlo. Quella dolce intimità tra donne di età così diverse è un qualcosa di mistico che mi ha sempre affascinato. In fondo non ho più una nonna da così tanto tempo, quasi 10 anni...lei la sento un po' anche mia.

Della serata di ieri mi rimane anche una deliziosa orchidea rosa che ho messo in bagno, così che possa prendere la luce che le occorre. Chissà se saprò prendermene cura.

sabato 5 ottobre 2013

La Pioggia Confonde Le Lacrime

Fonte: ilsentierodialchimilla. com


Il temporale sbatteva impetuoso contro la finestra ed è così che mi sono svegliata. Prima del solito, ma tanto non sarei riuscita a riaddormentarmi. Odio questo tempo triste, mi entra dentro come un virus rendendomi profondamente malinconica. Ho parlato più volte del mio essere metereopatica e sono convinta che la maggior parte della gente lo reputi un disturbo sciocco, passeggero, una sorta di capriccio. Per me è un qualcosa di così prostrante che non riesco mai a tenermene fuori.
I colori cupi mi angosciano. Lo scrosciare della pioggia mi scava dentro una tristezza intensa. Sento l'ansia partirmi da dentro ed urlare. E' per questo che amo l'estate. Non per il caldo asfissiante che infastidisce chiunque, ma per la presenza sempiterna del sole, della luce, di qualcosa che mi dia l'impulso per alzarmi dal letto pimpante e leggera come una farfalla. Che mi dia lo stimolo per sorridere alla gente, alla me che vedo riflessa nello specchio, alla vita in generale. 

La caviglia va molto meglio. E non perché me ne sia stata buona a curarmi. Tutt'altro. Ho sospeso la cyclette per soli due giorni, poi ho sentito la smania di ricominciare ed oggi ci sono salita di nuovo. Sono andata a lavorare fin da subito, non mi sono presa neanche un'ora di riposo da quelle che sono le mie responsabilità quotidiane. Forse non ne sono mai stata capace. Ricordo che la volta scorsa l'infortunio fu assai più molesto. Portai la fascia elastica per mesi e furono due le settimane senza poter salire sulla mia bicicletta gialla da camera. C'era mia madre a controllarmi, prendersi cura di me, massaggiarmi il piede con le creme giuste. Da sola non sono in grado di stare lontana dalle cose da fare, dalla mia impegnata routine. 

E' nato il bimbo dei vicini. Si chiama Lorenzo. La mattina del 3 ottobre un vociare concitato ha annunciato il lieto evento. L'androne si è riempito di fiocchi azzurri, palloncini, festosi nastri. E' ancora in ospedale con la mamma, mentre qui si susseguono schiere di allegre persone a far festa. Un po' li invidio, un po' penso che vorrei stare lì con loro. Non per il bambino, non per l'aria gioiosa. No. Ma per l'essere famiglia. Forse tutto questo mi ricorda le feste in casa mia, con i cugini amatissimi, la mia mamma indaffarata a cucinare, le risa dappertutto. Quindi no, non è invidia. Questa è pura e semplice nostalgia. Quest'anno ho un motivo in più per aspettare il Natale. Poter stare ancora insieme a loro, come ogni anno. Tutti insieme, uniti in un solo abbraccio. 

mercoledì 2 ottobre 2013

Del Piede Infortunato, parte seconda

Fonte: inerboristeria. com


Di nuovo problemi con la caviglia destra, dopo l'infortunio del novembre passato

Ieri sera dopo il lavoro una doccia veloce, il tempo di prepararsi e siamo usciti. Neanche il tempo di scendere dalla macchina che ho preso una storta tremenda. Ho cominciato ad urlare, il mio ragazzo si è girato sorreggendomi. Per il dolore avevo quasi le lacrime agli occhi...ed un po' anche per la paura di sapere che era lo stesso punto nel quale avevo avuto problemi l'anno precedente.

Tornati a casa mi sono accorta che era leggermente gonfia. Ho applicato un antidolorifico naturale e lamentandomi un po' sono andata a dormire, dopo aver trovato finalmente una posizione congeniale. 
Questa mattina alzarsi è stato il delirio. Lui, uscito alle 5:30 per andare a lavoro, non c'era. Pian piano sono riuscita a mettermi dritta, rifare il letto, pulire i bagni, cucinare, preparare una lavatrice, rimettere in ordine piano cottura e lavandino, scendere lentamente una rampa di scale (e successivamente risalirla) per riprendere il secchio della raccolta differenziata.
Dopo aver fatto tutto questo, mi sono accoccolata sul divano munita di ghiaccio. 

E fra poco più di un'ora si cerca di andare a lavoro. Lui avrebbe voluto sostituirmi ma non me la sento di fargli fare anche le mie ore. Vado...sperando di cavarmela anche stavolta.

domenica 29 settembre 2013

Nuvole

Fonte: boorp. com


Il tempo è strano, un po' come il mio umore.
Ogni anno la fine dell'estate mi prostra nel profondo, gettandomi in un torbido stato di precarietà. Trovo inconcepibile la riduzione della luce, quel rinfrescare della sera e del mattino, quella pioggerella umida che mi devasta ogni programma. Con le mezze maniche ho freddo e con quelle lunghe sento caldo.

Le nuvole coprono il cielo per intero e mi sembra di annegare.

sabato 21 settembre 2013

Torte di Compleanno

Fonte: arturotv. tv


Finalmente sabato. 
Che poi è un giorno di lavoro come gli altri per me, però la prospettiva della domenica mi allieta sempre. 

Questa mattina mi sono alzata presto ed ho preparato una torta di compleanno per mio padre. Niente di eclettico od elaborato, a lui piacciono le cose semplici, ed io ho pensato di ricavare qualcosa di buono da un frutto di stagione (la pera) abbinato alla croccantezza delle noci. Sono sicura di aver fatto centro. 
Domani gliela porto e festeggeremo insieme.

Oggi è anche il compleanno di mia nipote, colei che ho sempre amato come una sorella. Siamo cresciuti insieme. Lei, mio fratello ed io. E' sempre stata una di noi.
Ci siamo sentite presto, tramite il cellulare mi ha mostrato anche delle belle foto che non avevo ancora visto. Le ho preso un bel regalo, spero proprio che le piaccia. Il problema è che domani ha una gara e forse non ci vedremo.
Ho atteso tanto questo giorno per vedere che faccia farà quando aprirà il mio pacchetto...e invece nada. Ammetto di esserci rimasta male. Ora che mi sono trasferita non ci si vede più come un tempo ma il nostro affetto è giustamente rimasto immutato e speravo sul serio di poter festeggiare domani tutti insieme, sia il compleanno del papà che il suo.
Continuo a tenere le dita incrociate, non si sa mai.

Lunedì mattina dovrò preparare un'altra torta. Mi è stata richiesta da un'amica della suocera per il compleanno del nipote. Spero proprio che riesca bene. Quando la preparo per noi viene perfetta ed ho paura che presa dall'ansia di far bella figura io sbagli qualcosa nel procedimento. Chissà se capita anche a voi di sentirvi così in questi casi.

Nuovo esame di mio fratello. Un altro bel 30. Non posso fare a meno di gonfiarmi il petto d'orgoglio, sono fiera di lui. 

giovedì 12 settembre 2013

L'Ape Operosa

Fonte: caterinasteri.blog.tiscali. it

A volte vorrei essere diversa, non prendere le cose di petto in questo modo. 
Fino a starci male, fino a svegliarmi di notte con quell'angosciante pensiero, fino a pensare di non riuscire a prendere sonno.
Eppure dovrei evitarlo, anche per la mia salute. Questi pensieri ossessivi creano danni di non poco conto al già labile equilibrio della mia pressione arteriosa. 
Ora comprendo il motivo per cui non potrei dirigere personalmente un'attività. Ho lavorato sempre per altri, prendendomi a cuore i loro problemi, anche quando avrei potuto starmene in disparte ad aspettare. 
Anche ora non dirigo un bel nulla, però è diverso, perché l'attività è del mio partner ed io lavoro insieme a lui. Se prima stavo male per situazioni nelle quali non c'entravo nulla, ora mi sento anche direttamente coinvolta, e non posso fare a meno di rigirarmi il coltello nella piaga.

Ci sono persone che non mi piacciono. Brave persone, in fondo...ma a cui piace approfittarsi della buona fede altrui. Ed io che sono rigida e senza cuore, per certi versi, non sopporto che gli venga dato spago. Non sopporto che vengano offerte dilazioni a loro, quando a noi non ne viene concessa nessuna.
Noi dobbiamo pagare subito. Loro chiedono che gli venga fatto credito e in molti casi ottengono. C'è una lista che mi preoccupa. Non voglio fare l'esattore delle tasse, ma neppure aspettare i comodi altrui. Non siamo neanche nelle condizioni di poter fare beneficenza, non è davvero il momento giusto.
Siamo aperti dalle 6 del mattino alle 20, seguendo dei turni. Ci sono giorni in cui non è possibile rincasare prima delle 21. A che serve tanta fatica, tanta dedizione, tanto spreco di energie se poi al momento di riscuotere dobbiamo sentirci dire "domani, poi passo, ci vediamo, fidati" e amenità del genere?

Personalmente bloccherei tutto questo. Non ne posso più di vederlo perpetrare come se noi fossimo burattini nelle loro mani. Non si può concedere tutto ciò che viene chiesto solo in nome di un'amicizia o di buon rapporto. O peggio ancora, perché non si sa dire no o si pensa di non poterlo fare.
No è la prima parola da imparare in questi casi.
Mi sento come un'ape operosa che, fiutato il pericolo, sente di dover pungere. 

lunedì 9 settembre 2013

Fiori Rosa

Fonte: bijou-brigitte. it

Mi sono alzata che il tempo era grigio ed afoso. Ho iniziato la mia giornata come se non me ne importasse niente, ascoltando gli schiamazzi delle mamme che hanno portato i loro figli nella scuola qui dietro. C'era un gran viavai, si sentiva il fermento di un nuovo anno scolastico da affrontare. Ricordo di aver pensato a quanto mi sarei sentita triste nel dover cominciare un nuovo anno sotto un cielo tanto funesto. Poi è tornato il sole, in tempo per accoglierli all'uscita.

Ripenso con un sorriso alla giornata di ieri. Davvero una bella domenica. Siamo andati a trovare i miei. La mamma mi ha abbracciato forte e quasi commossa, come se non mi vedesse da un secolo. In realtà erano 3 settimane ma lei questa distanza ancora la sente molto, provando nostalgia.
Nel pomeriggio siamo andati tutti insieme a trovare la nuova nata, la figlia dei miei ex datori di lavoro. Ho giocato con la bimba di 6 anni, accarezzato le sue 2 tartarughe di terra. Questi animali mi affascinano. Adoro vederli camminare sull'erba e scegliere la più verde e fragrante da assaporare. 
Con lei sono sempre andata d'accordo. Ha un viso tondo caratterizzato da ciglia lunghe e folte. Bellissimi capelli scuri ad incorniciarle il viso. E' alta per la sua età e so che questo le crea non pochi imbarazzi tra i compagni. Ma è proprio bella, prima o poi se ne accorgerà e tutto il resto diverrà un punto di forza.

Lui teneva la nuova nata in braccio, le dava il latte con un biberon. Era tenero, gli ho fatto una foto per immortalare il momento. La guardava come un cucciolo da difendere. Indosso aveva il completino estivo che le regalai io prima di trasferirmi. Era tenera e piccolissima, uno scricciolo con gli occhietti chiusi.
La mamma stava bene. Ha partorito da soli 10 giorni ma è già come la ricordavo. Non ha preso un chilo durante la gravidanza, è riuscita a far crescere solo la bimba. 
Siamo stati davvero bene. Ho riso e scherzato con tutti, ero pimpante ed allegra nel mio vestito rosso. 
Ho pensato che non è da tutti conservare un così buon rapporto con gli ex datori di lavoro, ma sono felice che tutto sia andato in questo modo. Son felice che dopo gli anni trascorsi insieme sia rimasto un rapporto d'affetto ed amicizia.

Poi siamo ripartiti, salutandoci con il dispiacere di dovercene andare dopo solo un'ora. La strada era affollata, sul raccordo siamo stati fermi per un po'. Alla sera un po' di quella nostalgia per mia madre l'ho provata anche io. 

domenica 1 settembre 2013

Fine delle Ferie

Fonte: canonclubitalia. com


Domenica 1 Settembre.
La malinconia di chi con riluttanza domani deve tornare a lavoro inghiotte anche me.
Settembre è un mese che mi piace, ma che da sempre ricollego al rientro nei ranghi, come quando da bambina dovevo rientrare a scuola e lo vivevo come un castigo inconcepibile.

Le ferie sono finite. Non c'è modo di riavvolgere il nastro e tornare indietro, si deve andare avanti e cercare di far tesoro di quel riposo, di quelle meravigliose due settimane di relax ormai giunte al termine.

Dovrò ricominciare ad organizzarmi, ad incastrare gli orari per far quadrare tutto, a sopportare le isterie della gente. Forse meglio non pensarci, in fondo ho ancora qualche ora...

mercoledì 28 agosto 2013

Un Fiocco Rosa

Fonte: senzaeta .it

Ieri sera la mia ex datrice di lavoro ha partorito una bimba. 
Quando ha scoperto di essere incinta lavoravamo ancora insieme. Il giorno in cui suo marito ci mostrò la foto della prima ecografia la mia collega ed io abbiamo pianto. Di gioia, di commozione, di orgoglio forse.
Eravamo con lei un anno prima, quando ebbe il secondo aborto spontaneo. Erano nostre le rose che le arrivarono al mattino, il giorno in cui ritornò in negozio. L'abbiamo vista fragile, abbattuta, spenta. Eppure combattiva, determinata, un treno in corsa.
Ora stringe tra le braccia questa creatura tanto attesa e vorrei essere con lei per commuovermi di nuovo, per mandarle altri fiori, per scherzare sul suo aspetto.

Le ho già comprato una tutina che le starà bene tra qualche mese, perché so quanto faccia freddo in inverno lì dove abitavo. Non vedo l'ora di dargliela e di conoscere questo esserino che si è appena affacciato al mondo.
Non è un mondo facile in cui nascere e crescere...io spero solo che quando avrà la mia età non sarà tanto peggio di ora. E chissà, magari contro ogni previsione sarà migliore.


giovedì 22 agosto 2013

Un Giro nelle Marche

Solo 4 giorni fuori, tra la casa natìa e quella splendida regione che è le Marche. 
Ma 4 giorni spesi divinamente, a mangiare cose buone, ridere a crepapelle, respirare aria pulita, incantare gli occhi con scenari di un verde che più verde non si può.

Fonte: uif-net .com
Colfiorito mi ha stupito per i suoi terrazzi colmi di fiori, le patate rosse vendute in ogni angolo della strada, le valli incantate.

Fonte: qviaggi .it
Caldarola mi ha fatto innamorare con le sue case in pietra ordinate, i passaggi pedonali con le panchine, la strada pulita ed il traffico silenzioso, come in adorazione.

Fonte: retrofutur. org
Di Sarnano ho apprezzato il silenzio notturno, le stradine isolate, la piccola piazza, le botteghe piene di ogni prelibatezza culinaria immaginabile, i forni riboccanti di profumatissimo pane, l'osteria nella quale abbiamo passato la serata insieme a persone perlopiù sconosciute. 

Fonte: panoramio. com

E poi andar via e passare attraverso i tanti cantieri aperti nella regione, sentirsi come parte di un tutt'uno con quegli alberi alti e verdissimi, con il lago di Caccamo a ridosso della strada, le curve che fanno venire il mal di pancia. Avere freddo alla sera come se fosse fine settembre. 
Passare anche a Foligno, in Umbria, e vedere di nuovo le dimore di legno dei terremotati, ancora lì. Chissà se ci abitano ancora, chissà se sono finalmente tornati nelle proprie case. 

sabato 17 agosto 2013

Sono Bianca! E allora?

Fonte: salute. pourfemme.it

Da dove nasce questa sottocultura dell'abbronzatura a tutti i costi?
Chi ha deciso che la gente cool è quella abbronzata e le carnagioni chiare quelle da additare come diverse?

Ogni anno, da sempre, mi trovo a dover rivivere la stessa sensazione di emarginazione. Persone abbronzate che ridono di me e non fanno altro che dirmi che sono troppo bianca, che devo prendere il sole, che un po' di colorito mi donerebbe. Ma dove sta scritto che sono loro quelli fighi e noi gli sfigati?

Io lo prendo volentieri il sole, ma con una buona protezione, criterio, e soprattutto sapendo che sono molto incline alle ustioni. E lo prendo anche sapendo che non raggiungerò mai quel colorito che loro etichettano come giusto ed accettabile. Anche se lo volessi - e non è mio desiderio prossimo, a dir la verità- non ci riuscirei. 

E poi, sinceramente, ma chi me lo fa fare?
Io adoro andare al mare, ma non amo fare la lucertola per tutto il giorno. E soprattutto odio profondamente la sensazione di pelle bruciata, rossa, dolorante, che trema anche al pensiero di passarsi addosso l'asciugamano dopo la doccia!

Per inciso, è proprio la sensazione che sto vivendo ora, dopo 2 giorni di mare. Con la sola colpa di non aver riapplicato la protezione dopo il bagno.

mercoledì 14 agosto 2013

Garofani Freschi

Fonte: Google

Ieri mattina ho sognato mia zia.
Eravamo a casa dei miei. Entra dalla porta in lacrime, abbraccia me mia madre e mio fratello. Ci ringrazia perché le abbiamo comprato delle piante al vivaio per il suo compleanno. Io provo un senso di colpa perché in realtà le piante erano le loro e io dovevo ancora comprargliene una.
Lei continua a piangere e ringraziare. Dice di essere felice ma a me sembra disperata.

Mi ha turbato questo sogno. Il 5 agosto erano 10 anni dalla morte di mia zia...ed era da moltissimo tempo che non mi appariva in sogno.
Nessun compleanno quindi, ma una ricorrenza diversa, ben più macabra. E le piante, forse, sono quelle che vorrebbe ricevere al cimitero. Forse vuole che andiamo a trovarla, portarle un fiore per ricordarla tutti insieme.
Sarà una delle cose che farò durante le ferie. Andando a trovare i miei genitori voglio passare al cimitero a trovare la zia. Lei adorava i tulipani e i garofani. Spero di trovarne di bellissimi. 

martedì 6 agosto 2013

Aspettando Le Ferie

Fonte: artleo. com


Sono cotta.
Dal caldo, dal lavoro, dalle tante cose da fare ogni giorno.
Sfinita da questi 40°C perenni e dalla stanchezza accumulata nell'ultimo anno.
Ho bisogno di vacanze, di relax. 
Conto i giorni che mi separano dalle agognate ferie, come da bambina facevo aspettando che finisse la scuola. Anche quest'anno non abbiamo la possibilità di fare viaggi, però sarà bello trascorrere una decina di giorni in santa pace, lontani dal solito tran tran. 
Abbiamo invitato mio fratello e mia nipote a stare qui un paio di giorni e anche se non abbiamo ancora un letto o un divano per gli ospiti, abbiamo una stanzetta vuota dove potranno aprire i letti gonfiabili. Un po' stile accampamento, ma l'importante è stare insieme. 

Poi andrò a trovare i miei e trascorreremo qualche giorno da loro. Dormirò di nuovo nella mia camera rosa che ora ha delle nuove tende lilla deliziose, scelte da me prima che mi trasferissi. 
Forse un po' di piscina, rivedere i parenti e gli amici, godermi un po' di tempo con gli amatissimi cugini, riabbracciare lo zio.
Se ci penso mi si apre un sorriso. 

giovedì 1 agosto 2013

Inaspettatamente...

Fonte: ilmondodi. blog. 105.net

Qualche giorno fa mi ha chiamato la mia ex migliore amica storica, quella di cui ho parlato anche nel recente post Senza Rancore. Ero appena arrivata a lavoro, circondata da altre persone e con l'incombenza di dover cominciare a far fruttare la mia presenza lì. 
Ma è stata così imprevista la sua telefonata che le ho risposto di buon grado, felice di sentirla. Abbiamo parlato per una decina di minuti. E chi se lo aspettava?
Negli ultimi 5 anni ci siamo viste e sentite molto poco e se c'è stato un riavvicinamento, è stato proprio grazie al mio invito al rinfresco che organizzai per salutare amici e parenti appena prima del mio trasferimento.

Lei si è detta molto felice di esser stata invitata perché in fondo siamo state così amiche per decenni, ed era un peccato che andassi via senza dirle niente. Le ho risposto che quando ho concepito il rinfresco, l'ho inserita in lista subito, senza neanche dubitare di doverlo fare. Ne è stata contenta. Dice che da giorni voleva chiamarmi per sapere come stavo, se le cose stavano andando bene nella nuova casa e nel nuovo lavoro, se tutto filasse liscio. 
La chiacchierata è stata davvero gradevole, così che le ho proposto una cena durante le mie ferie, quando per qualche giorno sarò in visita dai miei genitori. Lei si è detta felice di questa idea e conto di farla davvero questa cena, magari da sole, così da poter recuperare almeno un po' del tempo passato senza sentirci. 

E chissà che non ne nasca una nuova amicizia. Diversa, da adulte. Anche se a distanza ora, quando prima vivevamo a 20 metri l'una dall'altra e non ci si vedeva più. Non so se sarà possibile e se lo vorremo davvero, non desidero neanche illudermi questa volta. Sono però felice che dopo il mio passo dell'invito al rinfresco lei ne abbia fatto un altro per venirmi incontro. Penso che tutto questo sia di buon auspicio.
Sono consapevole del fatto che a volte nella vita si facciano giri strani, per poi tornare proprio da quelle persone che erano state importanti per noi, un tempo. 

sabato 27 luglio 2013

Guardandomi Intorno

Autore: Claudio Cangini

La cosa che più mi affascina di un posto nuovo è conoscerne la gente, la mentalità. 
In questo caso, il posto in cui vivo non è del tutto sconosciuto per me, considerando che ci sono venuta saltuariamente per ben 8 anni. Viverci però è diverso, vedi le cose in modo più pieno.

Mi sono accorta, ad esempio, che qui non esiste un vero e proprio dialetto. Tutti parlano romanesco, che effettivamente un dialetto lo è, ma non un dialetto tipico del posto. Il romanesco lo parlano i romani e noi qui siamo sul litorale laziale, pur sempre in provincia di Roma, ma non a Roma città. Il dialetto cui ero abituata  è invece strettamente legato al mio luogo di nascita: lo parlano solo lì.

Le persone sono abbastanza cordiali ma litigano con facilità e lo fanno ad alta voce. Siamo stati svegliati per 3 notti da 2 folli che sembrava volessero darsela di santa ragione. Dove vivevo si è più discreti ed ognuno i panni sporchi se li lava in casa propria. 

Ora vivo al mare, eppure il mare son riuscita a vederlo una volta sola. Sembra incredibile, eppure anche avendolo a due passi, non c'è il tempo e forse neppure la voglia di farci un giro. Il centro è intasato di turisti italiani e stranieri, gente che parcheggia ovunque senza curarsi degli spazi comuni. Il parcheggio è spesso introvabile, il caldo asfissiante. Per fortuna ho un bel balcone. Mi piace sedermi lì, godermi un po' l'aria fresca, la brezza marina che arriva fin qui. Un po' meno l'umidità della sera.

In questi giorni soffro tremendamente il caldo. Ho anche avuto uno di quei tremendi sbalzi di pressione dell'anno scorso. Non l'ho detto ai miei, preferisco non farli preoccupare ora che siamo lontani e non possono tenermi d'occhio.

Ieri sera, approfittando di qualche ora libera in più rispetto al solito, ho preparato una deliziosa cenetta. E' stato bello vedere il suo gradimento ad ogni boccone. Anche qui mi rendo conto che mi piace cucinare per chi amo e farlo con la dovuta calma, non con la solita fretta.

Finalmente sabato. Fra poco esco e torno a lavoro. Odio lavorare di sabato, è un qualcosa che mi porto dietro dall'infanzia, da quando andando a scuola desideravo un giorno poter essere libera. 

sabato 20 luglio 2013

Ventotto Candeline!

Fonte: Libero


...E sono 28.
28 candeline sulla mia torta.
Il primo nella nuova casa, con il mio ragazzo, in questo paese così pieno di sole che profuma di mare. 
Mi sono regalata un paio di pantaloni rossi di cotone, perché il rosso porta bene, e perché da tempo ne cercavo uno proprio così. 

I festeggiamenti sono iniziati questa mattina. Si interrompono per le ore lavorative e riprendono domani. Questa sera sono ad un altro compleanno, quello di una bambina. Avrei potuto defilarmi e nessuno mi avrebbe dato torto. In fondo è il mio giorno ed ho il diritto di trascorrerlo come più mi piace. Ho invece deciso di andare, un po' per rispondere ad un senso di responsabilità, un po' perché rivedere alcuni amici potrebbe anche farmi piacere. 

Domani tornerò dai miei genitori per festeggiare insieme a loro e ai miei amatissimi cugini. Forse ci uscirà anche un bagno in piscina tutti insieme, così, senza pensieri. 

lunedì 15 luglio 2013

Un Mese Dopo...

Fonte:  volerevolare. myblog. com
Quindici luglio, è passato un mese esatto dal momento in cui ho definitivamente varcato la porta della mia nuova casa e della mia nuova vita. 
Sono arrivata di sera. Scaricare i bagagli è stata impresa ardua e trasportare alcune delle pesanti valigie su per le scale anche fisicamente prostrante. E il giorno dopo, domenica, lo abbiamo trascorso mettendo a posto. Ho cucinato il nostro primo pasto, dormito sulle nostre nuove lenzuola a tema marino. 
Il lunedì ho cominciato anche a lavorare, fin da subito senza neanche il tempo di potermi abituare. Ed è stato meglio così, perché in fondo non c'era nulla da aspettare. 

I primi giorni sono stati duri. Un'intera casa da pulire, anche se piccola, poi i pasti da preparare, il bucato da lavare e stendere, le tante maglie da stirare. E alle 2 di corsa al lavoro.
Mi sembrava di essere in un film, in una vacanza al contrario dove anziché riposarsi avrei dovuto stancarmi. Alla sera facevo fatica a poggiare i piedi a terra per quanto mi dolevano. Quelle erano le pareti della mia casa, eppure in un certo senso mi sembrava di essere ospite perché lontana da quella che era sempre stata la mia vita. Ci sono volute 2 intere settimane prima che mi abituassi sul serio ai nuovi ritmi. La mia famiglia mi manca e ci sono momenti di malinconia nei quali provo un dolore fitto proprio al centro del petto. Fortunatamente passano subito e qualche attimo dopo mi fermo a pensare a tutto il resto, alla strada percorsa per arrivare fin qui, ai sacrifici fatti per stare insieme...ogni giorno.

Pian piano queste mura stanno prendendo forma. La cucina in legno grigio chiaro con i miei accessori rossi, la camera in frassino bianco con le tende azzurre, il bagno beige cui ancora manca il box doccia, l'odiatissima ma in fondo adorabile scala a chiocciola, il balcone ampio e fresco. I miei oggetti, quelli nuovi e quelli vecchi. I nostri pasti in solitaria, la radio del mattino, la cyclette che scandisce ancora i miei attimi liberi. Le coccole della sera, le notti fresche in cui mi appoggiavo alla sua schiena per riscaldarmi, i suoi abbracci mentre dorme. E poi prendere in giro il tizio del karaoke qui accanto che ogni venerdì e sabato ci tiene disgraziatamente svegli. 

Sto bene? si, sto bene. Come al solito cerco di fare del mio meglio e mi accorgo che in fondo mi riesce anche facile. So che se avessi potuto traslocare senza dovermi anche sradicare dal luogo dove sono nata e cresciuta forse sarei stata meglio, ma so che non si può avere tutto dalla vita e che crescere significa anche spostarsi, salutare mamma e papà e vederli di rado. Gustarsi il doppio gli abbracci, quando succede. 

I momenti che preferisco delle mie nuove giornate sono due, agli antipodi. Il risveglio, quando la prima cosa che faccio è accendere una candelina profumata che mi tenga compagnia. E poi quello in cui vado a dormire perché siamo noi due, nel nostro spazio, nella nostra nuova vita insieme. 

lunedì 17 giugno 2013

Un saluto, e a Presto!

Fonte: www. pepe.com


Ciao a tutti!
Se state leggendo questo post vuol dire che mi sono già trasferita nella mia nuova casina. Regno incontrastato di tutti i miei sogni degli ultimi anni, nonché di tutti i risparmi faticosamente accumulati dal primo giorno di lavoro ad oggi. 
I miei pensieri in questo momento? entusiasmo e gioia, ma anche un pizzico di paura. Impossibile gettarsi a capofitto in una nuova vita senza provare quel ben conosciuto sfarfallio nello stomaco.

Dover salutare i miei genitori, mio fratello, le mura dipinte di rosa della mia stanza. Il panorama che ho sempre amato e dentro il quale mi perdevo così spesso. Io lo so già che non sarà facile le prime mattine svegliarsi a 120 km da qui e sapere di non poterci tornare tutte le volte che vorrò. So già pure che ogni tanto avrò momenti di nostalgia per la mia vita di sempre.

Ma dentro tutto questo c'è l'emozione della scoperta. La gioia di avere finalmente accesso ad un sogno tanto agognato e sospirato. La mia vita da adulta mi sta aspettando ed è verso di essa che mi sono diretta, con la macchina piena zeppa di roba ed il mio ragazzo alla guida. 

E così, come immagino supporrete, vi sto salutando. Non in modo definitivo, ovviamente, ma non avendo internet mi sarà impossibile accedere di nuovo prima di aver sistemato le cose.
Ci sentiamo presto. E già pregusto il primo post nel quale vi racconterò le mie nuove scoperte.

martedì 11 giugno 2013

Senza Rancore

Fonte: italyrelax. com
Al rinfresco c'era anche la mia migliore amica storica. Pensai di invitarla da subito, fin dal primo momento in cui partorii l'idea di questo ricevimento all'aria aperta per salutare un po' di gente.

In fondo, avrei anche potuto non farlo. Lei ed io siamo state inseparabili per moltissimi anni, fin quando cominciò a lavorare e frequentare persone più adulte. A dire il vero ero felice di queste sue nuove amicizie, prima di accorgermi che la stavano plagiando. Giorno dopo giorno assumeva atteggiamenti che non avevano mai fatto parte della sua personalità e faceva cose che in passato aveva mal giudicato. Sempre più somigliava a loro e molto poco alla persona che avevo sempre conosciuto.
Pian piano si allontanò e se inizialmente soffrii molto, alla fine me ne feci una ragione.
Il risentimento passò presto ma la voglia di includerla nella mia vita non tornò più. E anche lei non ha mai tentato un riavvicinamento di qualche tipo. Evidentemente ci eravamo rassegnate entrambe al tempo che passa e alla voglia, di entrambe, di cambiare aria e giro di amicizie.

Però a questo rinfresco io l'ho invitata e quando la chiamai mi rispose felice, entusiasta, desiderosa di esserci e contenta per le belle novità che le stavo raccontando.
Tra gli amici lei è arrivata per prima, in compagnia del suo ragazzo che conosco poco ma che ho invitato ugualmente perché avevo piacere che venissero insieme. Ed infatti abbiamo passato proprio un bel pomeriggio, come se in fondo non importasse la nostra separazione, ma solo il fatto che fossimo presenti entrambe a questo evento. Ho conosciuto meglio anche lui. Mi sembra una persona socievole ed equilibrata e trovo che formino proprio una bella coppia. 

Quando se ne sono andati ci siamo abbracciate. Entrambi mi hanno ringraziato per l'invito, dicendo di esser stati bene. Neanche per un attimo ho pensato al tempo che era passato e al fatto che questo allontanamento un tempo mi aveva fatto davvero male. Ho pensato che era giusto che lei ci fosse e lo penso tuttora. Anche se non torneremo più in maniera costante l'una nella vita dell'altra, è bello sapere che il nostro rapporto non è mai morto, anche se abbiamo smesso di frequentarci. 
E che in fondo ci vogliamo ancora bene, perché certe cose non cambiano mai. 

domenica 9 giugno 2013

Rinfresco

Fonte: pianetamamma. it


La domenica è stata un viavai di gente e di emozioni.
Li avevo invitati tutti 3 settimane fa. L'intero giorno di ieri e quello di oggi son trascorsi preparando mille cose buone da mangiare, dando fondo alle mie energie culinarie per i prossimi 10 giorni. 
La location per il rinfresco è stata pulita ed apparecchiata. Fiori colorati erano disposti ai lati. Tovaglie arancioni erano su ogni tavolo e si intonavano così bene col legno tutto intorno!

Le mie cugine come al solito mi hanno aiutato moltissimo. Ognuna ha voluto far qualcosa e alla fine il risultato è stato anche superiore alle mie aspettative. 
Son venuti tutti, tranne un cugino bloccato a letto con la febbre alta. Ho ricevuto tanti regali e tanti auguri. Ho dispensato abbracci ovunque e stretto tra le braccia ogni bambino. 

Bellissimo il biglietto augurale del mio capo, quello che più si è avvicinato al farmi commuovere. Ma ho resistito anche stavolta e ho sorriso con calore, certi che abbiano capito la mia gioia nel leggere determinati pensieri.

Alle 20:30 se ne sono andati tutti, dopo aver trascorso davvero un bel pomeriggio. Anche il tempo ci ha assistito. Ed ora sorrido felice perché è stato bello rendersi conto che quelle persone cui voglio bene erano lì per me, ad augurarci cose belle per l'inizio della nostra vita insieme, sotto lo stesso tetto.


venerdì 7 giugno 2013

Un Giro, Tra la Gente

Fonte: stylosophy. it

Stamattina ho fatto un bel giro al mercato. 
C'era il sole caldo, tanta gente riversa tra le bancarelle. Ho comprato una tovaglia con le ciliegie rosse ed incontrato un po' di amici.

L'adorabile Frankie, che ho abbracciato con calore. Il dito lesionato ed operato ora è privo di gesso e fasciature varie. Fa impressione guardarlo e il peggio è che non lo sente più. Non sanno ancora se gli tornerà la sensibilità e visto il lavoro che fa, spero proprio che non abbia ripercussioni gravi. 

Lo Staff presso cui lavoravo. La mia collega è corsa ad abbracciarmi. Ho accarezzato il pancione del mio capo, sempre più bello e sempre più tondo. Mi ha regalato le forcine per capelli che volevo comprare.

Sara e Patrizia, due clienti cui voglio molto bene. Il bimbo di Sara è minuscolo ma pieno di capelli dritti, sembra Nek in versione neonato. Era tranquillo e assorto, mi scrutava dal passeggino. 

E poi un nuovo negozio, dove ho comprato regalini a due bimbe adorabili. Spero che di me conservino un buon ricordo... e che sia colorato, soprattutto.