mercoledì 29 febbraio 2012

Ricordi di un 29 Febbraio di 8 anni fa

Fonte: Google

Il 29 febbraio è un giorno strano, di quelli da cui non sai mai cosa aspettarti.
Da 8 anni a questa parte, per me, il 29 febbraio è anche una dolorosa ricorrenza. Nel 2004 moriva mia nonna. L'unica che abbia mai avuto. 
E' vissuta con noi molti anni, spadroneggiando su mia madre e contendendosi con lei l'affetto dei nipoti e l'amore di suo figlio. Nei miei ricordi avrà sempre un volto dolce-amaro.

Da una parte ricordo con un sorriso sulle labbra quando ero bambina e mi sedevo sulla sua panca di legno e le raccontavo le mie giornate. Oppure quando ero più bassa del suo letto e le allungavo le manine per aiutarmi a salire su. O, ancora, quando molto piccola già l'aiutavo in cucina e mi entusiasmavo per i primi progressi. Adoravo, poi, i suoi capelli lunghi fin sotto il sedere. Al mattino li pettinava davanti allo specchio, poi con mani esperte creava una crocchia che tenne per anni, fino a tagliarla di netto un giorno qualunque, perché in ospedale altre vecchie signore l'avevano presa in giro per quella sua antica abitudine.
Teneva molto anche al suo aspetto. Aveva interi armadi di biancheria ancora nuova e non so che fine abbia fatto, dopo. Prima di uscire mi chiamava per metterle due spruzzate di profumo. Ne aveva due, Gocce e Baruffa, ed io sceglievo quale farle indossare. Amavo quel rito e soffrii anche io quando, per una strana allergia mai compresa del tutto, non poté più usarne nessuno senza stare male.
Ricordo anche quando morì sua figlia e, pur all'oscuro di tutto, lei si mise a piangere chiamandola a gran voce. Aveva un peso nel petto, poverina, e non sapeva perché. Quell'episodio non mi farà vacillare mai più riguardo l'esistenza dell'istinto materno. Magari non ne sarò mai provvista, ma non dubito che una mamma riesca a comprendere cosa stia accadendo ai figli anche se sono lontani o non ne ha più notizie.
Per i miei 18 anni mi regalò un mazzo di rose rosa che ho tenuto per anni, essiccate, fin quando non ne sono cadute quasi tutte le foglie. Non fu lei a comprarle, in quei giorni era già del tutto persa tra i demoni dell'artesclerosi, ma fa lo stesso.

Dall'altra parte, però, non posso fare a meno di ricordare anche le liti frequenti con mia madre, i suoi atroci tentativi di rilegarla in un angolo e separarla dal marito, suo figlio. I mille crudeli espedienti per metterla in cattiva luce, farla sentire un'estranea. E le parole sgradevoli con cui la tacciava quando litigavano, accusandola per motivazioni assurde ed inconcepibili.
Era una donna dal carattere d'acciaio che con le sue lacrime studiate da attrice consumata ci ha spesso trascinati fin sull'orlo del baratro. Non so quale santo io debba ringraziare per aver visto la mia famiglia uscire da quel pantano e salvarsi. 

E' estraniante avere a che fare con ricordi così ambivalenti. Voler bene ad una persona e allo stesso tempo sapere che per anni ha tramato alla luce del sole pur di dividere i miei genitori. Era amore il suo? o possessione? io non ho molti dubbi in proposito.
Solo negli ultimi anni, quando era vecchia e malata, si è forse accorta di quanto mia madre abbia fatto per lei. Dei sacrifici affrontati per non crollare davanti ai suoi tentativi per distruggerla. Di quante volte l'abbia cambiata, lavata, vestita. Della stanza sempre perfettamente pulita e rassettata in cui la faceva dormire. Degli abiti che le metteva in lavatrice insieme ai nostri. Dei mille pasti che ha preparato per lei assecondando i suoi capricci. Insomma, della sua vita d'infermiera al servizio dei figli e di una suocera fin troppo ingombrante. E così una sera, anche se nella stanza erano riuniti tutti i figli ed i nipoti al completo, mia nonna andando a letto si girò di scatto e come ricordandosi di una cosa importante disse :"L.allora buonanotte eh, ci vediamo domani". 
Non aveva guardato nessun altro. Si voltò solo per salutare mia madre.
Forse è il ricordo più bello di mia nonna, quello che ricongiunge un cerchio e ne lenisce le ferite.

sabato 25 febbraio 2012

Il Risveglio di Una Schiena Dolorante

Fonte: Global Donna


Ti svegli una mattina e hai 80 anni.
No, non è uno dei miei soliti incubi notturni. Oggi è tutto vero. Non ho i capelli bianchi ma domani potrebbero arrivare pure quelli.

Questa notte ho avuto caldo. Ho sudato. Probabilmente in alcuni momenti mi sono anche tolta di dosso il pesante piumone. E alzandomi per andare a lavoro ho scoperto un mal di schiena che non vi dico. Sono rigida come il fusto di un albero.
Ecco, forse la mia unica differenza rispetto ad un ottantenne è che io non riesco a camminare gobba. Urlerei di dolore.


lunedì 20 febbraio 2012

Abbasso i Furbi!

Fonte: Google

Mi accorgo di tollerare sempre meno le persone che non rispettano le regole.
Chi fa di tutto per aggirarle, chi cerca sempre la scappatoia, chi trova il modo per sfuggirle e poi sentirsi fiero e furbo delle sue bravate da mascalzoncello di quartiere. 
Mi irritano profondamente coloro che anziché percorrere la strada della legalità, o quanto meno dell'onestà, scavalcano gli altri per poi guardarli con sufficienza.

Quanto spesso mi capita di incontrarli anche a lavoro.
Quelli che vogliono aggirare la fila. Che con la scusa di chiedere una cosa poi stanno mezz'ora e chi è arrivato prima, educato, ad aspettare i loro comodi.
Quelli che se ne fregano delle nuove regole e pretendono che tu trovi il modo di evitarle per loro.
Ma chi saranno mai questi qua? chi si credono di essere?

Non potendogli dir nulla li guardo schifata, sperando almeno che capiscano.


martedì 14 febbraio 2012

La Festa dell'Amore


So bene che San Valentino è solo una festa commerciale, di quelle inventate ad hoc per vendere più cioccolatini e gadget dalla dubbia utilità. So bene che non serve a nulla e che l'amore, quello vero, si deve celebrare ogni giorno, con i piccoli grandi gesti della quotidianità.

So tutto questo e me ne infischio. Perché questi bei ragionamenti valgono per tutti i giorni dell'anno ma non per oggi. Oggi voglio sentirmi romantica come una qualunque quindicenne. Anche se ho undici anni in più.

Per cui amore, ora mi rivolgo a te. Se oggi potessimo stare insieme ti cucinerei dei dolci al cioccolato a forma di cuore. Nello specchio del nostro bagno, quello che ancora non abbiamo ma che forse un giorno avremo, troveresti un Ti amo! gigantesco scritto con il mio più bel rossetto.
Sotto il cuscino, una lettera d'amore. E una nostra foto, quella che tu ben sai essere la mia preferita. 

E poi, semplicemente, ti amerei. Perché ti amo sempre e oggi voglio scrivertelo anche qui.

lunedì 13 febbraio 2012

Sognando di Verdi Colline

Fonte: zapi.it

Ho sognato che andavo a vivere dal mio ragazzo.
Aggiungerei un "finalmente".
In realtà era tutto diverso. Il paese era bellissimo, pieno di verdi viali alberati di quelli che fan venir voglia di passeggiare all'infinito, o anche solo di fotografarli in autunno.
Il paese non era sul mare come invece è, ma poggiava su di una collinetta meravigliosa, spesso piena di turisti e persone variegate. 
L'unico problema era che non mi sentivo bene accetta, sebbene nella realtà, invece, io sia molto benvista all'interno della sua famiglia e fra i suoi amici. Eppure, nonostante questo piccolo particolare, ero felice. 
Dovevo andare dal dentista ed ero contenta. L'uomo aveva uno studio bianco pieno di quadri colorati, nel quale bisognava entrare attraverso una graziosa porta di legno bianco a vetri. Entro e aspetto. Accanto a me c'è un bambino. Il dentista esce e se ne va, dicendomi di badare a lui.

Non ricordo molto altro, avverto solo una sensazione di pace quando ci ripenso. Una pace inusuale visto e considerato che 1) i suoi non mi volevano bene come invece me ne vogliono nella realtà; 2) dovevo farmi visitare dal dentista ed io ne ho una paura esagerata; 3) dovevo badare a questo bambino sconosciuto senza che ne avessi alcuna voglia.

Eppure stavo proprio bene. Questo paese inesistente sembra chiamarmi a gran voce. Vorrei visitarlo sul serio, camminare tra quelle gente colorata, sotto quegli alberi così belli, verdi e forti. E c'era lui con me. Passeggiavamo insieme ed eravamo felici.

sabato 11 febbraio 2012

Sinusite?

Fonte: blognotizie.info

Continua a nevicare. Sembra uno di quei paesaggi invernali da cartolina. 
Io che non la sopportavo all'inizio ora ne ho davvero le scatole piene. Intanto mi rovina anche questo week end, e siamo a quota 2. Non potrò neppure partecipare al matrimonio di cui ho simpaticamente scritto nel post precedente.

Tanto per completare il quadro, da più di una settimana soffro di una fastidiosissima sinusite che mi spossa e mi manda in giro stranita ogni mattina. 

Nevica anche ora. Per fortuna oggi ho lavorato fino alle 14 e non devo tornarci...mi scoppia la testa, non ne posso più. Lunedì spero di districarmi tra i miei impegni e farmi vedere dal medico.

mercoledì 8 febbraio 2012

Deliri Esistenziali

Fonte: inkcafè.it

Ma è proprio necessario sposarsi in inverno?
Con questo freddo gelido, con la neve che incombe, con il grigiore di un cielo spesso plumbeo e le giornate corte e buie? Sarà che odio visceralmente questa stagione e ormai lo sanno anche i muri, ma l'idea di andare a questo matrimonio domenica mi fa girare quei 4 neuroni sopravvissuti alla giornata.
Sono felice per gli sposi, felice che finalmente stiano coronando il loro sogno.

Ma dovrò pur pensare un pò anche ai miei deliri o no? quindi eccomi qui, a lamentarmi come un'anziana signora ormai in declino. Sopportatemi, ignoratemi, fingete che questi piagnucolii non li abbia mai scritti.

Indosserò un vestito fucsia. Eh si, perché il matrimonio sarà pure invernale ma io no. Io sono estiva signori miei, io non rinuncio a un pò di colore. Mi imbelletterò come non mai e poi...congelerò. Si, so che alla fine di tutto avrò i piedi doloranti per i tacchi alti, un freddo atroce lungo tutto il corpo, brividi gelidi che mi faranno irrigidire le gambe. Argh...a questo non avevo proprio pensato. La pelle d'oca si intravede persino sotto i collant?

Indosserò il mio cappottino corto con il collo di pelliccia (ecologica, ovviamente), le perle sul collo. Un trucco fine ed elegante. Sembrerò la regina Elisabetta in pensione, dispenserò sorrisi gentili, saluti bon ton con la manina alzata.
Questo è quanto farò. E questo è quanto invece farei se non mi importasse del pensiero comune. Vorrei vestirmi da uomo. Giacca, camicia, cravatta (e se fossi nata maschio la indosserei sempre, anche per andare a comprare il pane). Un bel completo di quelli che basta stirarli e voilà, non serve altro. Scarpe comode.
E ti pareva. Questi hanno sempre la vita facile. Magari sono persino contenti dei matrimoni invernali, tanto vestiti da pinguini chi li ammazza...

Ormai sono in pieno delirio. Dovrei zittirmi prima che chiamino la Neuro.

Ma immagino già la scena. Lui sarà pronto anche prima di mezz'ora. Io sarò ancora lì a tergiversare, a gozzovigliare, a cazzeggiare amabilmente. Poi si siederà sul letto, comincerà a mettermi fretta. Ed eccomi allora come una Wonder Woman d'altri tempi a vestirmi in men che non si dica. Ma poi...bé, poi c'è il rito del make up. Vogliamo forse andare al matrimonio dell'anno senza una sfumatura perfetta sugli occhi? senza un rossetto delicato e lunghe ciglia da cerbiatto? giammai! E mezz'ora se ne perderà così. E questi ricci? ma si, diamo una sistemata anche a loro che stanno bene sempre tranne quando vorrei essere perfetta. Poi le scarpe. Non posso proprio uscire senza scarpe. Ma i tacchi amore, lo sai, mi faranno male i piedi. E lui già stanco morto dirà: "metti le scarpe basse allora." Ed io con il più algido dei miei sguardi assassini :" ma sei pazzo? secondo te io vado ad un matrimonio con le scarpe basse?? tacco 12 e non se ne parli più!". E così dopo un tempo infinito, già in ritardo sulla tabella di marcia di almeno 40 minuti, partiremo. In strada penserò a tutto quello che non è entrato nella mia pochette e che mi sarebbe proprio servito. Uno specchietto, il burrocacao, la mia fotocamera, un pacchetto di fazzoletti, il cellulare, volendo persino la carta d'identità. Ma cosa diavolo ho messo nella pochette? ah si...la busta per gli sposi e il mio rossetto. Ho dimenticato persino le chiavi di casa.

Poi arriveremo. Come al solito tutti saranno arrivati prima di noi e si saranno presi i posti migliori. Ma queste donne qui si sono alzate all'alba? ma no, magari abitano proprio qui dietro, le fortunate. Io in piedi con i tacchi alti e un dolore lancinante già dopo 10 minuti. Guarderò l'ora ogni 3 secondi, forse ascolterò persino qualche frase del parroco, dovessi imparar qualcosa. Ma chi sono questi due che si sposano? ah si, i tuoi amici. Da quaggiù quasi non li riconosco. Finita la cerimonia sarò così imbestialita che avrò già dimenticato i miei buoni propositi da "perfetta invitata chic" e sarò la donna tremenda di sempre, ca va san dire.


domenica 5 febbraio 2012

Natura Bastarda

Fonte: archicasait.blogspot,com

Nonostante la mia suadente (?) danza della pioggia, la neve è ancora qui. E nella notte si è anche ghiacciata, giusto perché non ci aveva già dato abbastanza problemi. 
Per non parlare poi delle previsioni meteo, che prevedono altra neve anche domani. 
Sto sclerando. Bloccata in casa mi sento come una tigre in gabbia. Vorrei fare mille cose e non posso fare niente, non sono neanche equipaggiata per uscire.

Mi vien da ridere nel pensare che ero entrata da Sport85 il 18 gennaio per comprare un regalo. Avevo visto dei doposci in offerta e stavo pensando di comprarli poi mi son detta :" ma che ci dovrei fare? io odio la neve, non ci andrò neanche quest'anno". Ma se Maometto non va alla montagna...zac, la neve è arrivata qui a farmi la festa. La bastarda.

Questa mattina è uscito uno spiraglio di sole ed io subito lì a far festa. Immaginavo già il disgelo, una pesante coperta di neve che si scongelava come se l'avessi messa al forno. Mi sono messa in balcone con gli occhiali da sole tanto che mi avranno scambiato per Elton John alle Hawaii. Neanche il tempo di accendere il megafono e ringraziare il Padreterno che il sole se ne era già andato, bastardo pure lui.


venerdì 3 febbraio 2012

Neve che Cade

Fonte: penneepennelli.ilcannocchiale.it

Alla fine la neve è arrivata anche qui.
Questa mattina mi sono svegliata presto ed ho aperto la finestra. La neve era poca e disposta in ordine sui tetti : a terra era pulito. Ho richiuso la finestra ed ho iniziato la mia giornata. Sono andata a lavoro.
Dopo un paio d'ore comincia seriamente a nevicare. Ed ora, sono circa 3 ore e mezza che nevica senza sosta. Vedo questi fiocchi grossi e romantici e penso che mi stiano rovinando la giornata, anche se è indubbio che tutto questo candore sia un piacere per gli occhi.
Immagino la gioia dei bambini. E ricordo quanto aspettassi alla loro età uno spettacolo come questo!

Sono tornata a casa, mi hanno mandata via per paura che avrei avuto problemi a tornare più tardi. Mi godo lo spettacolo sotto un plaid rosso e blu, come un'anziana signora. 
Eppure non posso fare a meno di pensare a tutte le cose che sta bloccando.
Mio cugino è a Milano, dovrebbe tornare questa sera e non so se riuscirà a farlo. Io devo lavorare e l'idea di perdermi uno o due giorni mi fa male allo stomaco. Per non pensare poi alla domenica. Alla nostra domenica. Attendiamo una settimana per stare insieme, poi arriva la neve e spazza via anche questo.

Sono emozioni contrastanti. Da una parte trovo positivo che ci sia qualcosa che ci faccia fermare per forza, che blocchi la nostra corsa verso il tempo, che in qualche modo ci domini per ricordarci che non siamo supereroi. Eppure, eppure non ci sto. 
Basta neve, smetti di cadere.