Fonte: tuttasalute.net |
Questa notte, silenziosamente, colui che da tanti veniva definito "il matto del paese" è morto.
In realtà, lui non era affatto matto, ma bensì molto più savio di alcuni di coloro che poco simpaticamente gli attribuivano quell'appellativo. Io lo definirei un tipo originale.
Aveva una dizione strascicata, riconoscibilissima, una sorta di marchio di fabbrica. Era una miniera di battute che strappavano un sorriso a chiunque ci parlasse.
Lui conosceva tutti e tutti conoscevano lui. Viveva sulla piazza e della piazza lui era il re.
Io lo incontravo ogni mattina e non c'è stata una volta in cui non mi abbia rivolto un sorriso insieme ad uno squillante "buongiorno". A volte mi si avvicinava e mi faceva leggere uno dei suoi aforismi, tutti molto lucidi e sensati. Parlavano della gente, delle loro follie, di tutte le volte in cui gli chiedevano un favore senza mai restituirglielo. Una sorta di filosofo mancato che si permetteva di scrivere quello che gli altri avrebbero tenuto per sé.
Un tempo, prima che nascessi, lavorava sodo. Così tanto che un giorno si ammalò gravemente, dovendo dire addio a quel mondo particolare, di cui lui fu uno dei pionieri. Da allora non è più stato lo stesso. Ha perso quasi tutto e i suoi abiti erano sempre quelli di qualcun altro. Il bello è che gli stavano a pennello.
Gli ho fatto un sacco di foto. Andava dal barbiere a farsi dare una sistemata, poi passava da noi per una foto ricordo. Indossava sempre una cravatta colorata o particolare nei giorni in cui si sentiva meglio e voleva vestirsi bene.
A volte mi chiedeva quand'è che saremmo usciti insieme, io e lui. E poi ripeteva la stessa proposta a tante altre donne. Che io sappia, nessuna è mai andata a quella famosa cena, eppure so che se lo avessimo fatto, avrebbe insistito per pagare lui. Perché era un signore. Un signore senza quattrini.
Aveva un complimento per tutte ed un momento di galanteria per ognuna.
Poi un giorno ha smesso di vestirsi bene. Ha smesso persino di mettersi la camicia nei pantaloni. Andava in giro sporco e aveva perso quella sua solita verve. Tossiva in continuazione, aveva il viso pieno di ferite sanguinolente che non guarivano mai. Negli ultimi giorni ci diceva che voleva morire, che si sarebbe ammazzato. Lui, la persona che più ci era sembrata allegra in questo paese di matti...non ne poteva più. E stava davvero morendo, lentamente. Moriva nell'anima e nel corpo.
Fondamentalmente, lui era un uomo solo. Perché conosceva tutti, ma di amici ne aveva pochi. Forse nessuno che lo fosse davvero. Ed era così cosciente di questa solitudine assordante che sentiva un macigno laddove doveva esserci il cuore.
Io non ho idea di dove vadano le persone quando muoiono.
Probabilmente non vanno da nessuna parte. Ma se esiste davvero un luogo dove possano riunirsi, io spero che in questo momento lui stia rendendo allegro qualcun altro. E che, finalmente, qualcuno si preoccupi di veder felice lui.